L'ORIGINE DEL MALE

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Poi, grazie ad uno dei suoi poteri sovrannaturali, evocò un'aura intorno alla sua mano destra, la puntò verso la maniglia e aprì la porta con tranquillità sorprendendo alle sue spalle i quattro ragazzi. Octavia era un demone aviario adolescente con un mantello di piume grigie. I suoi occhi erano rosa con pupille bianche luminose con ombretto viola chiaro per accompagnare le sue lunghe ciglia. Sotto ciascuno dei suoi occhi c'erano due ciglia a strisce simili a lacrime. Octavia portava i tratti di entrambi i suoi genitori, aveva il viso bianco simile a una maschera di suo padre Stolas con gli occhi di sua madre Stella e le piume di capelli arruffati. Come abbigliamento quotidiano, Octavia indossava uno scialle di piume nero intorno alle spalle sopra un vestito rosa scintillante con stelle giallo chiaro sopra, un berretto nero con un disegno di tiara giallo pallido sulla testa, un girocollo rosa intorno al collo, leggings neri, e stivali con tacco neri. Ma in quel preciso momento, in montagna, Octavia indossava una felpa rosa a girocollo rosa con raffigurati dei fiocchi di neve, un cappotto nero con folte maniche nere, leggins neri, stivali neri e un berretto nero. Carina, timida, emotiva, generosa, a volte goffa, sognatrice e vendicativa, Octavia aveva lo stesso carattere di Loona e di Loris, una padronanza delle arti magiche e soprattutto si poteva trasformare in una possente creatura demoniaca, inoltre era la figlia di Stolas e pure la migliore amica di Loona. Mentre Octavia, Peter e Zoe entrarono all'interno del rifugio, Thomas e Sofia rimasero sulla soglia della porta ad analizzare la maniglia.

Thomas: "Wow!! L'ha aperta senza alcun tipo di sforzo o la necessità di una chiave!!" disse sorpreso con gioia.

Sofia: "È magica!!" disse emozionata per poi entrare insieme all'interno e chiudere la porta.

Con uno schiocco di dita, Octavia accese le luci e, dirigendosi verso il bancone per prendere dei bicchieri, evocò con una mano una mini sfera di fuoco e la tirò all'interno del camino spento posto in un angolo, dove piano piano iniziò a scaldare la stanza. Dalle pareti ai mobili rustici realizzati da artigiani provetti, l'interno era fatto interamente di legno, il pavimento invece era di pietra liscia. Quadri che rappresentavano montagne, paesaggi naturali, animali selvatici come cervi o caprioli, antichi sci e racchette per la neve, erano attaccati alle pareti dando una calorosa accoglienza ai turisti, facendoli immergere in un'atmosfera selvatica. Sparsi per la stanza c'erano delle rappresentazioni in legno di animali montanari veramente attraenti e un mini alberello con particolari fiori giganti in legno. Il bancone era spaziale, sulla facciata frontale di legno erano scolpiti vari animali, tra queste dei cervi, scoiattoli e aquile, decorati con rifiniture e linee rustiche. La superficie del bancone era in marmo scuro e al di sopra di essa c'era un lungo cartello di legno con su inciso di bianco "Rifugio Primaneve, Benvenuti". Al di là di essa c'era un magnifico scaffale pieno di liquori pregiati della Lessinia e centinaia di bicchieri di vetro vuoti, a destra c'era una macchina per il caffè, invece a sinistra c'era una vetrina refrigerante contente vasetti di marmellata, sacchetti di pane morbido e vini tipici italiani, dai rossi ai frizzantini. Inoltre ne avevano molti altri su una mensola proprio lì vicino. Octavia, con alcune mosse goffe, appoggiò cinque bicchieri sulla superficie del bancone e li riempì tramite un altro suo incantesimo con dell'ottimo tè caldo al limone, mentre i ragazzi si guardarono intorno ad ammirare la rustica e accogliente stanza.

Peter: "Quanto è affascinante questo posto, così accattivante e rilassante! Ogni estate venivo qui con mio padre per bere qualcosa e mangiare le gustosissime prelibatezze della Lessinia." disse meravigliato osservando le decorazioni sulle pareti. Thomas si accucciò per osservare un strano porta vasi a forma di scarpa gigante.

Thomas: "Chi è il proprietario di questa scarpa? Un gigante?" chiese pensieroso con ironia.

Intanto Sofia corse immediatamente ad una piccola finestrella quadrata per osservare con stupore la neve che cadeva silenziosa e i soffi del vento agitato. Zoe, tuttavia, appoggiò su un tavolo il suo computer non prestando molta attenzione a ciò che gli circondava, non le importava, voleva solo far funzionare Electrogun. Octavia prese quattro bicchieri e andò per ciascun studente a consegnarglielo di persona, con un sorriso stellare.

HELLUVA SCHOOL: LA LEGGENDA DI GIASONE ❄️⚜️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora