L'ARRIVO DI PAIMON... O QUASI

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~ RIFUGIO PRIMANEVE ~

ITALIA, LESSINIA

MARTEDÌ, ORE 17:34

Nel frattempo che i protagonisti cercavano di chiarirsi, un pick up si fermò ad una sbarra mentre i fanali accecanti illuminavano la zona. Poi Thomas scese dal veicolo, si diresse verso la sbarra orizzontale d'acciaio e, alzando un'estremità, spinse con fatica la sbarra verso i bordi del sentiero innevato. Tornò di corsa in macchina percorrendo con cautela una salita e parcheggiò il pick up vicino al rifugio. Il Rifugio Primaneve distava 1766 metri sopra il livello del mare su una delle montagne più alte della zona dove si poteva godere di una vista mozzafiato a 360 gradi delle montagne circostanti. Era così famoso per via della sua iconica e alta antenna di telecomunicazione posta dietro al rifugio color arancio pesca. C'era una grande terrazza in legno che circondava l'entrata con tanto di tavoli, panche, fioriere, un pozzo finto e una statua di legno intagliata che rappresentava un'aquila. Se si percorreva una piccola salita c'era un capannone grigio dove vi ospitavano degli spazzaneve e dei gatti delle nevi, utili per togliere la neve dal sentiero. Più in alto, dietro al rifugio, dal tetto fuoriusciva proprio la gigantesca antenna avvolta da parabole bianche di diverse dimensioni. Ai piedi della struttura, se scese delle scale metalliche, oltre a raggiungere un'ampia zona innevata, si poteva visitare una piccola chiesetta dove sulla parete c'era disegnato il volto di Gesù. Il luogo era isolato dal resto del mondo, era inquietante e affascinante allo stesso tempo. I Professionisti Immediati del Paranormale erano soli tra forti raffiche di vento e alta neve ghiacciata, le montagne non si vedevano moltissimo, ma i loro volti bianchi di ansia ed eccitazione si vedevano di più. Con passi lenti e alti scesero alla terrazza in legno per osservare il posto.

Thomas: "Questo posto sembra un cimitero, non c'è proprio nessuno!" disse sorpreso e tremando dal freddo.

Peter: "È per questo che siamo venuti qui!" disse osservando le montagne con un binocolo.

Peter: "Non si vede nulla, diavolo!" esclamò irritato riponendo il cannocchiale nella tasca.

Intanto Zoe appoggiò un computer su uno dei tavoli tentando di connettersi all'antenna.

Zoe: "Questo è il piano, gente! Una volta che mi collego all'antenna alle nostre spalle, questo ricevitore mi segnalerà con dei beep statici la fonte energetica per alimentare le cariche della "Electrogun". Nel frattempo, Peter, prepara a far venire qui Paimon, tutto chiaro?" domandò digitando con dita tremanti alcuni comandi nel terminale, sembrando una vera hacker.

Sofia: "Ho una domanda! Perché devi prendere da qui l'energia elettrica se potevi semplicemente comprare delle batterie o dirigerti ad una centrale? È davvero necessario?" chiese incuriosita incrociando le braccia.

Zoe: "Lascia fare all'esperta! Non mi avrebbero mai fatta entrare in una centrale elettrica, inoltre intrufolarsi è da pazzi! Per mandare in tilt il sistema nervoso di quel bestione, se esiste, serve una grande quantità di scarica elettrica e ho scoperto che sotto di noi passa più di 50 mila Volt!!" disse maneggiando il ricevitore.

Thomas: "Impossibile!! Una centrale elettrica abbassa i livelli di tensione grazie ai trasformatori!! Non puoi essere così seria! Vero, gente?" chiese perplesso.

Peter: "Non è il mio campo purtroppo, solo Zoe ne sa qualcosa più di noi, è la più intelligente." disse sorridendo.

Zoe: "Lo prendo come un complimento, tra un traliccio e l'altro passano milioni di cariche elettriche che ti potrebbero arrostire in un istante. La fonte per produrla avviene tramite la bobina di Tesla, inventata dall'ingegnere Nikola Tesla, un genio!! Ho parlato con i proprietari del rifugio e mi hanno detto che ne possiedono uno molto vecchio. Se riesco a farlo funzionare, Electrogun sarà pronta!!" esclamò eccitata.

HELLUVA SCHOOL: LA LEGGENDA DI GIASONE ❄️⚜️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora