Stay with me

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Leggete il capitolo ascoltando la canzoneeeeeeee! È un consiglio, poi fate come volete! Buona lettura belli.

Quella sera, il quartiere, era più terrificante del solito; il cielo era completamente nero, a causa delle nuvole che lo coprivano e le stelle, erano tutte nascoste da esse: probabilmente, tra qualche giorno avrebbe piovuto. Per le strade, non c' era anima viva e nessun suono risuonava nell' aria, cosa molto insolita da quelle parti.
Louis si trovava, come ormai d'abitudine, seduto su quel maledettissimo marciapiede, mentre stava fumando gli ultimi grammi di Crack. Adesso anche Adam era arrivato al limite, e per quanto la loro amicizia potesse essere forte, iniziò anche lui a minacciarlo, ma al liscio non preoccupò molto la cosa; sì insomma, a parole erano bravi tutti. Era stufo di tutti quei ricatti da parte dei ragazzi ed era arrivato alla conclusione che ci sarebbe passato sopra e non gli avrebbe dato molta importanza. In fondo, era convinto che non l' avrebbero mai ammazzato. Ora, il pensiero più importante, era Harry: erano due giorni che i due non si parlavano, e Louis, stava impazzendo. Ogni volta che provava ad avvicinarsi al riccio, l' altro trovava subito una scusa per dileguarsi. Era deluso e arrabbiato, e questo lo capiva, d'altronde, come biasimarlo: l' aveva rifiutato; ma questo non gli dava il diritto di comportarsi come un bambino, i problemi andavano affrontati. Certo che però, detto da lui, era un controsenso; lui che era scappato per tre anni, cercando di dimenticare, che aveva abbandonato famiglia e amici, solo per fuggire dal ricordo del padre.
Fece l' ultimo tiro dalla sua pipa, mentre la cenere al suo interno si spegneva, cercando di allontanare quel flashback. L' unica priorità, adesso, era Harry; gli mancavano i suoi capelli, sempre in disordine, quelle labbra piene e carnose, il suo sapore, le sue mani, sempre pronte ad esplorare ogni centimetro del suo minuto corpo. Insomma, gli mancava come l' ossigeno; era incredibile come quel ragazzo dagli occhi smeraldo, si fosse insinuato nella sua vita senza preavviso, e che senza nemmeno chiedergli il permesso, stesse cercando di aiutarlo. Non riusciva a capire perchè, tra migliaia di ragazzi, Harry avesse scelto lui; cosa aveva di così speciale per essere salvato?
Basta, era stufo di doversi tenere tutto dentro e così, dopo aver svuotato e pulito la sua pipa, e averla riposta nella sua tasca si alzò e, barcollante, si diresse verso la Comunità. Si passò una mano tra i capelli e sbuffó: nemmeno quando fumava, riusciva a liberarsi di quel riccio.

*

Il liscio entrò nella sua stanza, cercando di fare meno rumore possibile, anche se la cosa, poteva risultare più difficile di quanto credesse, dato che era avvolta nel buio. Chiuse la porta alle sue spalle e, con passo leggero, si diresse verso il letto; ma appena mosse il piede, inciampò e si ritrovò a terra, con la schiena contro il muro. Il grosso tonfo fece scattare il riccio che, dopo aver acceso la lampada ed essersi seduto, iniziò a guardarsi intorno. E fu proprio in quell' istante, dopo due interminabili giorni, che i loro sguardi si incontrano nuovamente, capendo entrambi, quanto gli erano mancati i loro occhi.
"Louis..." sussurrò con voce roca, ancora impastata dal sonno.
Il ragazzo più grande chiuse tra le sue braccia, le ginocchia, rannicchiandosi su se stesso, ed iniziò a piangere. Harry si alzò subito dal letto, e si precipitò verso il liscio; si sedette davanti a lui ed iniziò ad asciugargli le lacrime. Inutile dire che, anche se erano passati solo due giorni, Louis gli faceva ancora lo stesso effetto.
"Hai fumato, vero?"
L' altro non rispose, ma continuò a piangere. Il riccio sospirò, leggermente deluso: certo, sapeva che non sarebbe stato facile, ma credeva almeno di essere sulla buona strada. Ed invece, ora, doveva riniziare tutto da capo. Sì, perchè, anche se adesso non si frequentavano più, Harry era ancora deciso ad aiutarlo e lo capì in quel momento, mentre singhiozzava davanti ai suoi occhi.
"Perchè?" disse Louis ad un tratto, interrompendo le riflessioni dell' altro.
"Perchè cosa?" chiese il riccio confuso.
