9 | Logan Price

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CAPITOLO 9
Logan Price

Kim mi aiuta a sciacquarmi un po' la bocca per togliere via il retrogusto acido e poi insieme a Nathalie se ne va non prima di avermi chiesto di riposare una volta a casa. Riprendo quindi posto nella macchina e chiudo lo sportello, sprofondando nel sedile. Sento un'altra portiera aprirsi e poi chiudersi, Adrien si sporge su di me, afferra la cintura, la tira e la incastra.
Lo sento sospirare rumorosamente quando torna composto al suo posto e mette in moto, lasciando che i due ragazzi - Rafael e Matt - andassero con Kim e Nathalie. L'auto finalmente riparte e lui percorre la corsia di inversione più vicina.

Nell'abitacolo c'è solo silenzio.

Niente musica, né bassa e né niente. Niente che possa coprire questa strana atmosfera in cui mi lascio cullare a disagio. Il mio sguardo è puntato sul finestrino alla mia destra, fisso fuori nella disperata ricerca di sentirmi meno fuori luogo.

«Non volevo rovinarti la serata» ammetto d'un tratto. Posso percepire gli occhi di Adrien su di me.

«Non è niente di che» dice solo. Annuisco e ritorno in silenzio per alcuni istanti, finché la mia lingua non sembra voler restare a bada.

«Non sei arrabbiato?» chiedo, ricordarmi il suo sospiro che sapeva tanto di seccatura.

«No» dice lasciandomi confusa. Annuisco.

«Sono solo preoccupato, è ben diverso.»

D'istinto mi volto, stupita.

Lui mi rivolge un'occhiata di sfuggita.

«So che non sono affari miei e so che mi odi-» inizia col dirmi, ma lo fermo.

«Io non ti odio» confesso rapida interrompendolo. Sono davvero sincera. Non riesco a odiarlo, per quanto tenti e per quanto io lo voglia. Odiarlo mi verrebbe comodo, soprattutto per la nostra convivenza. Odiarlo significherebbe provare solo rabbia e menefreghismo nei suoi confronti, ma io quando lo guardo - nonostante tutto - sento che c'è dell'altro. Qualcosa che noi due avevamo un tempo e quel qualcosa dentro di me è rimasto e non vuole cancellarsi. Non so se per lui valga lo stesso, se anche lui provi quel che provo io. Fatto sta che vorrei davvero trovare un pulsante da qualche parte per spegnere quel sentimento, porre fine alle mie sofferenze e andare avanti, guardare Adrien per ciò che è veramente: il ragazzo che mi ha spezzato il cuore e che l'ha fatto senza pensarci due volte.

«Io odio solo quello che mi hai fatto» concludo e mi giro a guardare i lampioni stradali. Adrien resta in silenzio per diversi istanti, forse non era la risposta che si aspettava di sentire. Beh, peccato, perché nemmeno io.

«Per quel che vale...» riprende il discorso di prima e lo sento sospirare. «Se non stai bene, tu puoi dirmelo» le sue parole mi colpiscono appieno, mi affondano il cuore in un mare di dubbi e incertezze. Dirgli cosa? Quello che si scatena dentro di me? Quello che mi tormenta la testa? Non posso e non voglio farlo mai più, non con lui. Un tempo ci dicevamo tutto, non c'erano segreti. Un tempo ci leggevamo a vicenda come due libri aperti e ci sostenevamo senza mezze misure.

Mi volto e lo guardo.

«A che pro?» chiedo sollevando le sopracciglia e sulle mie labbra si dipinge un sorriso colmo di amarezza.

«Io... non lo so, ma...» mormora e l'auto prende a rallentare. Do un'occhiata oltre al parabrezza e noto il semaforo rosso. Adrien si gira questa volta verso di me.

«Vedi? Non sai nemmeno di cosa parli» gli faccio notare la situazione trattenendomi dal ridere per la tristezza che mi sta avvolgendo l'anima. «Te l'ho già detto. Non devi essere gentile con me per piacere a mio padre. Gli piaci già. Gli sei sempre piaciuto» sorrido scuotendo la testa con dissenso. «Non devi fingere. Io sto bene e starò ancora più bene se smetterai di darmi attenzioni che sai bene di non volermi dare» esalo, sperando che la conversazione si chiuda qui.

Cuori In Tempesta 1 | ❗In editingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora