36 | Adesso ti sfamo io

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CAPITOLO 36
Adesso ti sfamo io

Mi sveglio quando le luci del giorno filtrano dalla finestra fino a sbattermi in viso.
Assonnata, mugugno qualcosa, ficco di più la faccia contro il cuscino provando a nasconderla e tiro la coperta per coprirmi gli occhi.
Quando mi rendo conto che è inutile combattere la luce per continuare a dormire alzo la testa, mi stropiccio gli occhi e mi guardo in giro ritrovandomi in un soggiorno che a primo impatto non riconosco. Poi la mia mente ripercorre i vari ricordi e quando realizzo dove mi trovo mi metto seduta, mi sgranchisco le braccia e i muscoli del collo.

«Buongiorno» dice una voce divertita. Giro la testa e vedo niente meno che Logan venirmi incontro con una tazza fumante. Una t-shirt, pantaloni da tuta, soprattutto una vestaglia da notte grigia in cotone aperta con il laccio che penzola da parte a parte. Conciato in questo modo mi strappa un sorriso misto a una smorfia divertita.

«Mi sono addormentata qui...» osservo vergognandomi copiosamente. Lui mi porge la tazza e si siede sul tavolino basso del soggiorno. La afferro con entrambe le mani e la annuso. Caffè e latte, con un po' di cacao amaro.

Guardo Logan. I capelli più scompigliati del solito.
«Già... ho provato a svegliarti, ma dormivi così pesantemente che alla fine ho deciso di non darti più fastidio» sorride. Annuisco e mi guardo in giro. La casa è molto silenziosa. Quando lui nota la mia faccia aggrottata prende parola.
«Mamma è fuori per prendere delle cose, Liz, invece, si sta facendo una doccia» spiega.
Alle sue parole mi rendo conto che probabilmente dovrei lavarmi anche io.

«Ho fatto una figura di merda, eh?» chiedo imbarazzata bevendo un po' del caffè. «Dovevi svegliarmi. Non è carino dormire sul divano.»
Logan mi guarda per alcuni attimi indecifrabili, poi realizzo che probabilmente sarà per il mio aspetto che non deve essere uno dei migliori. Ma lui mi ha già visto modalità zombie, perciò mi passo solo una mano tra i capelli con fare svogliato cercando di rimettere in sesto alcune ciocche, quantomeno per non spaventare sua sorella quando mi vedrà.

«È stata una serata pesante, meglio lasciarti qui. L'alternativa era prenderti in braccio e trascinarti di sopra, ma temevo che sarei potuto inciampare per poi rotolare entrambi giù per le scale come due patate. Non volevo ammazzarti nel sonno, non a casa mia perlomeno. Qui tutti conoscono tutti e di notte ci sono le ronde notturne del quartiere che fanno da guardia per evitare ladri e così via dicendo. È difficile trascinare un cadavere senza farsi beccare.»
Il suo commento mi fa ridere lievemente.
«Sai che quando dormi parli nel sonno?»

Quasi non mi strozzo con il caffè. Lo guardo accigliata. Non ne ero a conoscenza.
Logan ride per la cosa e si passa una mano tra i capelli.
«E c-cosa ho detto?» chiedo improvvisamente preoccupata.
Lui gesticolare con noncuranza con una mano, facendo il vago.
«Oh, no, niente di che... solo che sono bellissimo e che tu non riesci a dirmelo perché sei troppo orgogliosa... sì, qualcosa del genere.»

Si sta prendendo gioco di me.
Non ce la faccio...
Prendo il cuscino e glielo lancio contro. «Sei un idiota» faccio la finta offesa e lui lo afferra al volo, facendomi mancare il bersaglio. Ride sommessamente.

«Buongiorno, Veronica!»
Ci giriamo entrambi. Liz è sugli ultimi gradini delle scale. Ha i capelli umidi e mi sta sorridendo con il più bel sorriso mai visto in vita mia.
«'Giorno» le dico alzando di poco gli angoli della bocca, sono ancora troppo assonnata per reagire tempestivamente alle mie emozioni. Devo ancora svegliarmi.
La vedo raggiungere la cucina e poi tornare con una tazza di caffè tra le mani. Prende un libro da uno scaffale, lo apre e si siede sulla poltrona, togliendo il segnalibro e immergendosi nella lettura.
Ma come fa a dedicarsi a un libro di mattino?
Il mio cervello è ancora troppo in fase di riavvio del sistema, non ce la farei mai.

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