1. Anello Fallico

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Quando la Congrega si era trasferita a Beacon Hills, Stiles lo aveva detto che quella gente avrebbe portato problemi. E no, non era razzismo, il suo, cosa di cui era stato nemmeno troppo velatamente accusato, né tantomeno paura, come aveva malignamente insinuato qualcuno. Era semplice buonsenso! Quella gente poteva fare magie. Magie vere, non come quelle semplici cose da druidi di Deaton, senza offesa per il loro emissario. Potevano deviare una pallina da lacrosse che stava per entrare in rete, potevano far scomparire i tuoi vestiti o addirittura trasformarti in una puffola pigmea, se solo ne avessero avuto voglia. Senza contare che andare in giro tutti vestiti di pelle, fibbie e borchie durante l'estate californiana era chiaramente sintomo di un grave squilibrio mentale.
Ma qualcuno lo aveva forse ascoltato? Ovviamente no! Perché dare retta a Stiles? In fondo, aveva avuto ragione solo quelle tre o quattro volte in cui aveva salvato la vita a tutti quanti.
E qualcuno si era forse preoccupato per lui quando uno di quegli sciroccati aveva cominciato a seguirlo ovunque come il peggiore degli stalker? O quando quel tizio aveva iniziato a fargli delle avances talmente spinte da far arrossire perfino Jeff Stryker? Ancora una volta, la risposta giusta era no. Si erano limitati a battergli qualche pacca sulle spalle – quell'anima candida di Scott – fare qualche battuta di dubbio gusto – quell'idiota di Jackson che avrebbe anche potuto restarsene dall'altra parte dell'oceano, per quanto lo riguardava – fargli gli auguri – Danny e Ethan che vedevano cuoricini gay ovunque – e consigliargli di rifiutarlo gentilmente ma con fermezza – Lydia, che in quanto a esperienza in materia non era seconda a nessuno. Tutti gli altri lo avevano per lo più ignorato.
Se qualcuno lo avesse ascoltato e si fosse preoccupato, anche solo un po', per lui e per la sua sicurezza, in quel momento Stiles non si sarebbe ritrovato in quella situazione. Con un dannatissimo cock ring incantato che non si toglieva in nessun modo e che lo stava facendo impazzire. E con Lydia che lo aveva messo letteralmente all'angolo per sapere che diamine gli stava succedendo in quei giorni.
Ora, quello che gli stava succedendo era davvero molto semplice da spiegare: un pazzo psicopatico maniaco sessuale che, guarda caso, sapeva fare magie voleva farlo diventare il suo giocattolino sessuale e gli aveva lanciato un incantesimo, sotto forma di anello di metallo che gli stringeva la base del pene. Quello che era complicato era capire come liberarsene, e liberarsi anche della spiacevole sensazione di averlo sempre in tiro e di non potersi sfogare, senza dover diventare lo schiavetto di quel bastardo.
Lydia gli mollò uno scapaccione dietro la testa e gli diede dell'idiota, cosa che Stiles era assolutamente certo di non meritare, poi lo caricò sulla sua auto e lo portò al locale di proprietà del mago a capo della Congrega. Andava dato credito ai due bestioni, maghi anche loro, che facevano la guardia alla porta che si rifiutarono di farli entrare anche se il locale a quell'ora era ancora formalmente chiuso, visto che erano minorenni, ma Lydia li minacciò di mettersi urlare e, seriamente, nessuno voleva sentire una banshee urlare, a meno che non fosse un masochista con istinti suicidi ma non sembrava proprio il caso delle due guardie di sicurezza.
Così, Kevin Underwood, capo della prima Congrega di Maghi riconosciuta di Beacon Hills, e Stiles non mancava mai di ricordare che era stata riconosciuta da loro stessi e poi imposta al resto del mondo, li ricevette nel suo elegantissimo ufficio e ascoltò la loro storia. Poi imprecò e ordinò al bestione che li aveva accompagnati da lui di trovargli l'idiota che aveva combinato quel macello e di portarlo al suo cospetto. Solo dopo qualche minuto, quando aveva ritrovato un minimo di calma, si rivolse di nuovo a Stiles con espressione grave.
"Non posso annullare questo particolare incantesimo" esordì.
Stiles lo guardò sconvolto. Lydia, invece, gli lanciò uno sguardo che diceva che poteva diventare molto pericolosa quando si arrabbiava.
"Ma posso modificarlo" si affrettò ad aggiungere Underwood. "L'anello può essere rimosso solo dal tuo Dom, ma con il mio intervento avrai la possibilità di scegliere da te chi sarà. Se pensassi che potesse esserti d'aiuto mi proporrei io stesso ma..."
"Non se ne parla!" dichiarò Stiles. Quell'uomo era bello come il peccato, ma il solo pensare di mettersi nelle sue mani gli faceva venire i brividi, e non di piacere.
"Lo immaginavo. Farò un altro incantesimo, questa volta su tutta la città, per risvegliare le personalità dominanti e sottomesse ancora latenti, in modo da darti più possibilità di scelta."
"E per darla anche a voi una maggiore possibilità di scelta, giusto?" si inserì Lydia.
"Touché! Ammetto che avevo già intenzione di farlo" scrollò le spalle il mago, come se non ci fosse nulla di strano nei suoi propositi.
"Non mi pare una buona idea portare alla luce certi istinti" commentò Stiles.
"Ti prego di non confondermi con l'idiota che ti ha messo nei guai" pretese il mago, sembrando anche parecchio offeso. "Questa, ora, è anche la mia città e non farei mai nulla per metterla in pericolo. L'incantesimo risveglierà solo le persone che avranno l'attitudine a giocare in modo sicuro. Tutti gli altri, invece, avranno una specie di bersaglio addosso che solo uno stregone può vedere e saranno tenuti d'occhio dai membri della Congrega, per evitare guai futuri."
"E lo stalker di Stiles?" chiese Lydia, per nulla toccata dalla sua tirata. "Il suo bersaglio non lo avete visto quando lo avete accolto tra di voi?"
"In realtà, non credo che avesse intenzione di fargli davvero del male. Probabilmente voleva solo giocare, ma è indubbio che abbia superato i limiti" si affrettò ad aggiungere quando vide le loro espressioni infuriate. "Vi assicuro che riceverà la punizione che merita" e la luce sinistra che comparve nel suo sguardo li convinse che quel bastardo non se la sarebbe cavata con poco.

Alcune sere dopo Stiles era di ronda, in coppia con Derek. Avevano avuto notizia che un branco di wendigo si stesse dirigendo verso Beacon Hills e avevano deciso che prevenire, in questo caso strappare i loro denti aguzzi prima che potessero usarli su qualche loro concittadino, fosse meglio che curare, cioè seppellire i resti di poveri umani innocenti. Una serata come tante, nella noiosa vita di Stiles, se non fosse stato per un piccolo particolare: un anello di metallo che lo stava letteralmente facendo uscire fuori di testa.
Erano passati cinque giorni da quando gli era comparso addosso e ormai non ce la faceva più a sopportarlo. Era un sano adolescente, lui, e aveva bisogno di sfogare la sua libido, almeno un paio di volte al giorno. Il fatto che Derek continuasse a fissarlo con uno sguardo strano, poi, non lo aiutava per niente a mantenere la calma.
Il licantropo non vedeva Stiles da qualche giorno e si era accorto che qualcosa non andava nel momento stesso in cui il ragazzo aveva aperto la porta del loft. Odorava talmente tanto di eccitazione non soddisfatta che se ne sarebbe accorto anche se avesse avuto il naso tappato dal raffreddore. Ora, nel suo SUV, appostati vicino alla riserva, Derek aveva deciso di scoprire in che guaio si era cacciato questa volta quel ragazzino problematico.
"Parla!" gli ordinò, sporgendosi sul suo sedile.
A dire il vero, Stiles non aveva avuto intenzione di dirgli nulla. La sua situazione era già abbastanza imbarazzante così com'era, senza bisogno che gli altri lo sapessero. Meno che mai Derek: l'ultima cosa che voleva era mettersi in ridicolo proprio di fronte a lui. Per qualche inspiegabile ragione, però, si ritrovò a obbedire al suo comando e gli spiattellò tutta la storia.
La reazione di Derek, poi, lo colse decisamente di sorpresa. Si era aspettato che lo guardasse con quel suo sorrisino irritante e che lo sfottesse senza pietà, invece lui si leccò le labbra e spostò lo sguardo dai suoi occhi al suo inguine.
"Quindi è per questo che hai addosso quell'odore. Interessante" commentò. "E sai già chi ti libererà dall'incantesimo?"
"Sì, certo, è ovvio che lo so e che sto così perché mi diverto. Ma che razza di domanda è? Se lo sapessi non sarei in queste condizioni, genio!" si alterò Stiles, ma Derek decise di ignorare quel suo piccolo moto di ribellione.
"Bene, meglio per te, perché ho deciso che il piacere sarà tutto mio!"
Stiles capì in ritardo quello che Derek voleva dire ma, anche se la sua mente fosse stata più attenta, il suo corpo non avrebbe comunque potuto fare nulla per fermarlo. Il licantropo lo immobilizzò sul sedile, gli sollevò le braccia e gliele tenne ferme con una mano contro il poggiatesta mentre con l'altra scendeva ad aprirgli i pantaloni. Tutte le sue proteste vennero ignorate mentre gli insulti gli fecero solo ottenere un accentuarsi della stretta sui suoi polsi, provocandogli una fitta poco piacevole.
Derek era completamente concentrato sul suo membro eretto. Lo sfiorò prima con la punta dell'indice, percorrendone tutta la lunghezza, poi gli chiuse la mano intorno e iniziò a masturbarlo. Stiles si ritrovò in pochi istanti eccitato come mai gli era capitato prima e il dolore causato dall'impossibilità di dar sfogo a quell'eccitazione lo portò sull'orlo delle lacrime.
"Ti prego, basta" implorò, ingoiando il suo orgoglio.
Derek sollevò lo sguardo solo per un istante, ma non smise di muovere la mano. Al contrario, gli lasciò andare le braccia e iniziò a toccarlo anche con l'altra. Gli accarezzò la pelle dell'addome, la infilò sotto la maglietta che indossava per andare a stuzzicargli i capezzoli, la riportò sul suo membro e arrivò perfino a spingerla più in basso, fino ad arrivare alla sua apertura.
Stiles pensò che sarebbe morto per la frustrazione. Poi, all'improvviso, la morsa che gli stringeva la base del pene scomparve, di colpo, il suo corpo si inarcò e lui venne con un grido profondo.
Doveva aver perso i sensi per qualche secondo perché quando sollevò di nuovo le palpebre vide Derek che si stava pulendo le mani con un fazzolettino di carta.
"Come...?" provò a dire, ma la sua gola era troppo dolorante per riuscire ad articolare qualcosa di più lungo.
"Non era poi così complicato" gongolò Derek. "Credo proprio che dovresti ringraziarmi per aver risolto il tuo piccolo problema in un modo tanto spettacolare, e così velocemente aggiungerei."
"Gra..." ma, ancora una volta, Stiles non finì quello che stava dicendo. Solo che questa volta abbassò gli occhi sul suo inguine con un'espressione sconvolta.
Derek seguì il suo sguardo e rimase scioccato.
"Non è possibile, lo avevo tolto. Lo avevo messo lì sul cruscotto" disse, rivolgendo lo sguardo al ripiano completamente vuoto.
Stiles seguì il suo sguardo, poi fissò di nuovo il cock ring di metallo che faceva bella mostra di sé intorno alla base del suo pene e sospirò affranto. Perché accidenti le cose più assurde dovevano capitare sempre a lui?

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