Capitolo 7

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Le giornate dell'avvocato Berlingieri andavano più o meno tutte allo stesso modo: la mattina solitamente la trascorreva in tribunale tra le varie udienze; ad ora di pranzo riusciva a stento a prendersi un po' di tempo per mangiare un boccone; e dal primo pomeriggio fino a tarda sera riceveva i clienti nel suo ufficio, rigorosamente su appuntamento preso da Rosalba, la segretaria dello studio. Stefano era ormai abituato alla sua frenetica routine, tanto da non sentire nemmeno più la stanchezza di giornate così piene, ma dopo quella notte passata in bianco a chiacchierare con la sua cliente, ch'era divenuta anche la sua nuova coinquilina, faticava a tenere gli occhi aperti.

«Avvocato?» la segretaria bussò educatamente alla porta dell'ufficio di Stefano prima di entrare «C'è una persona per lei, Avvocato, ma non aveva un appuntamento, cosa faccio?» gli chiese rimanendo sull'uscio in attesa.

La signora Rosalba, segretaria dello studio dagli esordi dei due fratelli Berlingieri, era una vera e propria risorsa. Svolgeva il suo ruolo con grande precisione e professionalità, infatti, sia Stefano che Simone le avevano più volte detto di rivolgersi a loro in modo informale, dopotutto potevano essere figli suoi per la grande differenza d'età, ma lei era sempre rimasta al suo posto, lavorando in modo composto ed impeccabile. Gestiva l'agenda degli appuntamenti così minuziosamente che gli imprevisti non erano mai contemplati. Ed era proprio questo il motivo per il quale adesso si trovava nell'ufficio del suo capo con un'espressione desolata e irritata al tempo stesso.

«Ci sono altri appuntamenti dopo?» le domandò rivolgendole uno sguardo rassicurante.

«Il prossimo appuntamento è alle 17, Avvocato.» gli rispose ricambiando con un sorriso.

«Tra più di un'ora, perfetto. Allora falla pure accomodare, ci penso io. Grazie Rosalba.» la congedò cordialmente, prima di tornare con lo sguardo sul suo portatile.

La verità era che avrebbe volentieri voluto cancellare tutti gli appuntamenti del giorno, si sentiva stanco e per questo non era dell'umore adatto per ricevere dei clienti, soprattutto quelli che non avevano un appuntamento. Ma al tempo stesso non voleva scombinare la tabella di marcia della sua segretaria, tantomeno sottoporla a dello stress inutile, perché sapeva che sarebbe successo. Eppure, non appena incrociò lo sguardo della persona che aveva appena varcato la soglia del suo ufficio desiderò con tutto se stesso di aver dato degli ordini diversi alla stessa Rosalba.

Manuel Ferraro giaceva sulla porta in un abito da sartoria impeccabile e l'espressione più arrogante che Stefano gli avesse mai visto addosso «"Stefano Berlingieri."» esclamò riluttante «Quando il mio legale mi ha detto il nome dell'avvocato che mi mandava un ricorso di separazione per conto di mia moglie non volevo crederci, ma poi mi ha mostrato la notifica del tribunale e su quel fottuto documento c'era il vostro timbro del cazzo.» sputò acidamente, avvicinandosi alla scrivania con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e una postura così rilassata che trasudava sicurezza allo stato puro.

«Che diavolo ci fai qua?» domandò Stefano, alzandosi di scatto per trucidarlo con lo sguardo e stringendo le mani in due pugni.

Tra lui e Manuel c'erano dei trascorsi per niente piacevoli risalenti a dieci anni prima. Il fratello di Stefano, Simone, aveva condotto una causa penale nei riguardi dello stesso Manuel che non era finita proprio nel modo in cui speravano. Ancora una volta soldi e potere avevano prevalso sulla giustizia e poiché per i due fratelli Berlingieri il motivo era più che personale, non avevano mai mandato giù quell'ingiusta sconfitta.

«Siediti, Avvocato!» gli ordinò con tono pungente e canzonatorio «Sono qui solo per discutere di affari.» lo informò, prendendo posto su una delle due sedie davanti alla scrivania.

«Affari?» domandò Stefano sarcastico, lasciandosi sfuggire una risatina nervosa mentre tornava seduto sulla sua sedia «Io non faccio affari con te!» sputò acidamente, lanciandogli un'espressione di puro disgusto.

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