Chapter 20

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Martedì 09:48 AM
Seoul; Corea del Sud
2014.10.15

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Taehyung's POV

Prendo un profondo respiro sbuffandolo via in un gemito infastidito. Sbadiglio e la prima cosa che percepisco è un inimmaginabile mal di testa ed una nausea assurda.

Mi copro la bocca con il palmo della mano alzandomi su un gomito, mi sporgo oltre il letto ed apro un cassetto in cui vomito l'anima, tossendo alla fine con la gola irritata. Respiro affannosamente chiudendo il comodino, osservando perso il pavimento... Che noto non è della mia stanza, o di una stanza in cui io sia già stato prima.

Sento la testa farsi ancora più pesante, ma quanto ho bevuto ieri? Non ricordo nulla. Mi butto contro le coperti con un tonfo, accorgendomi solo in quel momento io stia senza maglia.

Non riuscendo a capire mi metto a sedere facendo scivolare il lenzuolo giù dal mio petto. Una fitta di dolore si propaga per tutto il mio corpo facendomi urlare.

Ritorno allungato non riuscendo a sedermi nonostante la morbidezza di quel materasso, visto che la fitta è partita proprio dalla base della schiena, no, più giù, la fonte del dolore proveniva da più in baso.

Sgrano gli occhi fissando il soffitto, non è possibile sia ciò che penso; sento gli occhi riempirsi di lacrime mentre la speranza di essermi sbagliato svanisce appena mi scosto un poco, notando le lenzuola sporche di sangue ed all'apparenza anche altro.

Butto la testa contro il cuscino strizzando gli occhi, percependo le lacrime rigarmi il volto, mentre più che schifato pulisco le dita contro il lenzuolo -anche se non vi era nulla a sporcarle-, coprendomi poi gli occhi con il braccio.

Mi lascio sfuggire un singhiozzo iniziando a scuotere la testa contro il cuscino in senso negativo ripetendo dei "no" sussurrati come un disco rotto, non riuscendo ad accettare la situazione.

Desidero unicamente svegliarmi da quello che certamente è un incubo, tutto fa male ma allo stesso tempo non sento niente, non mi sento più il corpo, non sento più le mie parole, non sento più ciò che di più puro mi era rimasto, ciò che avrei voluto donare a chi davvero avrei amato, che mi è stato portato via in un istante, è bastato un secondo, è bastata una serata, è bastato un attimo di distrazione, mi odio.

Inizio a piangere ad alta voce non reggendo tutto quel dolore, sia fisico che emotivo che psicologico, sporgo il braccio che mi copriva gli occhi verso il comodino su cui -prima di vomitare in uno dei cassetti- avevo visto i miei pantaloni. Riesco a trovare il telefono a tentoni non avendo la forza di girare il volto, limitandomi a fissare il soffitto completamente bianco.

Accendo il telefono ed entro nella rubrica, il contatto salvato è uno solo e lo premo senza pensarci due volte, sentendo qualche secondo dopo la chiamata venir accettata <<Cazzo Taehyung! Dove sei?! Che fine hai fatto?! Ti serve una mano? Ti vengo a prend->> la sua voce si interrompe appena mi lascio sfuggire un rumoroso singhiozzo

<<J-Jeongguk>> sussurro senza forze, non sento risposta dall'altro campo per qualche istante, finché non sento la sua voce più che allarmata <<Taehyung dimmi dove sei>> <<I-io-... N-non lo so... J-Jeongguk>> sussurro il suo nome tornando a piangere rumorosamente

<<T-Taehyung, ora tu devi andare su Maps ed inviarmi la tua posizione a questo numero, chiaro?>> scuoto la testa in segno negativo anche se non può vedermi <<N-non voglio chiudere la chiamata, questo t-telefono e vecchio e-... E non sono neanche sicuro ci sia, t-ti prego Jeongguk, n-non lasciarmi solo qua dentro>>

<<Qua dentro? Taehyung dove ti trovi>> <<C-credo sia un Hotel>> <<Taehyung ti giuro che appena mi manderai la posizione sarò da te in 10 minuti... Te lo giuro ma devo sapere dove sei>> sussurra con voce tremolante, deglutendo annuisco tra le lacrime per farmi forza

<<F-fa in fretta>> sussurro con voce rotta dal pianto chiudendo la chiamata, mandandogli poco dopo la mia posizione. Do un occhiata da oltre le ampie vetrate a stanza notando di essermi allontanato da quella discoteca in cui mi trovavo. Controllo l'orario per poi notare subito dopo una sfilza di chiamate perse da Jeongguk.

Poggio il telefono al petto asciugandomi il volto nonostante avessi ancora un estrema voglia di piangere. Deglutisco con lo sguardo sempre rivolto al soffitto, avendo paura di guardarmi intorno, avendo paura di vedere di peggio, paura di confermare che effettivamente tutto questo sia successo ed io ancora non capisco, perché a me?

Com'è successo? Il vuoto nella mia testa non fa altro che portarmi sempre più angoscia, ma cosa c'era dentro quel cocktail che mi aveva offerto quel ragazzo dal volto sfocato?

Angolo autrice

Perdonate l'assenza, credo sì noti questo capitolo mi faccia cagare, quando Th dice che il telefono è vecchio immaginatevi uno dei primi Samsung o quei Nokia vecchissimi, ricordatevi che ha molti telefoni usa e getta ma è anche tirchio quindi non sprecare molti soldi

Non ho specificato cosa sia successo ma spero si sia intuito, davvero non mi piace sto capitolo scusate ahahah

Se ve lo state chiedendo sì, Tae si è portato appresso il telefono su cui ha salvato unicamente il numero di Jeongguk, quello che prima non usava mai e lasciava nel comodino~

~ Enjoy <:')

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