25. Yoke

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La mattina dopo Derek lo svegliò di nuovo portandogli la colazione a letto. Stiles lo ringraziò ma poi si chiuse in uno strano mutismo.
"Sei nervoso?" gli chiese il licantropo, poco più tardi.
Lui scrollò le spalle ma non rispose.
"È strano pensare che tra poco non ci sarà più nessun incantesimo, vero?" riprovò il Dom.
Stiles boccheggiò un po', prima di trovare le parole giuste per rispondere.
"Lo so che la cosa dovrebbe farmi piacere, in fondo sta per finire tutto. Lo so, ma non riesco a smettere di sentirmi in ansia."
"Andrà meglio quando avremo completato la lista" lo incoraggiò Derek.
Stiles annuì, ma non sembrava troppo convinto.
"L'ultima cosa, quella che dobbiamo fare oggi," disse ancora il ragazzo, dopo qualche minuto di silenzio "che cos'è?"
"Vuoi toglierti subito il pensiero?" gli chiese a sua volta il licantropo.
Lui si prese qualche istante per riflettere, ma sapeva già cosa avrebbe risposto. Non sarebbe riuscito a darsi pace se avesse dovuto aspettare ancora.
"Sì."
"Va bene, allora andiamo nella stanza dei giochi."
Una volta arrivati, Derek gli indicò il pavimento e lui si inginocchiò senza nessuna esitazione. Il licantropo approvò con un cenno del capo e si allontanò per recuperare qualcosa dal tavolo. Al ragazzo fu subito chiaro che aveva già preparato tutto dalla mattina presto, se non addirittura dalla sera prima. A quanto sembrava, la fine di quella storia non lasciava indifferente nemmeno lui.
"Questo è un giogo" gli spiegò una volta che gli fu di nuovo davanti, mostrandogli una lunga asta di metallo con tre cerchi, due più piccoli alle estremità e uno più grande al centro. "In sé, non è nulla di pericoloso, né di doloroso. Serve solo per limitare i movimenti di una persona. Ora te lo metterò addosso, solleva le mani."
Stiles eseguì l'ordine senza discutere e in pochi secondi si ritrovò con i cerchi di metallo chiusi intorno al collo e ai polsi. Non era comodo, ma non sarebbe stato difficile da affrontare come altre cose che aveva dovuto fare in quelle settimane.
"Questo strumento è molto simile alle vecchie gogne" riprese a spiegare il licantropo. "le persone che dovevano essere punite venivano esposte nelle piazze, in una posizione molto simile a quella in cui sei tu adesso, e dovevano subire le torture e lo scherno della gente."
Stiles deglutì, Derek gli passò un pollice sulle labbra, in un gesto che sembrava piacergli molto, e sorrise.
"Io non ho nessuna intenzione di esporti davanti ad altre persone, l'esperienza di ieri mi basta e mi avanza per il resto della vita," lo tranquillizzò "e immagino che lo stesso valga per te. La parte relativa alle torture, però, ha stuzzicato la mia fantasia fin da quando ho visto che c'era anche questo sulla lista."
Quella notizia lo faceva sentire già un po' meno tranquillo, ma non poteva certo dire che non se lo aspettasse, vista l'indole sadica del suo Dom.
"In piedi, Stiles!" gli ordinò il licantropo, all'improvviso. "Chinati sul tavolo" aggiunse, quando lui si fu tirato su, un po' barcollante.
Eseguire quel particolare ordine non fu la cosa più semplice del mondo. Con le mani bloccate in quella posizione dovette fare forza sui muscoli della schiena per evitare di accasciarsi a peso morto sul ripiano di legno, col rischio di rompersi il naso, o peggio.
Quando si fu sistemato come gli aveva chiesto, Derek gli accarezzò le natiche.
"Ora ti riscalderò per bene il sedere. Conta per me, Stiles."
Il primo colpo del paddle non giunse inatteso, ma fece comunque male. Soprattutto perché la sua pelle era ancora irritata per le frustate e le sculacciate ricevute il giorno prima. Stiles contò dieci colpi e a quel punto, per fortuna, il suo Dom ritenne che il suo sedere bruciasse a sufficienza.
"Questo è un ovetto anale. Non è grande come il dildo a cui sei abituato, ma vibra allo stesso modo."
L'affare che gli aveva fatto vedere era piccolo e ovale e il ragazzo non sentì alcun dolore quando gli venne spinto dentro. Il disagio iniziò quando quel coso cominciò a vibrare, perché Derek aveva fatto in modo di inserirlo proprio all'altezza della sua prostata.
"Rimettiti in piedi, Stiles" gli ordinò ancora il suo Dom.
Il ragazzo si risollevò con un po' di fatica e venne guidato al centro della stanza.
"Ora mi divertirò" lo avvisò Derek, senza ulteriori spiegazioni.
Posò entrambe le mani sui suoi fianchi e le mosse sul suo addome e sul suo petto. Poi, all'improvviso, gli strinse entrambi i capezzoli tra le dita, tanto forte da farlo mugolare per il dolore. Glieli lasciò altrettanto velocemente e passò ad accarezzargli il membro già quasi del tutto duro, facendolo sospirare di nuovo, ma questa volta per il piacere. Stiles era talmente perso in quelle sensazioni che si accorse del cock ring di pelle solo quando ormai il suo Dom glielo aveva già allacciato alla base dell'erezione.
Non ci mise molto a capire che Derek, quel giorno, voleva prendersi ben più di una piccola soddisfazione. Più o meno il tempo che l'altro impiegò per inginocchiarsi davanti a lui e prenderlo in bocca. Era così bello che Stiles si ritrovò piegato in avanti, col bacino che oscillava senza che lui potesse fermarlo.
Il suo Dom, però, decise in fretta di voler passare ad altro e si risollevò dopo pochi minuti, con un ghigno molto poco rassicurante. Si allontanò di nuovo e recuperò alcuni oggetti di cui Stiles non avrebbe affatto sentito la mancanza quando quel dannato incantesimo fosse stato spezzato: un flogger, un frustino e il paddle che aveva già usato poco prima. Anche se era pronto ad ammettere che poteva pure essere disposto a rivedere il suo giudizio su quest'ultimo, per quanto preferiva di gran lunga che fossero le mani del suo Dom a sculacciarlo.
"Divarica le gambe, Stiles" lo istruì Derek, alle sue spalle. "Ora voglio che tu sia forte. Ti farò tutto quello che voglio e tu riceverai qualunque tipo di dolore deciderò di infliggerti, restando dritto e immobile. Chinati in avanti e la punizione aumenterà. Ondeggia e la punizione aumenterà. Piega le ginocchia e la punizione aumenterà. Hai capito?"
"Si signore. Starò dritto e immobile, signore" ripeté il ragazzo, per dimostrare che aveva capito le sue istruzioni, e subito dopo, irrigidì tutti i muscoli del corpo, per riuscire in quell'impresa che si prospettava tutt'altro che facile.
"Molto bene!" approvò il suo Dom. "Ora conta di nuovo per me."
I colpi di flogger furono venti e Stiles li ricevette senza cedere, poi Derek passò al frustino. Sopportare quelli, di colpi, fu molto più difficile, e altrettanto difficile fu tenere il conto. Al decimo il licantropo si fermò e ricominciò con il paddle. In quella posizione faceva ancora più male del solito e Stiles si ritrovò, suo malgrado, col viso rigato di lacrime. Contò trenta colpi, con la voce sempre più debole e incerta, e a quel punto il licantropo sembrò essere soddisfatto.
"Sei diventato davvero bravo, piccolo. Ora è arrivato il momento di ricevere il tuo premio."
Senza preavviso, violò la sua apertura con due dita, iniziando subito a muoverle al suo interno, allargandolo e tastando, alla ricerca di quel punto che gli faceva perdere la testa. Stiles fu sul punto di cedere, la mente annebbiata dal piacere improvviso. Stava per piegarsi in avanti, le gambe che tremavano, e per iniziare a ondeggiare il bacino, alla ricerca di qualcosa di più, quando si ricordò degli ordini ricevuti. Per quanto quello che gli stava dando il suo Dom, in quel momento, non fosse certo dolore, era sicuro che se avesse disatteso le sue direttive le frustate e le sculacciate sarebbero ricominciate all'istante. Perciò si fece forza e resistette, fino a quando il licantropo non si ritenne soddisfatto.
A quel punto Derek si allontanò ancora, questa volta per azionare una leva sul muro. Stiles vide due catene scendere dal soffitto e fermarsi più o meno all'altezza del suo addome. Era chiaro che il licantropo doveva aver preparato in anticipo anche quelle, perché finivano con due specie di uncini squadrati dentro i quali si incastrava perfettamente la sbarra di ferro del giogo.
Una volta sistemato, Stiles si ritrovò piegato a novanta, senza possibilità di muoversi e il licantropo gli si mise davanti, con i pantaloni aperti.
"Apri la bocca" lo incoraggiò Derek. "Lo so che lo vuoi."
E per quanto quella situazione fosse imbarazzante, il suo Dom aveva ragione. Lo voleva, voleva prendere la sua erezione in bocca, voleva sentire il suo sapere. Perciò lo fece, prima ancora che l'altro avesse finito di parlare.
Derek aveva afferrato le catene e le muoveva per far ondeggiare il corpo del suo Sub, anche se mai troppo forte, e lui si lasciò andare completamente e si godette l'esperienza, prendendolo fino in gola. Poi il suo Dom si allontanò e lui mugolò in protesta.
"Tranquillo, piccolo, adesso arriva la seconda parte del tuo premio" gli disse, e lo aggirò fino a trovarsi di nuovo alle sue spalle.
Quando sentì che afferrava il filo che pendeva dalla sua apertura, con il piccolo telecomando attaccato, il ragazzo pensò che stesse per sfilargli il vibratore. Invece il licantropo aumentò al massimo la sua velocità e lo penetrò senza perdere altro tempo.
Stiles urlò. Sentire, allo stesso tempo, l'erezione di Derek che si muoveva dentro di lui e l'ovetto che vibrava forte era più di quanto potesse sopportare. Il piacere aumentò in brevissimo tempo, portandolo presto al limite. Aveva un bisogno così disperato di venire che dimenticò qualunque parvenza di orgoglio gli fosse rimasta e iniziò a implorarlo senza pudore. Il suo Dom, però, non si fece impressionare.
"Sopporta, piccolo. Ho deciso che verremo insieme."
E la cosa, in sé, poteva anche essere interessante, se non fosse stato per il piccolo, terrificante particolare che Derek aveva una resistenza invidiabile. Stiles aveva il membro congestionato e dolorante e il bisogno di raggiungere l'orgasmo gli stava facendo perdere la ragione. Senza nemmeno volerlo si ritrovò a stringere i glutei, e il sibilo di apprezzamento che si lasciò sfuggire Derek gli fece capire che quella poteva essere la strada giusta per ottenere ciò che voleva. Perciò si mise d'impegno per serrarlo nella morsa più stretta che potesse ottenere dai suoi muscoli affaticati.
"Meriteresti che ti lasciassi così, appeso e insoddisfatto" lo minacciò il licantropo, che aveva capito perfettamente cosa stava cercando di fare, e lui si mise a piagnucolare senza ritegno.
"Dimmi cosa vuoi, Stiles" lo raggiunse ancora una volta la voce del suo Dom.
Stiles avrebbe voluto dire che voleva venire, davvero, ne aveva proprio un gran bisogno. Ma qualcosa nel tono che aveva usato Derek gli impedì di farlo e lo spinse a riflettere, anche se era una cosa alquanto difficile da fare in quel frangente. Sembrava che quella domanda riguardasse qualcosa di molto più importante del sesso che stavano consumando in quel momento, e se avesse avuto la mente più lucida forse sarebbe anche riuscito a capire di cosa si trattava. Ma ragionare lucidamente era un'impresa che, in quel momento, andava decisamente oltre le sue possibilità. Quindi si limitò a dire la verità.
"Te, voglio te! Ti prego, ne ho così bisogno..."
Derek ringhiò e allungò una mano per togliergli il cock ring. Un istante ancora e stavano venendo entrambi.

Mezz'ora dopo erano stesi nel loro letto, dove Derek aveva portato Stiles per fargli riprendere fiato dopo averlo liberato dal giogo.
"Cosa c'è che non va?" gli chiese il licantropo.
"Nulla."
"Stiles?"
"Ora l'incantesimo è stato spezzato, vero?"
"Sì, Kevin mi ha mandato un messaggio poco fa. Sembra che la tua aura sia di nuovo libera, qualunque cosa voglia dire" lo infornò.
"Oh, capisco."
Derek si sollevò su un gomito per poterlo guardare meglio.
"Ora vuoi dirmi cosa ti prende?"
"Ecco... mi chiedevo..."
"Cosa?"
"È un'idea stupida, davvero."
"Stiles!"
"Possiamo restare qui ancora per una notte?" si decise a chiedere.
"Vuoi restare qui? In questa casa?" chiese conferma il licantropo, come se non fosse sicuro di aver capito bene.
Stiles annuì, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
"Perché?"
"Io... non lo so, mi sento solo un po' strano e..."
"E?" insistette Derek, quando lui si interruppe.
"E mi chiedevo se... solo se ti va, ecco... se puoi fare l'amore con me. Un'ultima volta, prima di andarcene e lasciarci tutto alle spalle" quasi lo supplicò.
L'espressione sul viso di Derek era strana, ma Stiles non ebbe il tempo di decifrarla perché il licantropo si chinò su di lui per baciarlo.
"Possiamo stare qui tutto il tempo che vuoi" gli assicurò. "Ora riposa, dopo potremo fare tutto ciò che desideri."
"Derek?" lo richiamò Stiles, dopo qualche minuto di silenzio.
"Sì?"
"Grazie!"
"Per cosa?"
"Per esserci stato."
"Ci sarò sempre, piccolo. Sempre!"
E con quella promessa che gli risuonava nelle orecchie, Stiles chiuse gli occhi e si addormentò.

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