"Cosa stai facendo?" chiese il riccio.
"N-niente" rispose Louis, mentre con le mani tremanti, riponeva la foto nel portafoglio. Harry si accorse subito dell' imbarazzo del liscio e si sentì in colpa per averlo fatto agitare.
"Ehi, stavo scherzando. Guarda che non è così grave."
"O-ok" disse con voce rotta a causa dello shock, mentre si rivestiva.
"Allora? Che te ne sem.." Harry si bloccò: all' improvviso il liscio si comportava in modo strano.
"Ma che ti prende, L-"
Il più piccolo non ebbe neanche il tempo di formulare la domanda, che Louis gli lasciò un bacio a stampo e, con un misero 'Ciao', lo congedò, scappando velocemente dalla camera e lasciandolo solo.
'Bah, e chi lo capisce?!' Pensò Harry, mentre si avvicinò ai suoi jeans e, estraendo di nuovo quella immagine dalla tasca, iniziò a fissarla, mentre i ricordi del padre gli pervasero la mente.*
Louis camminava per il corridoio, più agitato che mai. Possibile che quell' uomo fosse veramente lui? Eppure era sicuro di averlo riconosciuto, l' aveva fissato per interi minuti. All' improvviso, tutte le immagini di quella sera, gli ritornarono in mente. Ora ricordava il perchè, quei due, avessero avuto una sfuriata. E ricordava anche il perchè non lo avesse perdonato, in fondo lui aveva ragione. Ma tutti i discorsi che aveva fatto al riccio sull' amore? Adesso toccava a lui, sarebbe riuscito a perdonare il padre per quello che aveva fatto?
'Cazzo, Harry' pensò ad un tratto. Come avrebbe dovuto comportarsi con lui? Avrebbe dovuto dirglielo e rischiare di perderlo o avrebbe dovuto tenerglielo nascosto, con la paura che un giorno l' avrebbe scoperto e, quindi, l' avrebbe perso comunque? Ma, magari, non l' avrebbe mai scoperto. Ma Louis, sarebbe riuscito a vivere in Eterno con il rimorso di non avergli mai rivelato la verità? Pensandoci bene, però, stava già vivendo con il rimorso di aver ucciso il padre, quindi non sarebbe stato molto difficile aggiungere anche questa scoperta. Ma sarebbe stato giusto nasconderglielo? Però, doveva ammettere che lui era troppo egoista per far si che una sciocchezza come questa, gli portasse via Harry. Perchè era una sciocchezza vero? Non sapeva più cosa pensare, era così confuso e avrebbe voluto confidarsi con qualcuno, ma di chi si poteva fidare lì dentro?
Entrò velocemente in camera sua, sbattendo la porta, e con il respiro affannato si sedette sul letto. Iniziò a torturarsi i capelli, mentre tutti quei pensieri gli affollarono la mente. Ad un tratto, un rumore rimbombò per la stanza e, il liscio, alzò lo sguardo e iniziò a guardarsi intorno spaventato. I suoi occhi si posarono sulla finestra aperta, e, dopo essersi alzato, si diresse verso la sua direzione. Ormai era notte inoltrata e il cielo, nero come la pece, era ricoperto da tante piccole stelle luminose. Chiuse la finestra, ma quando si voltò, ecco che lo vide, quell' oggetto che sperava di non rivedere mai più nella sua vita. Il flashback di quel giorno lo fece tremare dal terrore. Raccolse da terra il sasso, ed aprì il biglietto che era legato ad esso. Aveva incredibilmente paura, anche se tutto il giorno aveva cercato di nasconderla. Si sedette sul letto, con il timore che, dopo aver letto quel pezzo di carta, le sue gambe non avrebbero retto il suo peso e sarebbe svenuto. Trattenne il fiato, mentre i suoi occhi si posavano sull' inchiostro nero.Tomlinson, noi ti avevamo avvertito. Ricordati che noi non scherziamo.
Z & APerfetto, ora si erano pure coalizzati. Che giornata di merda.
*
Come fosse finito a girovagare per le colline nel cuore della notte, non lo sapeva neanche lui. Forse perché il più grande l' aveva abbandonato lì, su due piedi, senza dargli una spiegazione o forse, a causa dei ricordi di quell' estate che aveva trascorso con il padre, quando lui non aveva più di quattro anni. Quell' anno, per lui, fu veramente tragico. Sua madre aveva avuto un aborto spontaneo e stava veramente male, passando le giornate in camera sua a piangere. Harry, anche se era piccolo e non poteva comprendere a pieno la situazione, soffriva per la perdita dei due gemellini che la madre portava in grembo, ma ancora di più per la sua mamma. Non sopportava di vederla così debole e indifesa. In quel periodo, il padre era in Brasile, ma appena venne a conoscenza della notizia partì per Homes Chapel per stare più vicino alla sua famiglia. E piano piano, lui risistemò la situazione, facendo svagare Harry e consolando la moglie. Tutto il dolore finì con la nascita di Gemma, anche se il ricordo di quei piccoli bambini, rimarrà per sempre nelle loro menti.
E fu quando nacque quest' ultima, che Harry e il padre incominciarono a perdere il loro rapporto, mentre lui passava la maggior parte del suo tempo a Rio. All' improvviso aveva voglia di conoscere quella donna che aveva rubato il cuore dell' uomo, che l' aveva fatto allontanare dalla sua vera famiglia. Cosa aveva lei di così speciale? Era arrabbiato, ma allo stesso tempo geloso, perchè avrebbe voluto che fosse lui, l' ultima persona che suo padre avesse visto, quella che gli strappava un sorriso ogni giorno e con cui passava le ore migliori della giornata.
Si sedette sul prato verde, illuminato dal chiarore della luna e delle stelle. L' erba era alta e qualche fiore sbucava tra i fili, dando vivacità al luogo. Accanto a lui c' era un grande albero, dove in quel momento, gli animaletti stavano riposando sui suoi grossi rami.
Aveva voglia di vedere il liscio, ma probabilmente a quell' ora stava già dormendo. Ad un tratto, alzò lo sguardo e, quando vide l' immensa città illuminata sotto di lui, un' idea si fece largo nella sua testa.*
Louis stava piangendo da un' ora. Non ce l' aveva fatta, era scoppiato. Era uscito per prendere una boccata d' aria, e ora si trovava sugli scalini della Comunità, in lacrime. Non ce la faceva più, ogni volta che sembrava aver risolto un problema, ecco che ne spuntava subito uno nuovo. Ma questa volta era diverso, questa volta, sentiva che qualcosa sarebbe andato storto.
"Louis"
Il ragazzo si sentì chiamare, la sua voce era poco più di un sussurro. Alzò velocemente la testa, cercando di capire chi fosse quella persona che, nel cuore della notte, girovagava per la città.
"Eleanor" rispose, dopo averla riconosciuta.
E detto questo, la ragazza si precipitò verso di lui, abbracciandolo e cercando di consolarlo.
"Cosa è successo?"
E Louis non ce la fece più, le raccontò tutto, nonostante si fosse ripromesso di non metterla nei casini, da quando i due ragazzi si misero insieme, fino alla minaccia di morte da parte di Zayn e Adam. Ed ad ogni parola che pronunciava, si sentiva sempre più libero, mentre le lacrime cessarono lentamente.
Eleanor non disse niente, non lo interruppe nemmeno una volta, ascoltava tutto con estrema attenzione.
"Cosa ho di così sbagliato? Perchè succede tutto a me?" chiese il liscio, finendo il suo racconto.
"Niente! Tu sei un ragazzo fantastico Louis, tu non hai niente che non vada. Vedrai che si risolverà tutto. Insieme troveremo una soluzione."
Louis annuì, mentre la ragazza, lo avvolse nuovamente nelle sue braccia per confortarlo.
"Per favore, non dire niente ad Harry. Non voglio metterlo nei guai per colpa mia."
"Tranquillo, rimarrà un nostro segreto."
Passarono attimi di silenzio, fatti di abbracci e carezze.
"Louis, lo so che non è il momento, ma ho bisogno di dirti una cosa."
Il liscio alzò la testa dalla spalla dell' amica, e puntò il suo sguardo in quello di Eleanor, aspettando che lei continuasse. La ragazza fece un lungo respiro, e poi parlò.
"Tu mi piaci davvero tanto, dalla prima volta che ti ho visto drogato, dall' altra parte della strada."
"Anche tu mi piaci El." rispose l' altro con un sorriso.
La ragazza sentì il cuore scoppiargli dalla felicità. Tante volte aveva sognato che questo accadesse, e ora che era successo veramente, non sapeva come comportarsi. All' improvviso, le venne voglia di baciarlo, di assaporare quelle labbra che bramava da anni. Avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, ma quando lui capì le sue intenzioni, si allontanò bruscamente.
"Cosa stai facendo?" le chiese confuso.
Eleanor non rispose, troppo imbarazzata dal rifiuto dell' altro.
Ad un tratto, Louis spalancò gli occhi, mentre comprese quello che gli aveva detto prima l' amica.
'Cazzo' pensò, dandosi mentalmente dell' idiota.
"Eleanor, ascolta. Tu sei una bellissima e bravissima ragazza, ed è vero che mi piaci, ma come amica. Per quanto lo voglia o meno, io sono innamorato di Harry, e non posso farci niente. Non so ancora perchè lui sia così attratto da me, forse è una cosa che non saprò mai spiegare.
Forse è meglio se me ne vado, se tu ti allontani da me. Io so combinare solo casini. Con questo non pensare che io ti disprezzi, anzi, ti voglio davvero tanto bene, ed è per questo che lo sto facendo. Non cercarmi e, se per caso mi incontrassi, non parlarmi. Spero che un giorno capirai questa mia scelta."
E detto questo, Louis si alzò e fuggì dalla ragazza. Stava veramente male per quello che le aveva detto, ma non voleva vederla soffrire ancora per colpa sua. Ora, sapendo che lei nutriva dei sentimenti per lui, non poteva permettersi che Eleanor si affliggesse a causa delle sue emozioni non corrisposte. Magari, se si fossero allontanati, a lei sarebbe passata la sua cotta. E con questo, corse in camera, con l' intenzione di andare a dormire, sapendo che quel giorno, aveva combinato l' ennesimo casino.
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Save Me-Larry Stylinson
FanfictionHarry è un missionario che parte per il Brasile con l'intento di aiutare i ragazzi ad uscire dalla strada. Ma un giorno, durante una sua missione, incontrerà un ragazzo dagli occhi azzurri, che gli cambierà la vita. Larry fanfiction