Kiss Me

197 12 0
                                    

Quella sera, Louis, era furioso, e non gli importava se, qualche minuto prima, quando si diresse da Zayn per comprare del Crack, nuovamente senza soldi, l' altro lo minacciò. Non riusciva a smettere di pensare al riccio; come si permetteva di comportarsi in quel modo? Aveva avuto un atteggiamento infantile e, per di più, odiava chi gli imponeva di fare qualcosa. Da dove arrivava, tutta quella gelosia, nei suoi confronti? Improvvisamente, i suoi occhi si spalancarono: forse Harry, provava qualcosa per lui. Se inizialmente, la speranza, sembrava aver preso il sopravvento, dovette subito mandarla via. Era impossibile che qualcuno potesse invaghirsi di lui, specialmente quel ragazzo dagli occhi smeraldo. Insomma, era così perfetto, e lui così sbagliato. Non erano fatti per stare insieme. Avrebbe finito, solo per rovinarlo e trascinarlo con sè, negli abissi, e sarebbe stato ingiusto.
Si sedette sul marciapiede e, successivamente, accese una sigaretta. Doveva ammettere, che, in fondo, Crackolandia, gli era mancata; quel marciapiede ricoperto di immondizia, le case vecchie senza intonaco, i vicoli ciechi, erano stati la sua casa per tre anni.
Louis, prese dal taschino dei suoi jeans, la pipa, e iniziò a preparare il composto; era riuscito a riprendersela, da Harry, e, pensava, che sarebbe stato bello, tenerla per ricordo, ma non avrebbe mai pensato di riutilizzarla. Aveva promesso al riccio, che non si sarebbe più drogato, e ci stava riuscendo, fino ad allora. Non riusciva a crederci, che stava ricadendo in tentazione; forse era la rabbia, che lo portava a fare ciò, o, forse, semplicemente, una forma di dispetto verso l' altro. Eppure, anche se non riusciva a spiegarsi il perchè, sperava che, da un momento all' altro, arrivasse Harry e lo fermasse, ma sapeva, che lui, non sarebbe mai venuto. Finalmente la pipa era pronta e, Louis, guardò, per l' ultima volta la strada, ma del riccio, non c'era traccia; così, dopo averla accesa, chiuse gli occhi, e appoggiò la schiena contro il muro. Ora, era ancora più arrabbiato di prima, ma, questa volta, verso se stesso. Si era illuso sul fatto, che, per quel ragazzo, lui contasse qualcosa. Portò la pipa alla bocca ma, quando arrivò il momento di inalare il contenuto, qualcuno, tolse, velocemente, l' oggetto dalle sue mani. Louis, aprì, immediatamente gli occhi, e, si ritrovò, davanti, un ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi smeraldo, che, in questo momento, lo stavano fissando.
"Harry.." sospirò il liscio. Non poteva crederci, che lui, fosse veramente lì. Aveva tanto sperato che lui arrivasse, che ora, pensava fosse tutto un sogno.
Il riccio buttò il composto e, senza guardare l' altro, parlò.
"Mi avevi promesso, che non lo avresti più fatto"
La sua voce tremava, segno che stava trattenendo le lacrime.
"Le promesse sono fatte per non essere mantenute" rispose l' altro, con acidità. Doveva, ancora, fargli credere che fosse arrabbiato.
"Hai inalato?"
Louis si alzò da terra, e continuò a guardare l' altro che, ora, stava ricambiando lo sguardo.
"Anche se fosse?"
"Louis, non scherzare su queste cose. Ti sei drogato o no?" Harry aveva alzato la voce.
"No! E poi che t' importa di quello che faccio?"
Ora, anche Louis stava gridando.
"M'importa di quello che fai!" urlò, il riccio. Improvvisamente, gli occhi del liscio si allargarono e, Harry, cercò subito di rimediare alla sua risposta.
"Cioè... Mi importa della salute dei miei pazienti"
Tra i due calò il silenzio, ed, entrambi, abbassarono lo sguardo. Harry, si sentiva così stupido, ma non ce l' aveva fatta a rivelargli i suoi sentimenti. Aveva paura che, l' altro, non lo ricambiasse e, quindi, di perderlo per sempre. Ad un tratto, nell' aria, si sentì il suono di un singhiozzo e, il riccio, alzò improvvisamente lo sguardo; il ragazzo davanti a lui, lo stava fissando e, dagli occhi, scendevano delle lacrime, per poi, ricadergli sulle guance, rigandogliele.
"Louis..." sospirò Harry. Si sentiva terribilmente in colpa e, allo stesso tempo, impotente.
Sul viso del liscio, comparve un sorriso amaro.
"No Harry, lascia stare! Non è colpa tua! Sono io, che sono uno stupido, che mi illudo che tra noi possa nascere qualcosa! Ma cosa mi aspettavo, che uno come te, s' innamorasse di uno come me? Sono proprio uno sciocco! Dovevo capirlo fin da subito, che tra noi, non poteva funzionare! Scusami di tutto, Harry! Perdonami se ti ho fatto perdere tempo! Ma stai tranquillo, d' ora in poi, non mi avrai più tra i piedi"
E, detto questo, Louis corse via e, Harry, rimase fermo a guardare il ragazzo scomparire nella notte. Successivamente, si sedette, sul marciapiede, e, con le spalle rivolte verso il muro, iniziò a giocare con la pipa, che teneva tra le mani. Era un codardo; non era riuscito a rivelargli i suoi sentimenti e, non lo aveva nemmeno fermato, quando era andato via. Ma non poteva perderlo così. Lui, aveva il diritto di sapere che era ricambiato, che anche lui provava dei sentimenti profondi nei suoi confronti.
Così, Harry, si alzò di scatto e, iniziò a correre verso la direzione, dove Louis, precedentemente era scomparso. Aveva il cuore alla gola e, le gambe, gli tremavano, ma non gli importava. Corse finchè, per terra, rannicchiato sul manciapiede, non vide un ragazzo in lacrime. Si fermò a prendere un po' d' aria e, intanto lo osservò: era seduto contro il muro, la testa appoggiata sulle ginocchia e, le mani a coprirgli gli occhi. Harry si posizionò di fronte a lui, e si chinò sulle gambe, così che, potesse arrivare alla stessa altezza dell' altro. Poi, con le mani, scostò quelle di Louis, il quale, alzò immediatamente lo sguardo. I due non dissero niente, erano soltanto presi a guardarsi l' uno negli occhi dell' altro, a perdersi nei loro sguardi. Non si sa, che cosa passò per la mente del riccio; forse era per il modo in cui, il ragazzo più grande, lo stava fissando, o forse, era ancora l' adrenalina per la corsa appena avvenuta o, semplicemente, la voglia di fargli capire i suoi sentimenti, che lo spinsero a posare le labbra su quelle di Louis. Erano come le aveva sempre immaginate: morbide. Gli occhi, di Louis, inizialmente, si spalancarono, sorpresi da quel gesto inaspettato, ma poi, si chiusero immediatamente. Presto, la lingua di Harry, chiese accesso nella bocca dell' altro, che non respinse l' invito. Durante il bacio, i due non si mossero dalla loro posizione: le mani di Harry, erano ancora avvolte intorno a polsi del liscio mentre, lui, era ancora seduto contro il muro. Si baciarono per interminabili minuti, con foga, passione, quasi come se quel bacio potesse donare ossigeno ad entrambi, per continuare a vivere. Finalmente si staccarono, per prendere fiato, ma ad interrompere il silenzio, ci pensò Louis.
"Harry, così mi confondi..." disse, in un sussurro.
Il riccio, lasciò i polsi dell' altro, e, iniziò ad accarezzargli la guancia.
"Scusami Louis. Sono io lo stupido, non tu. Non ho mai capito i miei sentimenti, e, quando l' ho fatto, ero troppo codardo per accettarli. Ma, adesso, se vuoi, possiamo ricominciare tutto da capo, insieme. Non voglio perderti"
Il liscio annuì, per poi riposare le sue labbra, su quelle del riccio, in un bacio casto.
Infine, Harry si alzò e, dopo aver aiutato Louis a fare lo stesso, attorcigliò le sue dita a quelle del liscio e, presto, presero la strada per la Comunità, camminando nella notte.

Save Me-Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora