capitolo trentaquattresimo, parte due

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POV di Liam
cosa ti ha fatto l'uomo che hai bruciato.
Marti stringe le labbra.
Ero deciso a non perdonarla per questa azione, poco importa il movente, non c'è movente che regga per un azione simile, eppure mi ritrovo a volerlo sapere, a doverlo sapere, quello che quell'uomo potrebbe averle fatto diventa improvvisamente più importante del crimine che lei ha commesso.
- "Non..." Marti torna a sedersi al mio fianco. "non è qualcosa di cui mi piace parlare. E tanto non capiresti. Nessuno capisce."
- "probabilmente hai ragione. non capirò." La tiro verso di me con la stessa forza di un bruco e Marti si sdraia al mio fianco. "ma posso provare ad ascoltarti ."
Marti si gira su un fianco, imitando la mia posizione. Mi concentro su di lei per ignorare il bruciore lacerante che continuo ad avvertire sulla schiena.
Marti sospira.
- "va bene te lo dico." cede. "però smettila di fissarmi così."
Rido.
- "e come ti starei fissando, scusa?"
- "come un ragazzo molto poco innocente e molto
poco onorevole."
Faccio un altra risata e le passo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi formicolano le dita.
- "è una storia molto patetica e cercherò di essere breve." esordisce Marti. "prima di raggiungere l'agenzia vivevo con i miei genitori vicino a Savannah-"
- "dove sono i tuoi genitori adesso?"
- "sono morti. Per questo sono entrata nell'agenzia. Amano raccattare anime disperate senza niente da perdere."
Prendo la mano di Marti e la strigo. Lei distoglie lo sguardo e lo posa sulle nostre mani, comincia a giocare con l'anello di metallo che porto alla mano sinistra.
- "non...non c'è un modo carino di dirlo." si schiarisce la gola. "mi ha stuprata, Liam." i suoi occhi incontrano i miei. Non sono tristi. Sono assenti, vuoti.
Lascio la sua mano per avvolgere il braccio intorno al suo corpo e stringerla a me. Ignoro i dolori che sento alla schiena, ignoro i muscoli che implorano pietà, ignoro tutto.
Non so per quanto tempo restiamo così. Con io che la stringo come se potessi cancellare il suo dolore e lei che si tiene stretta a me. Mi sembrano ore, ma forse sono solo minuti dilatati. Poi Marti alza il viso per incontrare il mio sguardo.
- "sei ancora arrabbiato perché l'ho ucciso?" sussurra.
Serro la mascella.
- "si." Marti fa per abbassare lo sguardo ma le sollevo il mento. "perché avrei voluto farlo io."
Lei mi afferra la nuca e scontra le labbra con le mie.
Non perdo tempo ad essere delicato sta volta, chiudo una mano sui sui capelli, tirandole il viso indietro mentre esploro la sua bocca con la lingua. La mano di margaret si insinua tra i miei capelli, intreccia le gambe alle mie. È un bacio disperato, la bacio come se fosse l'ultima volta, la stringo come se potesse sparire non appena avrò rallentato la stretta, ed in un certo senso, è così. Mi puntello sui gomiti e continuo a baciarla stando sopra di lei. Margaret avvolge le gambe attorno alla mia vita. Le tocco il palato con la lingua, poi mi stacco dalle sue labbra e prendo a seminarle dei baci sul collo.
- "Liam." sussurra Marti. "devi dormire."
Sono indeciso se scoppiare a ridere o mettermi a piangere. Decido di ridere.
- "devo dormire?" rido.
Lei annuisce.
- "non guarirai mai se non ti riposi." risponde tranquillamente. Poi arriccia le labbra nel suo solito sorriso sornione. "lo so che baciarmi ti eccita da morire e dormire è l'ultima cosa che vorresti fare, ma stai sforzando i muscoli sbagliati."
Mi accorgo solo in quel momento di star lentamente perdendo la forza nelle braccia e che il mio corpo è a due dita da cadere addosso al suo.
Sbuffo ma sollevo un braccio, lasciando che marti scivoli via, prima di ricadere a pancia sotto sul letto.
- "sei crudele." brontolo. "semplicemente crudele."
Marti passa una mano tra i miei capelli, scostandomeli dagli occhi.
- "ti aiuto a conservare la tua purezza, dovresti ringraziarmi."
- "marti, non c'è nulla di impuro in te." ribatto.
- "attento, tesoro." mormora lei. "ti starò anche aiutando adesso, ma resto un'assassina."
- "puoi smettere. puoi scegliere di smettere."
Marti si avvicina a me e mi posa un bacio sulla guancia. Sento le palpebre sempre più pesanti. Il formicolio che sentivo alle dita e che ho attribuito al contatto con marti si è sparso per tutte le membra.
- "non si può cambiare quello che sei." mormora marti. "io sono una criminale. Sono nata una criminale e morirò criminale. Mi dispiace, vorrei che potesse essere diverso-"
- "è...diverso." biascico.
Marti sorride debolmente.
- "cosa mi...hai...fatto?"mormoro.
- "non esiste un antidolorifico abbastanza forte da farti passare il dolore per delle frustate." risponde lei.
Ripenso all'antibiotico e all'antidolorifico che Marti mi ha dato. Non era antidolorifico. Erano un antibiotico e un sonnifero.
- "per...perché..?" biascico.
- "devo andare a trovare quelli che ti hanno ferito Liam, niente di personale, sarò qui domattina."
Cerco di afferrarle il polso, di trattenerla, ma non ho più forza, e le mie palpebre sono così pesanti. Si chiudono da sole. Scivolo nel sonno e non sento marti sussurrare:
- "vorrei davvero cambiare Liam. Per te cambierei davvero. Ma non funziona mai, tra quelli come noi. Non funziona mai."

All the lines she crosses 2- till death do us partDove le storie prendono vita. Scoprilo ora