12 | Una lunga e spericolata cavalcata

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CAPITOLO 12
Una lunga e spericolata cavalcata

Le lezioni sono terminate, un'altra ed estenuante settimana è finita e io non posso far altro che infilare il sandwich al burro di arachidi in bocca mente sto seduta a uno degli sgabelli del bancone a fissare il mobili della cucina.

Sono le tre del pomeriggio. Ho completato una telefonata di circa un'ora con mia nonna nella quale ho cercato di farle capire in ogni modo possibile che sì, sono viva, che no, nessuno mi ha trascinato in un qualche vicolo buio e che no, non ho comprato della droga da qualche spacciatore che si aggira nei dintorni dell'università. La sua premura nonostante tutto mi fa sorridere e mi ricorda istintivamente mamma. Quanto vorrei che lei fosse qui, con me o quantomeno anche a distanza di chilometri. Mi farebbe piacere anche solo sentire la sua voce, per solo pochi secondi. Sospiro pesantemente quando la tristezza inizia a farsi largo nel mio cuore.

Non devo pensarci, non adesso. Fra qualche minuto dobbiamo metterci in viaggio per la piccola escursione in montagna e il pensiero di trascorrere un po' di tempo immersa nella natura mi fa sentire bene. San Francisco è bellissima, ma lo sono anche gli alberi ancora verdi, l'erba, il profumo di terra e la quiete. Vivere al terzo piano di un edificio alto venti metri con gli inquilini piuttosto rumorosi che stanno al piano di sopra e il rumore incessante dei veicoli è stressante per chi come me non ci è abituato affatto.

Sono nata e cresciuta al ranch di famiglia, nei pressi di Wichita Falls, una piccola località del Texas, nella contea di Wichita, ma mai vissuto effettivamente nella città.
Ci andavo con la bicicletta quando dovevo frequentare la scuola e quando la mia vita era perfettamente equilibrata: due genitori amorevoli, una amicizia che mi bastava e tantissima spensieratezza.

Dopo che la mamma se n'è andata, ho smesso di avere contatti con le persone, troppo soffocata dal dolore e dai ricordi. Quindi sono rimasta al ranch notte e giorno e quando mi allontanavo era solo nei giorni d'estate, a lavorare nel chiosco del Fisher Ball: un piccolo negozio a qualche chilometro prima della statale, con pompa di benzina incluso. Mi occupavo del riordino della merce sugli scaffali e stavo dietro al bancone quando il signor Davinson era troppo impegnato con le sue commissioni o i suoi nipoti. Quindi mentre i miei coetanei organizzavano uscite e cose simili, io badavo alla cassa e vendevo merendine proteiche e bottigliette d'acqua fresche. I clienti erano prevalentemente gente di passaggio, ma molto spesso c'erano anche volti familiari, tra cui mio padre che con la scusa di rinfrescarsi faceva ingresso nel chiosco e nella sua uniforme da vice sceriffo e in servizio comprava una bottiglietta d'acqua frizzante, poi salutava e se ne andava. Non prima di lasciarmi un bacio tra i capelli e anche una consistente mancia, più nel neccessario.

Se devo essere onesta, probabilmente gran parte dei miei risparmi è basata sulle mance di papà o dei suoi colleghi, e la cosa mi fa inevitabilmente ridere al solo pensiero. Li mandava in perlustrazione per assicurarsi che tutto andasse bene. Considerato il fatto che da quelle parti passavano molti forestieri la certezza che qualcosa potesse andare storto non era mai troppa.

Do un ultimo morso al sandwich e lo termino, poi guardo l'ora all'orologio appeso al muro che segna le 3:40 di pomeriggio. Il punto da raggiungere è il Yosemite National Park, destinazione scelta: Mirror Lake, che con partenza da qui dovremmo raggiungerlo all'incirca in quattro ore, giusto in tempo per mettere le tende, riposare e poi addentrarci il mattino dopo nella vegetazione. E io non vedo l'ora di arrivarci. Il mio zaino con il cambio e tutto l'occorrente l'ho già preparato e Kim ha detto che porterà lei la tenda che dividerà con me. Forse mi sono sbagliata davvero di grosso sul loro conto. Sugli amici di Adrien. Ha scelto delle belle persone da avere accanto, mi domando allora cosa io abbia avuto di sbagliato. Per quale ragione si sia allontanato, rifiutandomi d'improvviso. Con cosa gli avrò mai sbagliato?

Cuori In Tempesta 1 | ❗In editingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora