The Picture

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I giorni erano volati, portando con sè la fine di Novembre, e facendo spazio ad un Dicembre afoso. A Rio era iniziata da poco l' estate e, Harry, poteva giurare, di non aver mai patito tanto il caldo come in quei giorni. Lui veniva da un paesino dove, di solito, pioveva quasi tutto l' anno e, le temperature, non erano delle migliori, per questo non era abituato a questo genere di clima.
Tra i due ragazzi andava a gonfie vele. Certo, erano sempre costretti a nascondersi, e di conseguenza erano davvero pochi i momenti in cui potevano stare veramente insieme, ma a loro sembrava andare bene così. Anche se, il riccio doveva ammettere che, per un motivo a lui sconosciuto, ultimamente Louis era sempre più nervoso. Aveva provato più volte a parlargliene, ma finivano sempre con l' insultarsi e litigare. Così, dopo la quinta volta, il riccio lasciò correre.
Notizie del padre non ne aveva più avute da quando aveva incontrato Niall; aveva chiesto a Walter se lui sapesse qualcosa, ma da quando l' uomo aveva scoperto che tra i due ragazzi ci fosse del tenero, si era distaccato molto da lui. A quanto pare, gli facevano schifo i gay.
Gli mancava molto la famiglia, ma per fortuna, grazie al lavoro e al liscio, poteva distrarsi e non pensarci molto.
Louis, dopo quella dichiarazione, finalmente si era deciso di farsi aiutare definitivamente, aggrappandosi unicamente all' aiuto del riccio e di Eleanor, anche se lui non la vedeva ancora di buon occhio. Era troppo bella e simpatica per i suoi gusti, senza aggiungere il fatto che sbavava troppo dietro a Louis. Sì, era geloso, ma non si vergognava di ammetterlo, forse non davanti al ragazzo, altrimenti avrebbe iniziato a montarsi la testa.
Nella sua di testa, invece, in quel periodo girava solo una data: 24 dicembre, compleanno del suo Louis. È vero che mancavano ancora tre settimane, ma non aveva la più pallida idea di cosa fare. Voleva dargli un regalo carino, ma non troppo impegnativo, uno che lo avrebbe fatto commuovere, ma non sdolcinato e romantico. Era complicato, e lo sapeva, ma voleva che quel giorno fosse tutto speciale, anche solo partendo dalla colazione in camera. Per fortuna, aveva ancora tempo per poterci pensare bene.
Spense il ventilatore che si trovava nella sua camera (rubato ovviamente dalla mensa), per poi uscire e dirigersi verso il bagno per farsi una doccia. Tra poche ore avrebbe dovuto vedere Louis e, non sapeva per quale motivo, era agitato. La verità, era che tutte le volte che lo vedeva, era agitato, ma questi sono altri discorsi.
Così, dopo essere entrato nel bagno ed essersi intrufolato sotto la doccia, lasciò che l' acqua spazzasse via la tensione, mentre un sorriso si apriva sul suo viso, consapevole del fatto che, anche quel giorno, Louis ci sarebbe stato.

*

Dire che Louis era agitato, sarebbe stato un eufemismo: era decisamente un fascio di nervi e, appena qualcuno provava a dirgli qualcosa, quello scattava come una molla, aggredendolo all' istante. Il motivo? Quella sera avrebbe dovuto incontrare Zayn per saldare il suo debito. Cosa avrebbe fatto in realtà? Sarebbe rimasto nella Comunità a farsi coccolare da Harry. Anche se, doveva ammettere, che un po' di paura ce l' aveva, nonostante fosse tremendamente convinto, che quel ragazzo non gli avrebbe toccato nemmeno un capello. Non lo sapeva, ma aveva una brutta sensazione. E mentre pensava a queste cose, si ritrovò a camminare, a passo svelto, per il corridoio dirigendosi alla stanza del riccio. Quando arrivò davanti alla porta, la spalancò, senza nemmeno bussare, e si precipitò all' interno dalla camera. Harry era coricato sul letto, a torso nudo, intento a leggere un libro. Non riuscì nemmeno ad avere il tempo per focalizzare quello che stava succedendo, che Louis era già attaccato alle sue labbra come una sanguisuga, mentre con le mani armeggiava con i suoi jeans.
"Ciao anche a te" disse il riccio, appena i due si staccarono per riprendere fiato.
"Ciao" rispose l' altro, con le guance completamente rosse, improvvisamente in imbarazzo. Harry si accorse del fatto che Louis fosse nervoso, e capì che aveva bisogno di pensare ad altro. Così riunì nuovamente le loro labbra, mentre le sue dita si muovevano sotto la maglietta del liscio, accarezzandogli la pelle abbronzata, per poi sfilargliela completamente. Il piú grande, d' altro canto, sapeva che quello non fosse il modo migliore per distrarsi, ma non poteva farci niente se solo quel riccio riusciva a calmarlo e farlo svagare.
Presto i due ragazzi rimasero nudi con i loro corpi accaldati. Louis scese, lasciando sulla pelle candita dell' altro, tanti piccoli baci, fino a quando non si fermò all' altezza del suo membro e lo prese tra le sue labbra, inglobandolo. Da quando avevano fatto l' amore, avevano avuto altre esperienze sessuali, e doveva ammettere che stavano diventando anche molto bravi.
Iniziò a succhiare e leccare l' erezione del più piccolo, mentre con le dita, iniziava a dilatare la sua apertura. Il riccio, d' altra parte, era in una pozza d' acqua, un po' a causa dell' eccitazione che gli stava procurando Louis, e un po' perchè fuori faceva terribilmente caldo. Eppure il liscio, riusciva comunque a trovarlo incredibilmente sexy, con i capelli bagnati attaccati alla fronte.
Quando pensò che Harry fosse pronto, si staccò facendo un leggero 'pop', e, dopo avergli stuzzicato per un' ultima volta la punta con la lingua, si sistemò meglio tra le sue gambe, posizionando il suo membro nell' apertura del riccio. Entrò con un colpo deciso, affondando nelle sue carni e lasciando all' altro, il tempo per abituarsi all' intrusione di quel corpo. Doveva ammettere, che non gli sarebbe mai passata quella sensazione di pienezza che provava ogni volta che entrava nel corpo di Harry. Era come se lo completasse, come se lui fosse stato il pezzo mancante di quel puzzle che cerchi per anni.
Iniziò ad accarezzargli i fianchi nudi e il più piccolo annuì, come se volesse dirgli che fosse pronto. Così Louis, con ancora le mani sui suoi fianchi, iniziò a spingersi dentro di lui, prima lentamente, poi sempre più velocemente, aumentando le sue spinte, mentre l' aria si riempiva di gemiti.
"Lou.." gemette, quando l' altro toccò il suo punto. Poche stoccate dopo, e i due vennero, sporcando i loro corpi e le lenzuola. Il liscio si accasciò vicino ad Harry, per poi mettergli un braccio intorno alle spalle e stringerlo a sè, intanto che cercavano di riprendere fiato. Il riccio iniziò ad accarezzare ogni singolo tatuaggio, mentre con le lunghe dita ne tracciava i contorni neri. Il suo sguardo si posò nuovamente sulla cicatrice, dove poi lasciò un tenero bacio.
"Ti piace quello, vero?" chiese Louis, incollando il suo sguardo al soffitto.
"In realtà preferisco quello che c' è sotto"
Seguirono attimi di silenzio, in cui nessuno sapeva realmente cosa dire.
"Me la sono procurato nel giorno dell' incidente, quando mio padre mi salvò la vita."
Harry non parlò, lasciò che l' altro continuasse il suo racconto, per paura che, se l' avesse interrotto, lui non avrebbe più continuato.
"Quel giorno, noi due, avevamo litigato per una faccenda che ora non ricordo. Così, se ne uscì per calmarsi un po'. Ero solo in casa, e allora decisi di fumarmi una sigaretta, che poi diventarono due e successivamente tre. La quarta decisi che doveva essere una canna, così, dopo averla accesa ed essermi sdraiato nel letto, iniziai ad inalarla. Non so, poi, cosa sia successo, forse era l' effetto di quella droga, o forse era solamente stanchezza, fatto sta che mi addormentai con ancora la canna accesa tra le dita. Mi svegliai circorcondato dalle fiamme e con mio padre, al mio fianco, che mi urlava di alzarmi. Ci dirigendo verso l' uscita, ma quando eravamo quasi verso la porta d' ingresso, una trave cadde dal tetto, finendo sulla sua testa ed uccidendolo. Provai a chiamarlo tante volte, ma non mi rispose mai. Tentati pure di spostare la trave, ma fu tutto inutile. Allora decisi di uscire, ma quando arrivai fuori, trovai mia madre e le mie sorelle in lacrime. Così decisi di scappare e nascondermi a Crackolandia. Sono un mostro capisci? Ho ammazzato mio padre e rovinato la vita di quella di mia madre e delle mie sorelle. Non sono riuscito neanche a salvare il suo corpo. Non merito il bene di nessuno."
Harry si fermò a guardare quegli occhi pieni di lacrime e dolore, e avrebbe voluto veramente fare qualcosa per alleggerirgli quel peso, ma non sapeva cosa. Quando finalmente si decise a parlare, l' altro lo interruppe.
"E invece tuo padre?" chiese, fissando finalmente il suo sguardo in quello del riccio e sorridendogli.
"Anche mio padre è morto 3 anni fa"
"Quello lo sapevo già. Dimmi qualcosa che non conosco, non so, per esempio, com' era?"
"Era un uomo fantastico e, anche se nell' ultimo periodo non era mai a casa, sapevo di poter contare sempre su di lui. All' inizio lo odiavo per le sue lunghe assenze, ma poi capii che lo faceva per una giusta ragione, per aiutare quelle persone più sfortunate di me. Così iniziai a stimarlo, e decisi che quando sarei diventato grande, sarei diventato come lui. Anche se, adesso, provo del rancore nei suoi confronti. Sai, da quando ho scoperto che aveva un' altra famiglia."
"Haz, all' amore non si comanda, lo sai vero?"
"Lo so, ma questo cosa vuol dire? Che non amava più mia madre?"
"Le storie finiscono, che noi lo vogliamo o meno. Certo, continuava a volergli bene, ma i suoi sentimenti erano cambiati. Non puoi fargliene una colpa per questo. La cosa più importante, è che per te ci sia sempre stato."
Harry fece una smorfia, non del tutto convinto su quello che aveva detto Louis.
"Mi fai vedere una sua foto?" Se ne uscì, tutto ad un tratto.
"No"
"Perchè no?"
Il liscio doveva ammettere di esserci rimasto un po' male.
"Perchè l' unica foto che ho con lui, ho una faccia troppo imbarazzante." ammise il più piccolo, con un sorriso e le guance leggermente rosse.
"E allora?! Scommetto che un piccolo Harry goffo e impacciato, è ancora più tenero!"
"Mmmh, ci hai provato, ma la risposta non cambia, mi spiace!"
E detto questo, gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra e si alzò.
"Dove stai andando?"
"Devo andare in bagno."
Poi si vestì ed uscì dalla camera, lasciandolo da solo.
Louis si alzò velocemente dal letto ed iniziò a frugare nei pochi cassetti della scrivania del riccio, alla ricerca di quella fottuta foto. Non sapeva perchè, ma all' improvviso, l' idea di vedere un bimbo tutto ricci, fossette e occhi verdi, lo allettava da morire. Cercò ovunque, ma di quella immagine, neanche l' ombra. Pensò pure di aprire tutti i libri che possedeva, ma erano troppi e lui sarebbe arrivato da un momento all' altro.
L' ansia e l' agitazione presero il sopravvento e si ritrovò a saltellare per la camera, fino a quando non inciampò in qualcosa e cadde con la schiena sul pavimento. Iniziò a massaggiarsi con una mano, il punto dolorante, mentre con l' altra raccoglieva i pantaloni di Harry ai suoi piedi. Ma quando le sue dita sfiorano una tasca di quei jeans, toccò qualcosa di duro. Incuriosito, prese quell' oggetto e... Ma certo, il portafoglio! Come aveva fatto a non pensarci prima?! Lo aprì e subito andò a frugare tra i taschini, fino a quando non la trovò. Louis si fermò prima a vedere l' immagine di un bambino biondo, con i capelli coperti di boccoli, gli occhi verdi che brillavano grazie alla luce del sole, la pelle bianca come il latte e un sorriso smagliante con tanto di fossette. Un sorriso spontaneo nacque sulle labbra del liscio, di fronte a quella figura meravigliosa e tenera. Poi, il suo sguardo, cadde sull' uomo al suo fianco, e i suoi occhi si sgranarono. Lo fissò per due minuti, mentre le mani iniziarono a tremare. Non ci poteva credere, non poteva essere lui, era sicuramente uno scherzo.
"Cosa stai facendo?"
Una voce rituonò per la stanza. Louis alzò lo sguardo sul ragazzo, mentre nella sua mente risuonavano solo tre parole: 'Non può essere'.

Save Me-Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora