Capitolo 9

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La convivenza tra i due nuovi coinquilini si stava rivelando più che funzionale. I due giovani amici avevano trovato un equilibrio tutto loro, che aveva portato il rapporto a rafforzarsi giorno dopo giorno. Nives aveva scoperto in Stefano un ottimo confidente, ch'era presente in qualsiasi momento delle sue giornate, sia quando l'entusiasmo di approcciarsi ad un nuovo inizio della sua vita prendeva il sopravvento, sia quando il malumore la colpiva all'improvviso. Anche lo stesso Stefano aveva trovato nella sua coinquilina un'ottima alleata. Una costanza presente e gradevole, che rendeva le sue mattinate e le sue serate più piacevoli e divertenti.

Si erano organizzati al meglio anche con la questione sulle ristrutturazioni. Nives aveva deciso di partire proprio dall'appartamento che condividevano perché non c'era molto su cui lavorare, avrebbe dovuto solo creare un progetto per rimodernare la camera che sarebbe diventata la sua. Non voleva privare il suo coinquilino della sua stanza per troppo tempo e così, in un paio di giorni, dopo aver preso le misure necessarie, aveva ideato un disegno perfetto, che non avrebbe comportato nessun costo aggiuntivo. Aveva molte conoscenze nel campo delle ristrutturazioni, tra operai e lavoratori che le dovevano dei favori avrebbe risolto la situazione in un attimo e senza sborsare un solo centesimo. Poi sarebbe passata ai servizi successivi, occupandosi dello studio Berlingieri e della casa della mamma di Stefano, anche se non era sicura di quest'ultimo lavoro, perché non aveva capito se l'avvocato era serio o meno quando gliel'aveva proposto. Ad ogni modo, si sarebbe dovuta sbrigare poiché non gli avrebbe ovviamente chiesto un compenso in cambio e lei aveva decisamente bisogno di rimettersi in gioco, tornando a lavorare. Non poteva continuare a vivere a spese altrui. La rete di clienti che si era creata dopo il master la considerava ormai persa. Tutti, in un modo o nell'altro, erano legati al nome di Manuel e lei non aveva intenzione di averci a che fare, né con lui, né con chiunque gli leccasse i piedi per entrare nelle sue grazie. Era una giovane architetto in gamba, per questo ce l'avrebbe fatta anche senza l'aiuto di un uomo potente e pieno di soldi.

E la possibilità di ricrearsi una nuova rete di clienti arrivò un pomeriggio di fine marzo, bussando semplicemente alla sua porta. Nives aveva da poco salutato gli operai, che avevano concluso tutto il lavoro, e stava per l'appunto pulendo tutta quella polvere che inevitabilmente avevano alzato questi ultimi nel cambiare gli infissi della sua camera da letto. All'ingresso una giovane e bellissima donna, vestita di tutto punto, aspettava sulla soglia.

«Buon pomeriggio, se è una condomine del palazzo ed è venuta a lamentarsi per il casino degli operai, le chiedo scusa. Ma ho una buona notizia, perché oggi hanno finalmente terminato il lavoro.» si scusò ancor prima che la donna potesse parlare, rivolgendole un mesto sorriso e pulendosi dalla guancia un po' di polvere.

«Oh no, non si preoccupi, non sono qui per lamentarmi. In effetti sarò presto la sua vicina di casa, ho concluso l'affare proprio oggi e mi sa che sarò io a dovermi scusare non appena inizierò anch'io con i lavori di ristrutturazione. Ahimè, temo di essere ancora in alto mare dal momento che non ho neanche un architetto.» ridacchiò la sconosciuta, indicando la porta di fronte.

«Credo che questo sia il suo giorno fortunato, futura vicina di casa. Mi presento, Nives Greco, sono un architetto.» le porse la mano con un sorriso a trentadue denti.

Non credeva che la fortuna arrivasse in questo modo, bussando direttamente alla porta di casa, ma era proprio ciò che era appena successo. Tuttavia, avrebbe dovuto aspettare a parlare di fortuna, dal momento che quello che le disse dopo la fece sorridere un po' di meno.

«Marta Brighi, sono un medico chirurgo ed oggi è davvero il mio giorno fortunato. Avevo bussato a questa porta perché credevo che qui abitasse Stefano, un mio vecchio compagno di scuola, e invece ho trovato un architetto, pazzesco!» ricambiò la stretta di mano, mostrandole un autentico sorriso.

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