Chapter 18

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Sabato 11:04 PM
Seoul; Corea del Sud
2014.10.12
Quartiere di Gangman


Taehyung's POV

<<Oh mio dio Jisung sei fortissimo!>> esclama Yugyeom rivolto a Jinyoung, gli altri due che ci stanno accompagnando dall'interno. Stiamo seduti intorno al tavolo, mascherine in volto come molti altri qui presenti, tranne me che indosso anche degli occhiali riccamente decorati e con montatura fine; apparentemente ed effettivamente molto costosi, era però necessario; non bisogna mostrarsi persone di poco conto ma non bisogna mai farlo in modo troppo appariscente, altrimenti un furto sarebbe il minimo.

Stiamo giocando da poco, aspettando che uno dei nostri arrivi come cameriere, nel mentre che aspettiamo stiamo continuando a vincere e subito dopo a perdere appositamente per non allarmare quelli dietro gli schermi.

Sento il mio telefono vibrarmi nella tasca segno che oramai il cameriere ha raggiunto i bagni, non ho bisogno di controllare visto che sul telefono che ho portato per questa occasione quello del nostro uomo è l'unico numero che ho, insieme ovviamente a quello di Jeongguk, in caso di emergenza.

Mi avvicino a Jeongguk poggiandogli in modo quasi impercettibile le labbra sulla guancia da attraverso la mascherina per fargli capire che è giunto il momento, segnale scelto espressamente da lui, a quel contatto trattiene il fiato continuando a fissare la tavola da gioco come se gli importasse stringendomi il fianco con la mano libera che non è occupata a tenere il mazzo di carte, come avvertenza di fare attenzione.

Sorrido sentendo sempre quella sensazione di calore all'altezza del petto che non ho mai avuto ma che inconsciamente mi è sempre mancata. Con tranquillità mi alzo diretto verso i bagni in cui avevamo stabilito di incontrarci; non ci sono molte persone.

Mi dirigo verso la seconda cabina entrando e trovandola aperta. Chiudo la porta alle spalle ritrovandomi Yeonjun unicamente in boxer e calzini; come previsto con la mia stessa capigliatura, delle lenti colorate di azzurro come le mie e con un rossetto rosso acceso sulle labbra, annuiamo e gli passo gli occhiali iniziando lentamente a svestirmi a mia volta passandogli mano a mano i miei indumenti.

Una volta finito indosso la sua divisa, mi passa il rossetto che indosso sbavandolo subito dopo mentre lui indossa la mia mascherina; gli sorrido facendolo uscire per primo seguendolo poco dopo. Un uomo ovviamente ci nota uscire dallo stesso bagno ed ecco a cosa serviva il rossetto, avrà pensato ad uno scambio di effusioni; unica variante per mantenere una sottospecie di alibi e non destare sospetti sul perché ci fossimo chiusi tanto in bagno nella stessa cabina.

Quell'uomo infatti distoglie lo sguardo disgustato, mi trattengo dallo sputargli addosso ed esco poco dopo Yeonjun, che torna al tavolo accanto a Jeongguk, prendo un profondo respiro dirigendomi verso le cucine.

Ad un metro dalla porta fingo uno starnuto rumoroso, come previsto appena entro mi scontro con un altro dei nostri che come programmato sarebbe dovuto restare vicino alla porta con la scusa del dover lavare i piatti -essendo i lavandini i più vicini alla porta- riuscendo a ricevere il segnale.

Approfittando di quel contatto mi passa di soppiatto una chiave precedentemente rubata che prontamente mi infilo nelle tasche, dopo una serie di scuse ci separiamo, entro nella cucina e con indifferenza e tranquillità uso la chiave per entrare nella dispensa.

Accendo la luce leccando poi via ogni traccia di rossetto; non molto salutare ma sono costretto. Le labbra sono uniche proprio come le impronte digitali, un impronta di esse da qualche parte e sono fottuto.

Indosso dei sottili e stretti guanti plastificati -che erano in una delle tasche della mia uniforme- per non lasciare impronte. Mi avvio verso il mio fidato condotto, osservo le viti e mi sfilo l'orecchino del lobo sinistro in cui si trovano alcuni pendagli.

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