"Perchè hai scelto me? Perchè hai deciso di salvare me e non altri ragazzi? Cosa ho di speciale per farti perdere tempo?" La sua voce era disperata, come se fosse stata una supplica.
Harry sorrise.
"Guarda che ti sbagli: sei tu ad avermi scelto. Sei tu che, quel giorno, mentre eri disteso, hai cercato la mia attenzione, hai cercato di chiamarmi, anche se non hai aperto bocca. Ma io ti ho sentito. Ed è questo quello che volevi: che ti sentissi solo io, che scoprissi tutte le tue sfaccettature. Era come se mi stessi chiedendo aiuto. E io non ho potuto fare altro che accettare la tua richiesta."
Louis spalancò gli occhi, cercando lo sguardo dell' altro, mentre le lacrime cessarono. Non disse niente, ma Harry capì tutto; lo poteva leggere nel suo sguardo, era come un déjàvu, come il primo giorno in cui lo vide: gli chiese di restare, di non lasciarlo solo, che aveva bisogno di lui.
Il riccio sospirò, afferrò la sua mano, per poi rispondere a quella richiesta.
"Io ho bisogno di te Louis. Ti prego, accettami, accettaci. Metti da parte le tue paure. Sembra strano, io non so cosa tu mi stia facendo, ma ormai, non posso più stare senza di te."
E senza neanche accorgersene, il liscio avvolse le sue braccia, attorno al collo dell' altro e, con una grossa spinta, lo scaraventò a terra, mentre le loro labbra si univano. Era un bacio dolce, passionale, dove entrambi si assaporavano ed esprimevano il loro bisogno nei confronti dell' altro.
E fu proprio in quel momento, che Louis mise finalmente da parte le sue paure, e capì che era giusto provare dei sentimenti per quel ragazzo. Fece scorrere le mani sotto la maglietta dell' altro, alzandola leggermente, ma Harry, lo bloccò subito.
"Sei sicuro?" gli chiese, incrociando il suo sguardo. Nei suoi occhi si poteva leggere la paura di rimanere nuovamente deluso. Il liscio sorrise.
"Non sono mai stato più sicuro di adesso!"
E detto quello, riavvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo, mentre la maglietta del riccio venne gettata al suolo. L' aria stava diventando decisamente calda, mentre i baci si facevano più affannati e le mani cercavano minuziosamente di scoprire il corpo dell' altro. Harry tolse la canotta all' altro, mentre il cuore gli batteva forte nel petto; era arrivato quel momento, ma tutta la sicurezza che aveva acquisito la scorsa volta, sembrava essere svanita. Aveva decisamente paura.
"Louis...." sospirò, mentre l' altro gli lasciava dei dolci baci su tutto il petto.
"Sei bellissimo" disse il liscio, alzando il suo sguardo per incontrare quello del riccio.
"Ho paura..."
Louis lo guardò confuso. Eppure era convinto che anche l' altro volesse quello.
Harry fece un sospiro, mettendosi seduto, mentre Louis si trovava ancora sopra di lui.
"Devo dirti una cosa importante!"
"Adesso?" si lamentò il ragazzo.
"Sono ancora vergine..."
Il liscio rimase spiazzato da quella dichiarazione; seguirono attimi di silenzio imbarazzante, in cui Louis non sapeva come reagire e Harry, aveva paura di aver rovinato tutto. Il riccio, non ricevendo alcuna risposta, sospirò, e raccolse la maglia da terra.
"Cosa stai facendo?"
"Ho capito cosa stai pensando, è inutile che menti."
"E a cosa starei pensando?"
"Che sono solo un bambino e che ho rovinato tutto".
Louis scosse energicamente la testa, come se volesse scacciare via le parole pronunciate dall' altro ragazzo. Poi lo guardò fisso negli occhi, con sicurezza e determinazione.
"Lo vuoi fare con me?" La domanda venne pronunciata con un sussurro, quasi avesse paura della sua risposta. Harry, dal suo canto, non si aspettava una reazione del genere da parte del liscio. Pensava che lo avrebbe disprezzato e abbandonato, e invece stava dimostrando che in fondo, a lui, ci teneva. Insomma, non era una cosa semplice prendersi questo tipo di responsabilità. Annuì leggermente, mentre sul viso di Louis comparve un sorriso raggiante. Poi, il liscio, riprese ad assaporare le labbra del ragazzo, facendolo coricare nuovamente sul pavimento. Lunghi brividi percorsero la schiena del riccio, ma non seppe spiegare se fossero a causa delle gelide piastrelle, o per le emozioni che gli stava provocando il moro. Inutile dire che Louis, se ne accorse e, dopo essersi staccato dal bacio, ma non dal suo amato, gli regalò un sorriso incoraggiante.
"In fondo, questa è la prima volta per entrambi"
Harry lo guardò confuso, mentre aspettava una risposta dal più grande, che non tardò ad arrivare.
"Non sono mai stato con un ragazzo, prima d'ora."
Harry rimase basito; che l' altro non fosse mai stato con un uomo, l' aveva potuto intuire dai suoi atteggiamenti freddi, a volte distaccati, ma che addirittura non ci fosse mai andato a letto, non se lo aspettava. Non sapeva cosa rispondere, così fece l' unica cosa che riusciva a fare ed unì nuovamente le loro labbra, in un bacio appassionato e bisognoso, ribaltando così le posizioni. Iniziò a lasciare piccoli baci umidi sul collo di Louis, mentre con le mani accarezzava la sua morbida pelle.
"Harry..." gemette il moro, con le dita incastrate nei boccoli del più piccolo.
Harry sorrise e ricominciò la sua lenta tortura. Scese sulle clavicole, per poi soffermarsi a leccare e succhiare i capezzoli.
Louis stava letteralmente scoppiando, non sapeva se avrebbe resistito ancora a lungo.
"Harry ti prego.." tentò nuovamente il liscio, sperando che l' altro lo liberasse da quella agonia.
Il riccio percepì la supplica e, con fare goffo, iniziò a sbottonargli lentamente i jeans, per poi farli scivolare fino alle caviglie. Si soffermò ad osservare il corpo del moro, ad ammirare la sua pelle abbronzata, ora segnata da alcuni marchi violacei, a guardare come il suo torace si alzava e abbassava velocemente, mentre il suo respiro aumentava. Incominciò a massaggiare la sua erezione da sopra i suoi boxer, mentre l' altro cercava di trattenere i gemiti.
"Harry.... Baciami..."
E senza farselo ripetere due volte, posò le sua labbra su quelle di Louis, cercando, allo stesso tempo, di togliersi anche lui i pantaloni.
Quando si staccarono dal bacio, Harry scese sul torace dell' altro, incominciando a lasciare soffici baci su tutti i tatuaggi del moro, mentre il più grande, con le mani arpionate sul sedere del riccio, faceva scontrare le loro erezioni, cercando di trovare sollievo.
"Adoro i tuoi tatuaggi" disse Harry tra i gemiti, sfiorandone uno con l' indice. Ma quando le sue dita si posarono su uno di essi, che citava la scritta 'Far away', si accorse che sotto quell' inchiostro nero, si trovava una sporgenza, come se ci fosse una cicatrice. Il più piccolo strabuzzò gli occhi ed ad un tratto, quello che stavano per fare, non era più così importante. Preso dalla curiosità, iniziò a formulare mille domande da porgergli, ma Louis, intuendo ciò che stava per fare Harry, ribaltò nuovamente le posizioni, e cominciò a sfregarsi velocemente su di lui, come se volesse fargli dimenticare l' accaduto. Il riccio comprese che l' altro non gli avrebbe detto niente, e doveva ammettere di esserci rimasto un po' male, ma capì che probabilmente, non era ancora pronto a rivelargli i suoi segreti più nascosti. Intanto, non si accorse che Louis gli aveva tolto anche l' ultimo indumento che li separava, e che ora, stava massaggiando lentamente il suo pene. Alzò lo sguardo su di lui, in preda al piacere, mentre il più grande sorrideva soddisfatto.
"Sarà la nostra prima volta più bella della nostra vita" disse Louis nell' orecchio di Harry, mentre lo guardava con desiderio. Continuò per vari minuti in quella posizione, continuando a massaggiare l' erezione del più piccolo, e quando capirono che stavano arrivando al limite, il liscio si tolse i boxer e si posizionò tra le gambe dell' altro. Erano entrambi molto tesi e agitati, ma Louis cercò di far rilassare Harry.
"Andrà tutto bene Haz, rilassati."
E detto questo, iniziò a succhiare due dita. Intanto Harry, stava impazzendo di gioia. Insomma, Louis non l' aveva mai chiamato per soprannome, non gli aveva mai dato un nomignolo e, doveva ammettere, che detto da lui, era ancora più bello. Posò lo sguardo sull' altro e, il fiato, gli si mozzò in gola: non aveva mai visto un essere più bello di lui, anche mentre si leccava le dita, pensava che fosse il ragazzo più perfetto del Mondo. Quando Louis pensò che fossero abbastanza bagnate, allargò le gambe del riccio e ne posizionò uno alla sua entrata. Poi lo guardò, come per chiedergli il permesso e, quando l' altro annuì, iniziò a penetrato lentamente, in modo che potesse abituarsi all' intrusione del suo dito. Rimase per vari minuti fermo, mentre con la mano libera, gli massaggiava il fianco nudo, formando alcuni cerchi immaginari con il pollice. Harry, dal suo canto, stava impazzendo. Gli faceva un male cane, ma non voleva che si fermasse, voleva che Louis lo facesse suo. Sperava che in quel modo, il liscio potesse finalmente lasciarsi andare e farlo entrare completamente nella sua vita. Quando il dolore cessò, diede il via a Louis, che cominciò a muoverlo. Harry lasciò dei gemiti di lamento, mentre l' altro aggiunse un secondo dito e iniziò a sborbiciare. Il riccio era teso come una corda e il dolore sembrava aumentare, così, il più grande, accorgendosene, iniziò a baciarlo lentamente, cercando di trasmettergli più sicurezza possibile.
"Vuoi che mi fermi Harry? Guarda che non sei obbligato a farlo, se non vuoi"
"No, ti prego, continua" chiese in una supplica.
"Allora rilassati" disse, per poi rilasciare piccoli baci su tutto il viso, in modo da farlo distrarre. E questo metodo, funzionò davvero, tant' è che dalla bocca del riccio, iniziarono a fuoriuscire gemiti di piacere.
"Louis, ti voglio.."
E con quelle ultime parole, Louis si staccò dal corpo del suo amato e, prendendo in mano il suo pene, lo posizionò all' inizio dell' apertura dell' altro, dopo averlo riempito di saliva. Poi, lentamente entró in lui. Nuove sensazioni si fecero spazio nel suo corpo, emozioni mai provare prima e, doveva ammettere, che gli piaceva. Harry era incredibilmente stretto e questo lo faceva impazzire.
Il riccio invece, stava letteralmente piangendo. Cercò di respirare a fondo, nel tentativo di calmarsi, ma le lacrime non ne volevano sapere di cessare. Il più grande, vedendolo in quella situazione, si abbassò su lui, iniziando a baciarlo, mentre le loro dita si intrecciavano. Poi iniziò a muoversi nel corpo del più piccolo, mentre l' altro stringeva le sue mani talmente forte, che le nocche diventarono bianche. Passarono vari minuti di supplizio, fatti di baci salati e parole non dette, fino a quando l' aria non si riempì di gemiti.
"Louis... più veloce.." disse il riccio, rafforzando la stretta nelle mani del ragazzo, questa volta a causa del piacere. Il liscio esaudì la sua richiesta, aumentando le spinte, fino a quando non toccò il suo punto, facendolo urlare. Ne bastarono solamente altre quattro, che i due vennero, Harry sporcando il suo addome e quello del ragazzo, mentre Louis, riversandosi dentro di lui. Stremato, il ragazzo dagli occhi blu, si accasciò sull' altro, beandosi del tocco delicato del riccio, che giocava con alcune ciocche dei suoi capelli. Il silenzio caló, mentre i due cercavano di riprendere fiato. Poi, con estrema lentezza, uscì dal corpo dell' altro, mentre si posizionava al suo fianco.
"È stato bellissimo" disse Harry, sorridendo e incrociando lo sguardo di Louis.
"Già!"
Poi si accoccolò sul suo petto, iniziando ad accarezzare il suo torace, fino a quando le sue dita si posarono nuovamente su quella scritta. Alzò lo sguardo, con la speranza che Louis gli dicesse qualcosa o gli stesse dando attenzioni, ma da parte sua, non arrivò nessuna reazione. Così lasciò un dolce bacio sopra quella cicatrice, come se volesse alleviargli il dolore e, avvicinandosi al suo viso disse:
"Tornerai a sorridere Lou, te lo prometto".
E pronunciate quelle parole, gli lasciò un casto bacio sulle labbra, per poi addormentarsi al suo fianco. Intanto, Louis, rimase pietrificato dalla risposta del riccio. Era da tanto tempo che qualcuno non cercava di avvicinarsi a lui, che lo facesse sentire importante, che volesse aiutarlo a superare ogni problema, che lo amasse. Rivolse il suo sguardo a quel ragazzo dalla pelle più chiara della sua e dagli occhi verde smeraldo, mentre giaceva al suo fianco, addormentato. Così, si alzò in piedi. Nel sangue circolava ancora gli effetti della droga assunta poco tempo prima, ma era sicuro, che nelle sue vene, non scorresse solo quello, ma qualcos' altro che aveva paura persino di pronunciare. Raccolse dal suolo il riccio, strigendolo tra le sue braccia e s' incamminò verso il letto, adagiandolo delicatamente. Poi, si coricò al suo fianco e, prima di chiudere gli occhi, disse "Grazie Harry", per poi lasciargli un bacio delicato ed abbracciarlo.

Save Me-Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora