Capitolo 1

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Nives Greco aveva appena ricevuto una telefonata che probabilmente avrebbe cambiato le sorti della situazione che, da un mese a questa parte, stava vivendo. Si potrebbe dire un vero e proprio incubo poiché poco più di un mese prima aveva sorpreso suo marito, Manuel, a letto con un'altra. Per lei era stato un vero e proprio shock, il mondo le era crollato addosso e con esso tutte le sicurezze del suo matrimonio. Nives era sola al mondo, aveva solo Manuel, che era diventato il suo unico punto di riferimento da quando aveva perso la zia.

Rimasta orfana alla tenera età di dodici anni, era stata affidata alle premure della zia Marina, sorella più giovane della mamma. Nonostante il dolore struggente, era però riuscita a crescere in un ambiente piuttosto sereno. La zia non le aveva fatto mancare nulla, l'aveva sempre accompagnata nel suo percorso di crescita, permettendole di istruirsi a dovere e garantirle così un futuro da donna libera ed emancipata - qualità essenziale per chi nasceva e cresceva in una città come Napoli, in cui c'erano ancora parecchi pregiudizi sulla figura della donna vista al pari dell'uomo.

Diplomatasi al liceo classico, Nives, aveva poi proseguito gli studi laureandosi a pieni voti alla facoltà di architettura. Subito dopo la laurea si era trasferita a Roma, conseguendo in un solo anno il master di Interior Design e proprio in quell'arco di tempo aveva conosciuto suo marito, un uomo affascinante e incredibilmente intelligente. Manuel Ferraro era un imprenditore nel settore edile, dirigeva l'impresa quasi centenaria di famiglia, specializzata nella realizzazione di costruzione edilizia. Un capo perfetto anche per la stessa Nives, che grazie a lui era riuscita ad agganciarsi al suo lavoro e crearsi una piccola rete di clienti facoltosi.

Ma il tempo delle grandi collaborazioni e del solenne amore tra Nives e Manuel era finito nell'attimo in cui lei lo aveva sorpreso a letto con la segretaria, solo dopo un anno dal loro matrimonio. Nives era scappata di casa portandosi dietro le cose essenziali e si era rintanata nel primo B&B più lontano, in una zona parecchio discutibile ma abbastanza distante da quel traditore del marito. Aveva trascorso due settimane chiusa nella sua camera a piangersi addosso, non riusciva a credere di essere stata ingannata per tutto quel tempo - sì, perché non solo aveva colto suo marito sul fatto, ma aveva scoperto che quella relazione clandestina tra Manuel e la segretaria andava avanti in realtà da molto prima che lui e Nives convolassero a nozze.

Quando si era finalmente decisa a fare qualcosa, Nives aveva contattato l'unica persona che le era sempre stata accanto da quando, tre anni, prima si era trasferita a Roma: Sveva, quella che ormai considerava la sua migliore amica. L'aveva conosciuta il primo giorno del master in Interior Design, Sveva assisteva la cattedra di uno dei professori all'università e avevano poi lavorato fianco a fianco per tutto il percorso di specializzazione.

Dopo essersi sfogata con la sua amica raccontandole tutto, aprendosi completamente sui suoi sentimenti e dichiarandole la volontà di chiudere definitivamente con Manuel attraverso il divorzio, Sveva l'aveva subito messa in contatto con la cognata, che era un'avvocata in gamba. Le aveva passato i contatti e organizzato un incontro in tempi record. Era stato proprio quello il contenuto della telefonata ricevuta in una fredda mattina di marzo.

«Ofelia ti aspetta al Palazzetto in piazza di Spagna. Io non posso raggiungervi, ma sta' tranquilla che mia cognata è un angelo. Sentiti libera di parlare apertamente, lei saprà come aiutarti.» le aveva detto Sveva al telefono, dandole anche i dettagli sull'orario dell'incontro.

Nives si era recata sul posto con largo anticipo, non amava essere in ritardo, in nessuna occasione, ma l'ansia per quell'appuntamento l'aveva fatta arrivare prima del previsto. Aveva fatto il suo ingresso al terrazzo del Palazzetto e un gentile cameriere l'aveva scortata fino al tavolo prenotato a nome Fieramonti. Nives conosceva Ofelia solo perché Sveva in passato gliene aveva parlato, ma non l'aveva mai incontrata di persona. Si sentiva molto agitata, sia per la situazione in sé, sia per l'ansia di aprirsi ad una sconosciuta, ma soprattutto aveva il terrore di incontrare qualcuno che la conoscesse.

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