Capitolo 14

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Il malumore di Nives si era protratto anche per il giorno successivo, rendendola agitata e nervosa per la maggior parte del tempo. Per non parlare poi dei dolori addominali che l'avevano torturata per l'intera notte o il senso di nausea che l'aveva fatta entrare e uscire dal bagno in continuazione. Se non avesse scoperto di essere incinta il giorno precedente, avrebbe pensato di sicuro ad un'intossicazione o un'influenza, ma quei sintomi erano tutti riconducibili proprio alla sua condizione.

Stefano aveva provato a starle vicino in tutti i modi, sacrificando la sua giornata in famiglia per accudirla, ma a parte prepararle camomille di continuo o riempirle più volte la borsa d'acqua calda, non aveva potuto fare di più, perché la sua coinquilina aveva dormito per la maggior parte del giorno. Solo verso sera, dopo essere riuscita a mandare giù un po' di riso in bianco, Nives si era unita alla compagnia dell'avvocato nel loro salotto.

«Ehi, fiocco di neve, come ti senti?» le chiese dolcemente quando la vide raggiungerlo sul divano, avvolta dalla testa ai piedi in un caldo plaid di pile.

«Non aver rimesso quel poco di riso che ho mandato giù è già un grande traguardo.» borbottò stendendosi accanto a lui, che invece era seduto e faceva zapping sulla tv.

«Ma sei proprio sicura di non voler prendere qualcosa? Posso fare un salto in farmacia se vuoi, ci sono quelle notturne nel quartiere.» le chiese premuroso.

Non riusciva più a vederla in quello stato. Anche lui non aveva chiuso occhio la notte precedente, perché l'aveva sentita agitarsi per tutto il tempo. Era anche corso in camera sua un paio di volte, ma di fronte all'ennesimo rifiuto da parte della stessa alla fine si era rassegnato, ritornando nella sua stanza con un forte senso di tormento.

«Non preoccuparti, Ste, sono un po' contro i medicinali, li prendo solo in casi estremi.» gli disse cercando di essere quanto più convincente possibile.

La verità era che non sapeva che cosa potesse prendere oppure no per via del bambino. Avrebbe dovuto fare le analisi ed un controllo al più presto, ma in quel giorno ancora festivo non aveva potuto fare granché. I laboratori d'analisi erano chiusi e di certo non avrebbe potuto contattare il suo ginecologo di fiducia. Sarebbe potuta andare in ospedale, ma la situazione non era così grave da arrivare fino a tanto, per di più in quel caso avrebbe dovuto mettere al corrente Stefano per non farlo preoccupare e non le era sembrato proprio il caso. Poteva resistere un giorno in più anche se era preoccupata. Sapeva che i primi sintomi di gravidanza potevano essere così invadenti, ma non credeva fino al punto da farla contorcere per i dolori addominali. Temeva che ci fosse qualcosa che non andava, perché non era mai stata così, ma lo avrebbe scoperto solo il giorno successivo, quando non avrebbe avuto addosso la pressione di Stefano. Era grata per quello che lui stava facendo, la stava accudendo e si stava preoccupando in un modo così amorevole che nemmeno Manuel si era mai comportato così con lei. Quella faccenda però era personale e doveva sbrigarsela da sola.

«Cosa vuoi vedere? Ho anche l'abbonamento Disney se preferisci i cartoni animati.» ridacchiò al ricordo di lei qualche giorno prima al cinema mentre era in una valle di lacrime per il finale di un film per bambini.

Al che Nives si voltò verso di lui per guardarlo dal basso con un entusiasmante sorriso sulle labbra «Inside Out, è il mio film preferito della Pixar. L'anno prossimo esce anche il secondo.»

«E va bene, sarà un piacere rivederlo, piccola bambina amante dei cartoni animati.» la prese teneramente in giro, ricambiando il sorriso mentre apriva l'applicazione del servizio sulla televisione.

«Non beffarti così di me, hai detto "rivederlo", no? Tanto lo so che sei un bambinone anche tu, orso yoghi brontolone.» controbatté lasciandosi sfuggire una risatina e avvicinandosi a lui per posargli la testa sulle gambe.

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