Capitolo 15

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La notte trascorsa dopo la dichiarazione di Stefano fu una delle peggiori per Nives e non perché si sentiva in colpa nei confronti del suo coinquilino per non aver ricambiato i suoi sentimenti, ma perché era stata così male fisicamente che ad un certo punto aveva creduto anche di morire. I crampi addominali l'avevano accompagnata per tutto il tempo, per non parlare poi delle nausee; insomma nulla di nuovo rispetto alla notte precedente, se non fosse stato anche per le perdite di sangue che si era ritrovata negli slip. L'ansia che aveva provato in quel momento era stata tanta. Temeva che ci fosse in atto un aborto spontaneo, senza nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi che il test fatto due prima prima potesse essere un falso positivo e che si trattasse delle mestruazioni arrivate con due mesi di ritardo. Conosceva così bene il suo corpo e il suo ciclo che per lei era impossibile e che quelle perdite dovevano corrispondere per forza ad un'interruzione spontanea. In un primo momento aveva anche pensato di dirlo a Stefano, ma non voleva farlo preoccupare più di tanto. Aveva comunque in programma di recarsi dal suo ginecologo, quindi avrebbe risolto tutti i suoi dubbi.

Tuttavia Stefano aveva notato che c'era qualcosa che non andava. Dopo la discussione avuta la sera precedente e Nives che non aveva fatto nient'altro che entrare e uscire dal bagno per l'intera notte, aveva intuito che non stesse bene. Poiché però voleva tenere fede alla promessa che le aveva fatto, ossia che l'avrebbe aiutata solo se lei gliel'avesse chiesto, si era limitato ad aspettare pazientemente, ma quando l'aveva sentita uscire dalla camera non ci aveva pensato due volte prima di raggiungerla.

«Neve?» la richiamò piano, per non spaventarla mentre lei si sedeva sul divano con una tazza di camomilla tra le mani.

«Ehi, Ste, buongiorno.» lo salutò con un lieve sorriso sulle labbra, tentando di nascondere una smorfia di dolore per i continui crampi alla pancia.

«Sei pallida.» constatò, portandole una mano sulla fronte per controllarle la temperatura «Non ti senti bene, vero?»

«Nah, tutto nella norma, sta' tranquillo.» lo rassicurò, prima di indicargli la macchinetta del caffè sul fuoco «L'ho messa su un paio di minuti fa, dovrebbe stare uscendo.»

«Tu puoi prenderlo?» le chiese con un cipiglio curioso, infatti Nives scosse la testa.

«Ho la nausea solo a sentirne l'odore. L'ho fatto per te, ma prendilo fuori al balcone, ti prego.»

«Niv, devi andare da un medico, non posso più vederti così.» le disse in tono preoccupato, dandole le spalle per recarsi verso la cucina e tirando un lungo sospiro.

«Lo so, ci vado stamattina. Sveva sarà qui tra poco, mi accompagna lei.»

«Perché lei sì e io no?» borbottò scontroso.

Non capiva perché lei si ostinasse a rifiutare ancora il suo aiuto. Voleva starle accanto, essere presente in quel momento particolare in cui era sicuro che lei avesse bisogno di aiuto e supporto.

«Perché tu hai un appuntamento.» gli ricordò ridacchiando divertita di fronte a quella reazione totalmente contrariata.

La verità era che stava cercando di preservarlo il più possibile. Sentiva dentro di sé che c'era qualcosa che non andava e le perdite che si era ritrovata quella mattina ne erano la conferma.

«Sicura che viene Sveva? Non è che mi dici una bugia come quella del cinema?» le domandò in tono serio, riservandole uno sguardo scrutatore mentre beveva il caffè a debita distanza.

«Chiamala... se non ti fidi.» alzò le spalle in un gesto noncurante, convinta che non sarebbe mai stato capace di fare una cosa del genere, ma Stefano recuperò il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni del pigiama e a Nives per poco non andò di traverso la camomilla che stava sorseggiando.

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