La legge dell'Amore

Capitolo 23

L'incontro informale tra Nives, Manuel e i loro rispettivi legali si era trasformato in colloquio formale, stabilito dal giudice Marchetti nel suo ufficio al Tribunale di Roma. Il magistrato aveva ritenuto necessario presiedere per lo stato delicato in cui riversava la signora Greco. Questo perché le forti preoccupazioni dell'avvocato Berlingieri in merito alle condizioni della sua cliente dopo l'intervento d'urgenza avevano spinto lo stesso giudice a volere un incontro in sua presenza, seppur con l'intenzione di non intervenire in alcun modo.

«Sei tranquilla?» chiese Stefano alla sua coinquilina un attimo prima di varcare la porta dell'ufficio del giudice al quale era stata affidata la causa.

Nives era stata silenziosa per l'intero tragitto in moto, per non parlare del mutismo in cui si era chiusa per tutta la mattinata, difatti si limitò ad annuire non proprio convinta, mentre si sistemava gli occhiali da sole per coprire le profonde occhiaie dovute ad una notte insonne. Il weekend a Napoli con Stefano l'aveva vissuto all'insegna della spensieratezza totale, ma quando erano rientrati a Roma pochi giorni prima, l'avvocato le aveva detto dell'incontro e da lì non aveva fatto altro che pensarci. La visita di Manuel in ospedale, dopo quello che le era successo, l'aveva sconvolta ancor di più e in quel momento non era sicura di riuscire ad affrontarlo in quella particolare circostanza.

«Ricordi quello che ti ho detto, Niv? Lascia parlare me e rispondi solo nel caso in cui dovesse interpellarti il giudice.» si raccomandò per l'ennesima volta, lanciandole uno sguardo preoccupato.

Stefano non riusciva a vederla così pensierosa. All'odio puro che provava nei confronti di Manuel per quello che aveva fatto passare alla sua famiglia, adesso si era aggiunto anche quello per ciò che stava facendo alla donna che aveva accanto.

«Okay, Ste, facciamo questa cosa!» sospirò pesantemente, facendo un passo in avanti per bussare alla porta, ma Stefano la bloccò giusto in tempo per posarle un casto bacio sulle labbra e superarla per essere il primo a varcare la soglia dello studio.

Da quei momenti di passione frenata a Napoli nessuno dei due si era più permesso di abbandonarsi a quei gesti così intimi e questo per rispettare le volontà di Nives. Si erano trattenuti più del dovuto, era stato difficile resistere agli impulsi di entrambi, ma in qualche modo ce l'avevano fatta e se adesso Stefano si era spinto in quel modo era solo per darle conforto e quel pizzico di coraggio che ci voleva per affrontare il suo ex.

Il giudice Marchetti, Manuel Ferraro e l'avvocato Ercole Brighi erano già dentro e avevano preso posto su un enorme tavolo in mogano rettangolare. I due posti lasciati a Nives e Stefano erano proprio quelli di fronte all'imprenditore e il suo legale, mentre il magistrato sedeva a debita distanza da tutti, giusto per rimarcare ancor di più il suo ruolo di semplice spettatore in quel colloquio.

«Giudice Marchetti, avvocato Brighi, signor Ferraro, buongiorno!» li salutò Stefano col tono più formale e sicuro di sé che avesse mai avuto. Dopotutto quando si trattava di lavoro l'avvocato Berlingieri diventava totalmente un'altra persona.

«Buongiorno...» si limitò a dire Nives, con lo sguardo fisso sul pavimento e un tono di voce così tremante come se fosse appena entrata nella tana dei lupi, pronti a sbranarla nonostante la presenza del suo coinquilino, che invece l'avrebbe protetta contro tutto e tutti.

«Buongiorno! Bene, direi di iniziare subit-» tentò di intromettersi l'avvocato della controparte, ma il magistrato lo bloccò sul nascere con un gesto della mano, rivolgendo la sua totale attenzione in direzione di Nives.

«Buongiorno signora Greco, io sono il giudice Niccolò Marchetti e seguirò la vostra causa. L'avvocato Berlingieri mi ha informato di ciò che le è accaduto qualche settimana fa e sono profondamente dispiaciuto. Sono felice comunque di vederla qui quest'oggi, ma qualora avesse bisogno di qualsiasi cosa, di interrompere l'incontro o fare qualche pausa, non esiti a dirmelo.»