ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 4

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𝗖𝗼𝘀ì 𝗺𝗶 𝘀𝗽𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗶𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲, 𝗜𝘀𝗮𝗯𝗲𝗹

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𝗖𝗼𝘀ì 𝗺𝗶 𝘀𝗽𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗶𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲, 𝗜𝘀𝗮𝗯𝗲𝗹.

𝕁𝕖𝕟𝕟𝕚𝕗𝕖𝕣

Scendemmo tre rampe di scale in completo silenzio.

Ero estremamente in imbarazzo per quello che avevo fatto e, non solo, mi vergognai fino al midollo per aver trascinato la persona più odiosa al mondo nei miei affari personali.

Mi chiesi, a quel punto, che altro mi aspettava.

Come avrei mai potuto recuperare la mia dignità dopo una cosa simile?

Sentivo i suoi passi dietro di me e mi stupì che non fece alcun commento sarcastico sulla faccenda.

Quando uscimmo dall'edificio, sapevo che Chelsea e Dustin avrebbero seguito i nostri passi dalla finestra del terzo piano, e mi meravigliai di me stessa quando presi Ethan dal braccio per evitare il rischio di essere smascherata.

«Stanno guardando.» gli dissi, cercando di scorgere il suo volto soltanto di sottecchi. Il suo braccio divenne rigido nella mia presa, lo sentii trarre un respiro profondo ed ebbi quasi la certezza, a quel punto, che fosse piuttosto arrabbiato. «Camminiamo fino all'angolo di quella strada, poi ti spiegherò tutto.» gli sussurrai riluttante e timorosa.

Mi parve strano sentire l'intensità della sua occhiata addosso e aspettai il momento in cui mi avrebbe riso in faccia ma non fece nulla di tutto ciò. «Ho la macchina lì.» mi rispose invece con tono fermo, prendendo fuori le chiavi dalla tasca della giacca, sbloccando le portiere di un pick-up nero, parcheggiato vicino al marciapiede.

Chissà perché non rimasi affatto sorpresa che uno come lui guidasse una macchina simile.

Mi sfuggì una breve e involontaria risata proprio per quel pensiero buffo, ma poi mi fermai di colpo e tossii per camuffarla.

«Attenta, ragazzina.» mormorò Ethan, mentre ci avvicinavamo alla macchina, «Stai rischiando grosso.» aggiunse e allora non dissi più niente.

Salimmo in macchina in completo silenzio, mi allacciai subito la cintura, e l'odore all'interno del veicolo – qualcosa che sapeva di bergamotto e non so che altro di particolare – mi fu subito molto familiare. Non ci misi molto ad associare quel odore ai ricordi smarriti della sera precedente, e non ebbi più alcun dubbio che era stato lui a portarmi a casa.

Mi sentii arrossire all'istante non appena quei frammenti di ricordi si fecero più chiari.

Ricordai altri insulti che gli avevo rivolto, insulti che non avevano un minimo di senso. L'avevo insultato perché non mi piaceva la musica che davano alla radio, gli avevo dato la colpa di alcuni semafori rossi e infine, come ciliegina sulla torta...avevo allungato le mani per palpare i suoi muscoli.

Failed Date //Ubriaca O Innamorata?//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora