Capitolo 32

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«Niv, dai che facciamo tardi.» La esortò Stefano dalla sella della sua moto.

«Eccomi, dammi un attimo.» Lo raggiunse, afferrando al volo il casco per infilarselo sulla testa.

«Siamo in estremo ritardo, potremmo essere i primi in ordine per la sentenza.» La voce dell'avvocato rimbombò nel copricapo e Nives ridacchiò, salendo dietro di lui. «Che hai da sghignazzare?»

«Rido perché questo ritardo non è imputabile solo a me. Ti ricordo che sei stato tu a voler entrare in doccia mentre c'ero io stamattina. Non ti è bastato tenermi sveglia tutta la notte?»

Stefano la guardò dallo specchietto della moto, alzando la visiera per rivolgerle un sorrisetto malizioso «Per guadagnare tempo, non per altro.»

«Paraculo!» Esclamò, dandogli un buffetto sulla schiena, prima di stringersi a lui.

L'avvocato sfrecciò a tutta velocità verso il tribunale. L'udienza era prevista per le nove e loro erano davvero in ritardo, per questo avevano optato per la moto, così avrebbero evitato gli ingorghi in quella mattina di inizio giugno.

«Non mi hai più detto come sta andando la causa di quella famiglia... i Valentini, giusto? Come sta la ragazzina?» Domandò Nives, mentre erano in viaggio.

«Il papà è entrato in comunità per disintossicarsi, la madre non so come è riuscita a sfuggire ai controlli. I risultati delle analisi erano stranamente puliti, ma la famiglia è entrata comunque nel programma degli assistenti sociali. Clizia non ha ancora sedici anni.»

«Tu l'hai vista? Poverina, chissà cosa starà passando. Fu lei a chiedere aiuto, no?»

«Sta come un'adolescente che ha denunciato i genitori tossicodipendenti alle autorità. Il tribunale le ha assegnato uno psicologo per intraprendere un percorso e nel frattempo aspettiamo l'udienza del3 mese prossimo per stabilire la potestà della madre.»

«Adesso è ancora con lei?»

«Sì, ma se non dovesse risultare idonea verrà disposto il trasferimento della ragazza in una casa famiglia. Non c'è nessuno per l'affidamento. Questa è una cosa che mi dispiace molto, sai? È vero che ad oggi le strutture che ospitano i ragazzi sono super accoglienti, ma Clizia ha bisogno di altro. Di amore, di affetto, di calore. Ha bisogno di una famiglia, quella che non ha mai avuto. Lei è un piccolo genio della matematica. Ha tanti sogni, come ogni ragazza della sua età, ma se la guardi negli occhi vedi che è già disillusa da questo mondo.»

«Non puoi fare niente per lei? Sembra davvero fantastica.»

«Posso solo sperare che una buona famiglia sia disposta a prenderla in affidamento nonostante l'età. Ma sta' tranquilla Niv, Clizia è una in gamba. È una ragazza con la testa sulle spalle.» La consolò, notando il cambio di voce della sua compagna.

Entrambi avevano preso a cuore quella storia. Solitamente Stefano trattava di separazioni e divorzi, ma essendo un avvocato familiarista potevano capitargli anche cause più complesse e delicate come quella.

«Okay Niv, siamo arrivati. Adesso metti da parte i brutti pensieri, sfoggia il tuo miglior sorriso e andiamo a mandare a cagare quel coglione di tuo marito una volta per tutte.» Le sorrise incoraggiante, mentre le sfilava il casco dalla testa.

Nives ridacchiò, prima di volgergli le braccia al collo e stampargli un bacio sulle labbra. «Signora Greco, lei è una donna ancora legalmente sposata!» Esclamò l'avvocato fingendosi scioccato.

«Non dicevi così la notte scorsa, brutto ingrato.» Lo colpì estremamente divertita.

«Di certo non dirò niente stanotte, quando sarai mia a tutti gli effetti.» La strinse a sé in un caldo abbraccio.

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