ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 17

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𝗧𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹'𝗮𝗹𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮?𝕁𝕖𝕟𝕟𝕚𝕗𝕖𝕣

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𝗧𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹'𝗮𝗹𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮?
𝕁𝕖𝕟𝕟𝕚𝕗𝕖𝕣

Avevo bisogno più di un momento per riprendermi.

Nella mia testa si scatenò il putiferio, me ne stetti lì, impalata, anzi esterrefatta, a contare i secondi e a reggermi a malapena in piedi.

Che diavolo ci faceva lì Ethan?

I secondi andarono avanti e ne persi il conto.

Fai qualcosa, mi dicevo, qualsiasi cosa.

Quella situazione aveva lo stesso effetto di salire su un palco scenico senza prima aver mai letto il copione, beccandoti un blocco mentale assurdo e imbarazzante.

Zero pensieri per la testa e zero iniziativa, un vuoto immane che teneva i miei occhi incastrati in due iridi che avevano la capacità di trafiggerti, prima dolcemente e poi disastrosamente. Ethan e la sua indole di rizzare le corde a tutti i presenti, aveva sempre la meglio, anche quella sera.

Le sue labbra si mossero avvolte da una barba scura, non curata forse da una o due settimane, e la sua testa si piegò di poco a lato. «Isabel.» mormorò e la sua voce mi diede una spinta abbastanza forte da farmi tornare la coscienza.

Scossi la testa di colpo e indietreggiai di tre passi.

Non doveva essere lì.

Doveva tornarsene in città.

Se Blake l'avesse saputo, gli avrebbe portato via il figlio del fratello defunto e io sarei risultata quella cattiva, quella che pensa solo a sé stessa, l'egoista rovina tutto.

A ogni secondo mi si stringeva il cuore, come se qualcuno mi stessero prendendo a bastonate e io non reagissi in alcun modo.

Il giardino del nonno sembrava vuoto.

C'era così tanto silenzio attorno a noi che soltanto le foglie secche degli alberi, mosse dal vento, creavano scompiglio. Rumoreggiavano tra i fiati quieti degli invitati, portando odore distante di sera e di acqua salata del porto.

Mia madre si mosse come un fulmine con tovaglioli che le svolazzavano tra le mani per correre in soccorso al disastro che avevo fatto, ma quella torta addosso a lui era l'ultimo dei miei problemi.

«Hija!» disse con foga, mettendosi tra me e Ethan, cercando di pulirle la sua T-shirt. «Scusala, caro, è sempre la solita combina guai.» farfugliò lei.

Ethan le diede una vaga occhiata, i suoi occhi non riuscivano a lasciarmi andare per più di un secondo. «Va tutto bene, non è niente di grave.» disse gentilmente, allontanandole le sue mani.

Un pensiero negativo continuava a crescere dentro di me, mi tormentava la sua presenza lì, e lo lasciai fuori senza alcun ritegno. «Non credi di essere un po' troppo lontano da casa, tenente?» gli chiesi freddamente, facendo venire un colpo isterico a mia madre.

Failed Date //Ubriaca O Innamorata?//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora