Ragazziiiiiii! Vi consiglio di leggere il capitolo con la canzone! Detto questo, buona lettura e spero che vi piaccia!
Il sole stava iniziando a tramontare e l' orizzonte sfumava dall' arancione al rosa. Nel cielo si potevano intravedere qualche nuvola, segno che presto avrebbe piovuto. Era stata una giornata molto calda, anche se le temperature erano leggermente scese.
Louis si trovava nel parco, appoggiato contro l' altalena, mentre i pensieri viaggiavano a quello che era successo quella mattina; non poteva credere che quell' uomo, che Harry aveva descritto come la persona più fantastica del Mondo, fosse un omofobo e, ancora peggio, che quando il riccio era entrato nella mensa, dove lo stava aspettando facendo finta di nulla, lui non gli avesse detto niente, segno che glielo avrebbe tenuto nascosto. Si sentiva ferito. Insomma, è vero che non erano una coppia, ma si aspettava sincerità da parte dell' altro. Ed ora non sapeva cosa fare: doveva fare finta di niente, oppure avrebbe dovuto dirglielo? Ma se glielo avesse detto, cosa sarebbe successo dopo? I due si sarebbero dovuti allontare e, Louis, non lo sopportava. Si era affezionato troppo a quel ragazzo per lasciarlo andare, e se, tenerselo per se compromettendo il suo futuro e quello del riccio significava essere egoisti, allora lui lo era. Inoltre, ad aggiungersi a questi problemi, era l' appuntamento di quella sera. Era nervoso, e conoscendolo, sapeva che Zayn non avrebbe cambiato idea sul pagamento, ma doveva comunque provarci.
"Louis!"
Il ragazzo si svegliò dai suoi pensieri.
"Ma mi stai ascoltando?" chiese la ragazza, mentre spingeva sua figlia sull' altalena.
"No scusa, non ero attento." rispose il liscio, alzando lo sguardo e incrociando quello dell' altra, mentre un leggero sorriso gli dipinse il volto.
"È tutto il giorno che non ci sei, sembri in un altro pianeta. Vuoi dirmi cos' hai?" tentò per la centesima volta Eleanor.
"Niente, sono solo un po' stanco." disse, rifilandole la stessa scusa che aveva usato per tutto il giorno. La verità, era che lui non voleva dire niente alla ragazza, ma non perchè non si fidasse, anzi, era la sua migliore amica, ma perchè aveva paura di metterla nei guai e, dato che ne aveva passate di tutti i colori, voleva lasciarla tranquilla.
Eleanor sospirò; non riusciva proprio a vederlo in quello stato, ma non poteva neanche obbligarlo a parlare.
"Va beh, io devo portare Anne a casa, che si sta facendo tardi. Mi accompagni?" chiese, prendendo in braccio la bambina e facendola scendere da quel gioco.
"No scusa, devo andare."
"Un appuntamento speciale?" disse, mentre si avvicinava mano nella mano con sua figlia.
"Una specie" rispose Louis con un sorriso tirato.
Eleanor gli lasciò un bacio sulla guancia, per poi rivolgersi alla bambina.
"Dai un bacio a zio Louis, che ti devo accompagnare a casa da mamma"
Anne, infatti, appena era nata, era stata affidata ad una famiglia, mentre Eleanor cercava di uscire dalla droga. Ed ora che era ripulita, aveva il permesso di andarla a trovare, ma ovviamente, non avrebbe mai potuto dirle di essere sua madre.
Il ragazzo si abbassò verso la bambina e, dopo aver ricevuto il suo bacio e averla abbracciata, le due si allontanarono. Louis tirò un lungo sospirò e si rialzò. Non era pronto ed era terrorizzato, ma doveva chiarire questa situazione. Così, con passo svelto, si diresse verso Crackolandia, pronto a porre fine a tutto quello.*
La luce della luna illuminava il piccolo vicolo; tutto intorno a lui era silenzioso, a parte per qualche brusio provocato dagli ubriachi che giacevano al suolo, intenti a riposare qualche ora, prima di riprendere a bere o a drogarsi. Louis si trovava all' inizio della stradina che lo avrebbe condotto dal suo spacciatore. Fece un lungo sospiro e si diresse verso la sua direzione. Mentre camminava, sentiva dei brividi attraversargli la spina dorsale: era veramente terrorizzato. Sapeva quello che era capace di fare Zayn se non avesse ricevuto i suoi soldi.
"Tomlinson!" urlò il moro, vedendolo avvicinarsi.
"Malik!" rispose l' altro. Aveva le mani sudate e la gola secca.
"Qual buon vento! Cosa ti porta qui? Pensavo che il nostro appuntamento fosse tra due settimane."
"Ecco, giusto di questo volevo parlarti." Louis si fermò e fece un lungo sospiro. La voce gli tremava. "Non potresti spostare la data del risarcimento? Oppure potrei pagare a rate! Sai, ora sono in una situazione delicata e non saprei come trovare i soldi. Sto cercando di ripulirmi e sono sempre seguito, quindi non saprei come fare a procu-" il liscio venne interrotto dallo spacciatore, che iniziò a gridare.
"Non me ne fotte un cazzo delle tue scuse, io voglio i miei soldi!"
"Ma Zayn, potresti aiutarmi! Siamo amici!" cercò di convincerlo Louis.
"L' amicizia è amicizia, gli affari sono affari." disse l' altro, mentre un sorriso maligno gli dipinse il volto. Il liscio strinse i pugni: si stava innervosendo.
"Figlio di puttana!" ringhiò.
"Cosa hai detto?" urlò Zayn avvicinandosi al ragazzo.
"Figlio di puttana!"
Il moro si scaraventò sull' altro, sbattendolo contro il muro, mentre con le mani, impugnava la sua maglietta, sollevandolo leggermente da terra.
"Ascoltami stronzetto! Te l' ho già detto. Voglio i miei cazzo di soldi, e non me ne frega come farai a procurarteli. Io tra due settimane ti voglio qui con i miei 2000 dollari, altrimenti sai cosa ti succederà! E non scherzare mai più con me, hai capito?"
"S-sì" sussurrò Louis, mentre Zayn lo lasciava andare. Si allontanò velocemente, lasciando alle spalle il suo ex amico. Dire che era incazzato, sarebbe stato un euforismo. Aveva il sangue che gli ribolliva nelle vene. Aveva bisogno di staccare, dimenticare per un attimo di tutti i suoi problemi. E sapeva che l' unica soluzione, si trovava proprio in quel quartiere. Si tastò la tasca dei jeans: Harry era proprio prevedibile. Nonostante gli avesse sequestrato quell' oggetto già una volta, era riuscito a nasconderlo nello stesso punto, quindi per lui non fu difficile riappropriarsene.
Uscì dal vicolo e si diresse verso Adam, uno dei migliori amici di Zayn. Dopo vari minuti, raggiunse un' altra stradina, e la imboccò. Era impressionante come tutti quei vicoli si assomigliassero. Per uno che non conosceva il quartiere, si sarebbe perso facilmente, ma per fortuna, lui aveva vissuto lì per tre anni e quindi sapeva orientarsi. Camminò finchè non gli si presentò davanti una figura di un ragazzo alto, con capelli scuri e carnagione chiara, illuminata dalla luce della luna.
"Adam!" lo richiamò.
"Louis amico!" rispose il secondo, andandogli incontro e stringendolo in un abbraccio. "Da quanto tempo! È un po' che non ti si vede più in giro. Che combini?"
"Ho avuto da fare."
"Allora? Hai bisogno?"
Ed ecco la famosa domanda che Louis aveva paura di sentire, ma allo stesso tempo, non vedeva l' ora che gli venisse posta. Non voleva tradire il riccio, gli aveva promesso che ci avrebbe provato, ma in questo momento, ne aveva proprio bisogno. In fondo, sarebbe stata solo per un' ultima volta, non avrebbe avuto difficoltà ad uscirne di nuovo.
"Sì. Però ora non ho soldi."
"Va beh, non ti preoccupare! Me li ridarai. Sei sempre stato un compratore puntuale, per una volta chiuderò un occhio. Quanta ne vuoi?"
"100"
Il ragazzo frugò nel taschino e gli porse la bustina, che il liscio si affrettò a prendere.
"Grazie Adam. Giuro che ti darò i soldi."
"Tranquillo Louis."
I due si abbracciarono e Louis si congedò, dirigendosi al suo vecchio posto. Durante il tragitto, i sensi di colpa lo tormentarono. Pensava a come sarebbe rimasto deluso Harry dal suo comportamento, ma ripensandoci, perchè avrebbe dovuto saperlo? Sarebbe stato solo per questa volta.
Si sedette sul marciapiede, estrasse la sua pipa ed incominciò a preparare il contenuto. Una volta pronto, Louis si soffermò a pensare a tutto quello che lui e il riccio avevano iniziato a costruire e che, lui, in un secondo, avrebbe distrutto. Con la mano tremante, accese la pipa, sperando ancora che un angelo dai capelli ricci lo salvasse per l' ennesima volta. Ma quell' angelo non arrivò mai, e con i polmoni pieni di fumo e la testa appoggiata al muro, Louis iniziò a piangere, mentre dalla sua bocca uscivano soltanto due parole: "Perdonami Harry".
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Save Me-Larry Stylinson
FanfictionHarry è un missionario che parte per il Brasile con l'intento di aiutare i ragazzi ad uscire dalla strada. Ma un giorno, durante una sua missione, incontrerà un ragazzo dagli occhi azzurri, che gli cambierà la vita. Larry fanfiction