ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6

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ʙᴇʟ ᴄᴀᴘᴇʟʟɪɴᴏ

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ʙᴇʟ ᴄᴀᴘᴇʟʟɪɴᴏ

𝕁𝕖𝕟𝕟𝕚𝕗𝕖𝕣

Non era facile entrare nel cuore di mio nonno, tuttavia non si trattava nemmeno di una sfida assai ardua se si faceva parte di quella cerchia di coraggiosi eroi che contribuivano a salvare vite.

Quella cerchia che lui ammirava molto aveva sempre un posto alla sua tavola e si trattava di niente meno che militari, poliziotti, dottori, infermieri e come non escludere l'essere più antipatico che stava entrando nelle sue simpatie in quel momento.

Vigili del fuoco.

«È un grande onore conoscerla signor Brock, il suo servizio alla marina è ammirevole. Sa, io e la mia squadra eravamo da queste parti e volevamo conoscerla di persona.» si spiegò Ethan, tutto gentile e composto.

Che faccia tosta!

Mi innervosii tanto che ogni volta che guardava dalla mia parte gli tirai sguardi cagneschi.

Se soltanto avesse azzardato ad aprire la bocca sui nostri precedenti, gli avrei dato di santa ragione ma non era quello che mi preoccupò.

La luce che illuminò gli occhi di mio nonno fu un brutto segno. «La tua squadra?» chiese subito e a stento nascose quanto fosse emozionato.

Ethan assottigliò quei suoi occhi magnetici e lessi tanta di quella arrogante soddisfazione che arrossii per la rabbia. «Sì, signore.» rispose pacato, «Sono il tenente Ethan Hogan della squadra di soccorso del dipartimento dei vigili del fuoco di San Francisco della caserma 45.» gli spiegò con quel suo tono di voce altezzoso di comando.

Ma mentre io stavo arrostendo per l'irritazione, il nonno brillò come una stella marina.

Balzò in piedi e gli tese la mano. «Piacere di incontrarti giovanotto.» Stringendogli la mano poi lo guardò da capo a piedi con trasporto, trovandosi ad un massimo di una decina di centimetri più in basso di lui. «Quanto sei alto, tenente?» gli chiese di punto in bianco.

«Nonno!» lo rimproverai, imbarazzata per un tale comportamento.

Ethan mi guardò e mi fece un mezzo sorriso prima di tornare dal nonno. «Un metro e ottantacinque, signore.» rispose.

«Oh, figliolo, si vede che sei nato per questo lavoro!» si complimentò poi si guardò attorno. «Anche la tua squadra è qui?» chiese sempre colpito.

«Certo, sono a quel tavolo in fondo.» Ethan gli indicò il tavolo in questione e allungai anche io il capo per guardare.

Incrociai gli occhi di Larry e lui mi salutò tutto felice. Lo ricambiai a malavoglia sforzando un sorriso.

«Allora è il caso che mi li presenti.» disse il nonno.

Rimasi di stucco quando si allontanò lasciandomi da sola al tavolo.

Failed Date //Ubriaca O Innamorata?//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora