You Have Done With Me

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Harry, si alzò dal suo comodo letto, e si diresse verso la porta della sua camera.
Le guance, erano leggermente rosse e, ancora, bagnate dalle lacrime, mentre, gli occhi, erano gonfi e lucidi.
Quando l' aprì, si ritrovò davanti, un ragazzo, più basso di lui, dagli occhi azzurri come il ghiaccio. Le sue labbra, contornavano un sorriso a trentadue denti, mentre, vicino ai suoi occhi, si potevano intravedere, delle piccole rughette. Harry, pensò che fosse dannatamente perfetto. I due, rimasero qualche secondo a fissarsi, finchè Louis non ruppe il silenzio.
"Allora, mi fai entrare, o pensi di rimanere a guardarmi per tutto il giorno?"
Il riccio arrossì, e dopo essersi spostato, per permettere al liscio di entrare nella sua stanza, richiuse la porta. Quando si voltò, trovò l' altro, seduto sul letto, intento a fargli cenno, di sedersi vicino a lui. Harry obbedì molto volentieri.
"Ora mi spieghi perchè stavi piangendo?" chiese Louis, quando i due furono nuovamente vicini.
Il più piccolo, fu sorpreso di sentire quella domanda: pensava, anzi, sperava, che l' altro non se ne fosse accorto. Non gli andava di parlargli dei suoi problemi, di farsi vedere fragile davanti agli occhi di Louis.
"Non stavo piangendo!" provò a giustificarsi.
"Per favore Harry, puoi ingannare chiunque, ma non me. Hai gli occhi gonfi e lucidi, e non provare a dirmi che è allergia, perchè non ti credo."
Il riccio sospirò, rassegnato al fatto di dover raccontare tutto al liscio.
"Oggi, ho incontrato un ragazzo, che lavorava con mio padre, e mi ha raccontato delle storie, su di lui, che non conoscevo."
"Che cosa, che si drogava?"
A Harry scappò un sorriso; da quando i due, iniziarono ad avvicinarsi, il riccio scoprì che, a Louis, piaceva molto scherzare e, vedere come lo facesse con il suo problema, era sorprendente.
"No! Ho scoperto che, qui, aveva un' altra vita."
"In che senso?" chiese l' altro, curioso.
"Nel senso che, nonostante fosse sposato con mia madre, qua incontrò un' altra ragazza, di cui si innamorò e ebbe dei figli"
"E cos' è la cosa che ti da fastidio? Il fatto che lui fosse felice con un' altra famiglia, che non era la tua, o il fatto che vi abbia tradito?"
Harry sussultò a quella domanda; non aveva mai visto la situazione, da quel punto di vista. E se l' altro avesse avuto ragione? Se, il fatto che, suo padre, fosse felice con qualcuno che non fosse lui, era la cosa che lo faceva stare male?
"Non lo so" disse infine il riccio, rispondendo al ragazzo.
"E adesso? Cosa pensi di fare?"
"Non lo so, volevo andare a cercare l' amante di mio padre, ma, Niall, mi ha detto che non si hanno più sue notizie, da quando mio padre è morto."
"Niall?" chiese Louis. Quel nome, gli sembrava già di averlo sentito.
"Il ragazzo che lavorava con mio padre" disse Harry, quasi fosse ovvio, chi fosse.
Il liscio posò una mano, sulla spalla dell' altro. Voleva risollevargli il morale, rivedere di nuovo il suo bellissimo sorriso, ma non sapeva come fare.
"Vedrai che si sistemerà tutto" disse poi, sincero.
Il riccio si voltò verso di lui, e gli accennò un sorriso.
"Tutto qui, quello che sai fare?" Disse Louis, stuzzicandolo.
"Perchè, tu sapresti farmi fare di meglio?" disse l' altro, accettando la provocazione.
"Cos' è, una sfida?"
"Può darsi!" rispose Harry, con un sorriso a trentadue denti.
E presto, i due ragazzi si ritrovarono sdraiati sul letto: Louis sopra, intendo a fare il solletico al suo amico, mentre il riccio, sotto, cercando di scansare le mani dell' altro. Harry, era felice del fatto che, finalmente, il liscio, si stesse aprendo con lui. Stavano instaurando un buon rapporto di amicizia, e sentiva che stava facendo la cosa giusta. Dopo innumerevoli suppliche, da parte di Harry, il liscio si fermò. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza: i nasi si sfioravano, i respiri affannati si mischiavano e, i loro sguardi s' incrociavano. Si erano persi l' uno nell' altro.
"Te lo avevo detto che avresti perso la sfida" disse Louis.
"E ora, qual è la mia penitenza?" sussurrò Harry, non togliendo lo sguardo dal ragazzo sopra di lui.
Louis, avrebbe voluto dirgli che avrebbe dovuto baciarlo, ma si limitò ad alzarsi e cambiare argomento.
"Domani pomeriggio devo incontrarmi con Eleanor!"
"Perchè?" chiese Harry, sistemandosi la maglia. Nella sua voce, si poteva percepire un leggero tono di rabbia.
"Vuole farmi conoscere sua figlia, però..." Louis, non ebbe tempo di finire la frase, che fu interrotto dall' altro.
"Ma domani dobbiamo incontrare Walter!" il riccio, aveva alzato la sua voce.
"Lo so, ma..." venne nuovamente interrotto.
"Oggi, ho fatto una brutta figura con lui! Non vede l' ora di conoscerti! E tutto, solo per quella Eleanor!" il riccio, pronunciò il nome della ragazza, con disprezzo.
"Cosa c'entra Eleanor adesso?" ringhiò l' altro.
"C'entra, perchè da quando stai di nuovo con lei, sei cambiato!"
"Cambiato?! Dove?! Tu sei pazzo! E cosa pretendi che faccia, non vederla più?"
"Non sarebbe una cattiva idea!"
Harry, si accorse troppo tardi della risposta che diede al liscio. Si era fatto prendere la mano, e la gelosia si era impossessato di lui.
Louis si avvicinò al riccio e, mentre aveva la mascella serrata, gli puntò un dito contro.
"Sai cosa ti dico riccio? Tu non puoi dirmi quello che devo fare! Sono grande abbastanza. E, se pensavo che tra noi, potesse nascere un' amicizia, mi sbagliavo! Con me hai chiuso!" la sua voce, era fin troppo calma. Con quelle parole, Louis uscì dalla stanza, sbattendo la porta con rabbia, lasciando un ragazzo riccio, in lacrime.

Save Me-Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora