ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 15

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𝗜𝘀𝗮𝗯𝗲𝗹, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗺𝗲

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𝗜𝘀𝗮𝗯𝗲𝗹, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗺𝗲.

𝔼𝕥𝕙𝕒𝕟

Il comandante Spencer era un tipo facilmente irritabile. Uno di quegli che riusciva a metterti l'ansia senza dire neanche una parola. Sotto il suo comando potevi anche assicurarti una carriera brillante ma ti vedevi costretto a fingerti impegnato in qualsiasi momento e bastava soltanto un piccolo, minuscolo, errore e ti trovavi in un mare di guai.

Come quella mattina, alle nove in punto, quell'uomo era già schizzato. L'avevano chiamato dal distretto della commissione per un rapporto di un intervento fatto dal tenente a cui era stato assegnato il mio posto. Il tipo si era lamentato della disobbedienza dei miei ragazzi, definendoli degli incapaci.

Che stronzo.

Spencer era su tutte le furie.

La caserma non faceva una bella figura con un rapporto simile che girava per la commissione e voleva che fossi io a mettere in riga i miei ragazzi. Ovviamente per le loro stronzate mi toccava anche scusarmi personalmente con il mio rimpiazzo affinché ritirasse le sue calunnie.

«Ti aspetto questo pomeriggio nel mio ufficio, Hogan.» tuonò il comandante, ruggendo, al mio orecchio, irascibile.

«Sì, signore.» risposi prima che quello mi chiudesse il telefono in faccia. Lo infilai in tasca e rientrai in casa con il malumore che mi prendeva a morsi i nervi. Mi accorsi quasi subito che c'era fin troppa calma là dentro e mi guardai qua e là con circospezione.

«Tutto bene?» mi chiese Blake, aggirandosi per la mia cucina come se fosse la padrona di casa.

Le diedi un'occhiata rapida ma non le risposi.

Le dissi alcune settimane prima di non presentarsi a casa mia senza prima avvisarmi, ma sembrava che non avesse ben capito il concetto.

Mi andavano bene le visite a sorpresa, una volta ogni tanto, ma ogni dannato giorno, no.

Andai a cercare Isabel prima nella stanza per gli ospiti e poi nel bagno, ma non la trovai e il mio atteggiamento peggiorò ulteriormente.

Tornai da Blake e la scrutai confuso. «Hai visto Jennifer?» le chiesi.

Lei annuì guardandosi attorno come se fosse smarrita. «Sì, perché?» domandò.

«È uscita?»

«Se n'è andata poco fa.» disse indicando con un gesto della mano la porta, «È corsa via senza nemmeno salutare.», si lamentò con una smorfia, «Quella ragazza non conosce le buone maniere.»

Andai con passo spedito verso la porta e uscii di casa.

Arrivato alla fine del vialetto, controllai entrambi i lati della strada per scorgerla ma non la vidi.

Failed Date //Ubriaca O Innamorata?//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora