Erano scoccate le sette e la luce chiara del mattino penetrava dalla finestra della sua camera; Harry, quella mattina, si era svegliato prima del previsto. Anzi, a dire il vero, non aveva proprio dormito. La sera precedente, quando ritornarono alla Comunità, condusse Louis in una camera ma, nel momento in cui stava uscendo, il liscio, gli chiese, timidamente, di restare; lui non riuscì a negare l' invito e, con un leggero sorriso, si sedette vicino al letto. Louis si addormentò subito e Harry passò tutta la notte a guardarlo: aveva il viso rilassato e, dalla bocca socchiusa, uscivano dei piccoli versi. Era perfetto, con i capelli scompigliati e le guance leggermente arrossate. Per non parlare delle labbra: due linee sottili, che fan venire voglia di riempirle di baci. Al riccio, sfuggì un sorriso, quando gli accarezzò la guancia.
Verso le sei, decise di lasciare il ragazzo per andare a farsi una doccia e, ora, si ritrovava davanti allo specchio della sua stanza; da quando era in Brasile, la sua pelle aveva preso colore e aveva perso qualche chilo. Indossò un paio di pantaloncini e si diresse verso la mensa. Arrivato, decise che avrebbe fatto colazione con Louis; così, prese un vassoio e, dopo aver preso qualche fetta di torta e qualcosa da bere, si avviò verso la stanza del ragazzo. Quando fu davanti alla porta, bussò, ma, non udendo nessuna risposta, entrò: Louis era già sveglio ed era seduto sul davanzale della finestra.
Il liscio perse un battito vedendo l' altro: era a petto nudo e i capelli erano ancora bagnati. Era stupendo.
"Cosa stai facendo?" chiese Harry perplesso, mentre posava il vassoio sul tavolino.
"Non vedi? Me ne sto andando"
"Perchè?"
Louis scese dal davanzale e si avvicinò al ragazzo.
"Non posso cambiare... Non mi puoi cambiare. Ormai, mi trovo in un vicolo cieco e, per me, non c' è più via di uscita. Perdi tempo con me, Harry". Il ragazzo, durante il discorso non spostò mai lo sguardo da quello del riccio e, Harry, poteva vedere che aveva gli occhi lucidi. Il tono della sua voce era rassegnato, sconfitto dal fatto che, ormai, conosceva il suo destino.
"Ne abbiamo già parlato ieri. Ti eri convinto. Perchè hai cambiato idea?" chiese Harry, preoccupato di aver allontanato il ragazzo per l' ennesima volta.
"Non voglio che mi aiuti! Non voglio tornare dalla mia famiglia! Non voglio ritornare alla mia vita!" Louis aveva alzato leggermente il tono della voce. "Non posso..." concluse, sussurrando l' ultima parte del discorso.
"Qual è il tuo problema?"
"Tu non puoi capire!" urlò il liscio e, chinandosi sulle sue gambe, portò le mani sugli occhi iniziando a piangere. Harry non aveva mai visto Louis in quelle condizioni; era spaventato dalla sua reazione, ma, dopo aver imitato lo stesso gesto dell' altro ed essere arrivato alla sua stessa altezza, gli disse: "Aiutami a farlo." Spostò le mani del liscio dai suoi bellissimi occhi azzurri, ora arrossati a causa del pianto.
"Aiutami a capire..." concluse, sussurrando.
"Ti prego, lasciami andare Harry." disse Louis con una supplica. Era disperato; sembrava che avesse paura di tornare alla sua vecchia vita.
"Non lascerò che tu ti rovina"
"Per favore" tentò un' ultima volta.
Harry gli accarezzò una guancia, ancora rigata dalle lacrime.
"Non devi avere paura."
Poi abbracciò Louis, che scoppiò nuovamente in lacrime e, accarezzandogli i capelli, lo rassicurò.
"Insieme ce la faremo" concluse il riccio, sussurrando nell' orecchio dell' altro.
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Save Me-Larry Stylinson
FanfictionHarry è un missionario che parte per il Brasile con l'intento di aiutare i ragazzi ad uscire dalla strada. Ma un giorno, durante una sua missione, incontrerà un ragazzo dagli occhi azzurri, che gli cambierà la vita. Larry fanfiction