21. Urethral plug

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Quando si svegliò, il giorno dopo, lo sguardo di Stiles cadde sulla coda appoggiata sul suo comodino. Derek gliela aveva lasciata fino a quando aveva deciso che era arrivato il momento di andare a dormire, nonostante tutti i suoi sforzi per indurlo in tentazione, e solo a quel punto gliel'aveva sfilata e gli aveva regalato una delle migliori scopate della sua giovane vita. E anche le migliori coccole post sesso che avesse mai avuto fino a quel momento. Era rimasto con lui fino a quando il suo respiro si era regolarizzato, poi era andato in bagno per recuperare un asciugamano bagnato e lo aveva pulito con la massima attenzione, baciando ogni tratto di pelle che inumidiva. Quando era andato a pulirsi a sua volta aveva portato con sé la coda e, al suo ritorno, Stiles aveva scoperto che aveva lavato il plug con cura. Poi l'aveva appoggiata sul comodino dalla parte del letto in cui dormiva il ragazzo.
"Servirà a ricordarti che sei riuscito a liberarti del mostro, ancora una volta, e a superare il passato e tutto il dolore che ha portato" gli aveva spiegato, facendolo commuovere fino alle lacrime.
Poi lo aveva abbracciato, accarezzato e baciato fino a quando non si era addormentato.
In quel momento, vedendo quell'ammasso di pelo bruno, Stiles si sentì incredibilmente forte, e in pace con se stesso e col mondo come non gli capitava da tempo.
Si alzò con calma, si fece una lunga doccia rilassante e poi andò alla ricerca di Derek. Non lo trovò, ma sul tavolo della cucina c'era un messaggio che diceva che era dovuto uscire per occuparsi di una cosa, che non doveva preoccuparsi perché non c'entravano i wendigo né nessun'altra creatura potenzialmente letale, e che sarebbe tornato in tempo per il pranzo. Con del cibo giapponese. Stiles adorava il cibo giapponese e in quel momento adorava anche il suo Dom.
Passò la mattinata leggendo alcuni dei fumetti che aveva comprato qualche giorno prima, allegramente spaparanzato sul divano. Non si alzò nemmeno quando Derek tornò a casa, ma lo guardò dalla sua postazione, in attesa. Il licantropo scosse la testa ma fece esattamente quello che il suo Sub desiderava: lo raggiunse, si chinò su di lui e lo baciò. Solo mentre mangiava la sua tenpura Stiles si rese conto che quello era un comportamento da piccioncini, cosa che loro di certo non erano, e sentì riaffiorare quella strana preoccupazione che avvertiva ormai sempre più spesso.
Dopo pranzo Derek gli diede istruzioni perché sistemasse la cucina e poi lo seguisse in camera da letto, e lasciò la stanza come se avesse molta fretta. Quando il ragazzo lo raggiunse capì subito che il suo Dom era nervoso e la cosa lo fece preoccupare parecchio.
"Vieni qui, Stiles, dobbiamo parlare."
Parlare, a volte, poteva anche essere una buona cosa, ma se a volerlo fare era uno come Derek, che alle parole aveva sempre preferito i fatti, e con quell'espressione tormentata poi, di buono non doveva esserci proprio nulla. L'unica cosa positiva era che la stanza era stata preparata per una delle loro sessioni di sesso estremo, a giudicare dal lubrificante e dal plug che vedeva sul letto, quindi la loro discussione non avrebbe riguardato il ferimento, la mutilazione, lo smembramento o, peggio, la morte di qualcuno dei loro amici.
Il ragazzo lo raggiunse e lui lo fece sedere sul materasso, mettendosi subito al suo fianco.
"Di solito non ti do molte spiegazioni sui giochi che intendo usare o su quello che voglio farti, non prima di aver iniziato in ogni caso" disse, stringendogli le mani tra le sue. "Oggi, però, penso che tu debba essere preparato. So che queste settimane sono state pesanti. Non ho messo solo a dura prova il tuo corpo, ma hai anche dovuto affrontare te stesso e i tuoi limiti, e in più di un'occasione. So che ieri è stata forse la prova più difficile, per te, e sono davvero orgoglioso per come l'hai affrontata."
Stiles lo ascoltava, sempre più preoccupato. Se Derek era così in ansia per quello che avrebbero fatto di lì a poco, voleva dire che era una cosa grossa. Molto grossa.
"So anche che hai dato solo una breve occhiata alla lista, quando Kevin te l'ha data, e che eri tanto sconvolto da non ricordare praticamente nulla di quello che c'era scritto su quel foglio," continuò il discorso il licantropo "perciò forse non hai notato che ho lasciato la maggior parte delle cose più pesanti per ultime. È già stato abbastanza difficile così, per te, e non volevo traumatizzarti e spingerti a darti alla fuga usando qualcosa di troppo impegnativo all'inizio, volevo prepararti con calma ed essere sicuro che fossi pronto ad affrontarle. O che almeno ti fidassi abbastanza di me da sapere che non ti farei mai del male."
"Mi fido" disse Stiles, senza nessuna esitazione, guadagnandosi uno dei rari sorrisi sinceri e spontanei di Derek.
"Lo so, me lo hai dimostrato così tante volte, ormai, che solo uno stupido non lo avrebbe capito, soprattutto dopo quello che hai fatto ieri. Ma so anche che ti saresti spaventato a morte se te lo avessi proposto un paio di settimane fa. So che ti spaventerai anche adesso, nonostante tutto quello che abbiamo già fatto."
Stiles deglutì un groppo d'aria e prese ad agitarsi e il licantropo gli strinse un po' di più le mani, come a volerlo tranquillizzare.
"E comunque," riprese a parlare "anche io dovevo riuscire a fidarmi di me stesso e avevo bisogno di prepararmi. Questa mattina sono stato da Kevin, perché volevo essere assolutamente sicuro di riuscire a fare le cose per bene."
"Di cosa si tratta?" trovò il coraggio di chiedergli Stiles, anche se con un filo di voce.
"Di una sonda uretrale."
Il ragazzo ci mise qualche istante per dare un senso a quello che aveva sentito, e quando ci riuscì iniziò a iperventilare. Derek lo circondò subito con le braccia, attento a non stringere troppo, e gli accarezzò la schiena per calmarlo.
"Mi credi se ti dico che andrà tutto bene e che non correrai nessun rischio?" gli domandò il licantropo.
"Sì, ma sono terrorizzato comunque."
Derek annuì, anche se l'altro non poteva vederlo, come a volergli dare ragione.
"Lo immagino, ma farò tutto quello che posso per farti stare bene, te lo prometto."
Fu il turno di Stiles di annuire e il licantropo lo strinse un po' più forte, prima di afferrarlo per le spalle e scostarlo per poterlo guardare negli occhi.
"Nei giorni scorsi mi sono informato su come fare questa cosa in tutta sicurezza e oggi, da Kevin, mi sono assicurato di aver capito tutto per bene e lui ha deciso di usare la sua magia per darci una mano, così che tu potessi affrontarla con più tranquillità. Ha incantato la sonda per renderla sterile senza dover usare antibatterici e, soprattutto, per impedirle di ferirti. Non corri nessun pericolo, Stiles, ma voglio comunque che tu mi prometta che mi avviserai subito se proverai dolore. Non voglio in alcun modo farti del male."
"D'accordo."
"Se te la senti possiamo iniziare anche subito."
"Va bene."
Stiles sapeva di non dare l'impressione di essere molto convinto, ma in quel momento era il massimo che poteva fare. Derek, però, sembrava capire come si sentisse e non provò nemmeno a convincerlo a essere più entusiasta.
"Bravo, piccolo. Ora sdraiati" gli ordinò, aspettando che lo facesse prima di riprendere a parlare. "Ascolta, cercherò di renderlo il più piacevole possibile, ma dovrà comunque essere un gioco di dominazione, capisci?"
"Mi fido di te" ribadì il ragazzo, e Derek si chinò su di lui per baciarlo.
"Ora solleva le gambe, piccolo, devo metterti questo" disse, quando si separarono, e gli fece vedere il plug che stava lubrificando.
Stiles ubbidì e lui glielo spinse dentro.
"Serve solo per dilatarti, così sarai pronto per me, dopo, e magari ti aiuterà anche a distrarti con qualcosa di piacevole" gli spiegò, muovendolo un po' prima di fargli riabbassare le gambe, e provocandogli un brivido di piacere quando riuscì a stimolargli la prostata. "Ora passiamo a questo" disse poi, togliendo la sonda uretrale dalla sua custodia.
A Stiles quell'affare sembrò smisuratamente lungo.
"Non dovresti... cioè, non dovrei... ecco, insomma... non sono quasi per niente eccitato" gli fece notare il ragazzo, rosso per l'imbarazzo e quasi mangiandosi le parole.
"Sì, lo so. Va bene così, farà meno male e sarà più facile farla entrare."
Stiles non ne era molto convinto, ma Derek aveva detto di essersi preparato e lui, invece, non ne sapeva niente, perciò non insistette oltre sull'argomento.
"È molto probabile che sentirai un po' di dolore quando la inserirò, ma dovrebbe passare presto. Se così non fosse..."
"Ti avviserò."
"Bravo, ragazzo" lo lodò ancora una volta, sistemandosi tra le sue gambe.
Stiles lo osservò mentre gli spalmava una generosa dose di lubrificante sulla punta del pene e poi ripeteva l'operazione sulla sonda. Era un'asta di metallo, lunga probabilmente venti centimetri o poco più, e con un diametro che poteva forse essere di cinque millimetri. Non che la cosa servisse a tranquillizzarlo, in realtà, perché a lui sembrava comunque enorme. La parte iniziale era fatta in modo che sembrasse composta da tante piccole palline, fuse le une alle altre, ed era leggermente curva, caratteristica che con ogni probabilità doveva servire a stimolare la prostata, o qualcosa del genere. Nella parte alta sembrava che il creatore avesse pensato, in un primo momento, di riutilizzare l'idea delle palline, ma che poi avesse cambiato idea e le avesse premute, facendo loro assumente una forma schiacciata. La sonda finiva con una sorta di uncino al quale era attaccato un cock ring di silicone nero, il cui scopo principale doveva essere quello di bloccare quell'aggeggio infernale per evitare che uscisse dal canale uretrale prima che lo avesse deciso il Dom.
Quando il licantropo prese in mano il suo membro a riposo, Stiles iniziò a fare dei respiri lunghi e profondi.
"Iniziamo" lo avvisò lui.
Non fu piacevole, per niente. Quando la punta di metallo forzò quel buco così stretto tutto quello che provò fu dolore. E poi ancora, e ancora, a ogni pallina che entrava. Derek si assicurò di fare le cose con calma, non spinse mai la sonda per forzarla a entrare ma lasciò che fosse la forza di gravità a fare tutto il lavoro, bloccandone la discesa di tanto in tanto per permettere al suo Sub di riprendere fiato.
L'operazione fu lunga e di una lentezza che in certi momenti Stiles considerò esasperante, anche se capiva che il suo Dom si stava preoccupando per lui e per il suo benessere e gliene era infinitamente grato. Alla fine, però, la punta del suo membro arrivò a toccare l'anello di silicone e Derek lo allargò per permetterle di entrarci dentro, per poi lasciarlo andare con attenzione, bloccando così la sonda al suo interno.
A quel punto si chinò di nuovo su di lui per baciarlo.
"Sei stato bravissimo, piccolo" lo lodò. "Ora passiamo a rendere piacevole questa esperienza, va bene?"
Senza nemmeno lasciargli il tempo di rispondere, tornò tra le sue gambe e iniziò a leccarlo. Stiles non sapeva cosa fare. Avere quell'asta di metallo piantata proprio lì gli causava delle sensazioni stranissime. Era fastidiosa, anche se il dolore era solo un'eco lontana a quel punto, ma c'era anche qualcos'altro, qualcosa che ancora non riusciva a capire, tantomeno a spiegare.
Derek, poi, non lo stava aiutando per niente. La sua lingua e le sue mani lo stavano frugando ovunque, scatenando in lui una reazione che ormai gli era diventata abituale: si stava eccitando. E lo stava facendo anche molto in fretta, a essere sinceri. Prima di rendersene conto, si ritrovò con un'erezione completa e con la voglia di avere qualcosa di più di qualche palpatina e di qualche leccata.
Poi squillò un telefono. Per l'esattezza quello del licantropo. E il bastardo sadico che si ritrovava per Dom interruppe quello che stava facendo per rispondere. Inserendo il vivavoce, tra l'altro, così che Stiles non potesse nemmeno imprecare come desiderava.
Cora, che con quella chiamata aveva vinto tutti i premi dell'universo per la più grande mancanza di tempismo, aveva bisogno che suo fratello parlasse con la sua insegnante di inglese, che gli stava dando lezioni di recupero in vista dell'inizio del nuovo anno scolastico, di non si capiva bene quale problema, e gli sarebbe stata molto grata se l'avesse raggiunta subito a scuola, per risolvere la questione il prima possibile e permetterle di affrontare con serenità la sua vita da adolescente quasi normale. Il fratello la rassicurò con poche parole, prima di riattaccare.
"Vuoi davvero andartene e lasciarmi qui così?" gli chiese Stiles, senza riuscire a trattenersi.
"Hai qualcosa da ridire sulle mie decisioni?" gli domandò a sua volta il licantropo, addolcendo quelle parole con una carezza sulla sua fronte sudata.
Stiles scosse piano la testa, anche se il suo sguardo faceva chiaramente capire che avrebbe avuto molte cose da ridire e che la prospettiva di restare da solo lo terrorizzava a morte.
"Starò via per poco, non preoccuparti. Tu nel frattempo pensa solo a rilassati e a riposarti, e ignora la sonda il più possibile. Riprenderemo al mio ritorno e ti prometto che farò in modo che sia valsa la pena di aspettare."
Stiles pensò che non c'era modo che potesse rilassarsi, o che potesse davvero ignorare quella cosa di metallo piantata nel suo pene, nemmeno con i fumetti che Derek gli aveva portato per distrarlo, prima di farlo sedere con la schiena appoggiata ai cuscini e di andarsene. Non con il butt plug che continuava a stimolarlo da dentro, impedendogli di perdere l'erezione. Aveva anche provato a toccarsi un po', ma aveva desistito subito, capendo che avrebbe solo peggiorato al situazione, dato che gli era impossibile venire, in quelle condizioni. Tuttavia, il suo corpo sembrava non voler collaborare, perché i suoi fianchi iniziarono a ondeggiare contro il materasso, portando il plug a fare dei deliziosi movimenti al suo interno. Alla fine lasciò perdere del tutto i fumetti, per concentrarsi solo sul piacere che continuava ad aumentare.
Derek tornò dopo poco più di un'ora, lamentandosi del viaggio a vuoto e delle donne di mezza età infoiate e troppo intraprendenti. Stiles gli avrebbe chiesto spiegazioni, vinto dalla curiosità, se fosse stato abbastanza in sé da capire cosa stesse dicendo. Il fatto era che in quel momento non stava bene, per niente.
Il licantropo lo trovò seduto nello stesso punto in cui lo aveva lasciato, solo che non era più fermo. Il suo sedere affondava nel materasso a ritmo sostenuto, le sue mani erano arpionate alla spalliera del letto, dietro di lui, e il suo corpo era arrossato, sudato e percorso da brividi incontrollabili. Il suo Sub sembrava disperato e quella vista lo fece eccitare all'istante.
"Vedo che hai trovato il modo di divertirti mentre non c'ero" commentò con voce roca.
Stiles si lasciò scappare un singhiozzo e allungò le braccia verso di lui, ma Derek non aveva nessuna intenzione di assecondarlo. Si abbassò la cerniera dei pantaloni mentre gli si avvicinava, facendolo gemere di aspettativa, salì sul letto e gli afferrò le caviglie, strattonandole senza troppa cura per farlo scivolare sulle lenzuola, fermandosi solo quando fu completamente sdraiato, e poi gli sollevò le gamba, spalancandole per bene.
"Questo non serve più" disse, afferrando la base del plug e sfilandoglielo in un colpo solo, godendosi le sue urla vogliose.
Poi lo penetrò, arrivando fino in fondo con un'unica spinta. Stiles gridò ancora e si dimenò, stringendo le lenzuola tra le mani, talmente forte che avrebbe anche potuto strapparle. E lo pregò, senza sosta.
"Che cosa vuoi, Stiles? Se non me lo dici chiaramente non posso accontentarti" lo provocò.
"Fammi venire, ti prego. Ti prego! Ne ho bisogno!"
Derek ghignò, perfido.
"Pensi di meritartelo? Anche se non mi hai ubbidito quando ti ho detto di rilassarti?"
Stiles scosse la testa, si inarcò e si agitò ancora di più, continuando a implorarlo.
"Spiacente, piccolo, ora è il mio turno di divertirmi."
Derek si mosse con forza dentro di lui, ignorando tutte le sue preghiere. Vedere il suo Sub in quelle condizioni lo eccitava da morire e voleva godersi quella rara opportunità il più possibile. Continuò ad affondare nel suo canale stretto, avanti e indietro, per diversi minuti e quando raggiunse l'orgasmo e si svuotò al suo interno Stiles stava ormai singhiozzando senza ritegno.
Dopo aver ripreso fiato, Derek si alzò e andò in bagno, lasciandolo da solo ancora una volta. Al suo ritorno il ragazzo aveva i fianchi sollevati dal letto e li muoveva su e giù, alla disperata ricerca di un sollievo che sapevano entrambi non avrebbe trovato. Mai come in quel momento Derek era stato contento di essere un licantropo e di avere dei tempi di ripresa molto più veloci di quelli di un normale essere umano.
"Vuoi venire, Stiles?" gli chiese, quando lo raggiunse di nuovo.
"Ti prego" pigolò lui, le lacrime che gli rigavano il volto. "Ti prego!"
"Va bene, ti permetterò di venire. Allunga le mani dietro al testa, afferra il cuscino e non muoverle da lì per nessun motivo o ti lascerò così fino a domani."
Stiles eseguì il suo ordine all'istante, il respiro corto e pesante. Derek si mise di nuovo tra le sue gambe e gli prese l'erezione in mano, accarezzandogliela per torturarlo ancora un po'. Poi gli sfilò l'anello di silicone e lo penetrò quasi nello stesso istante.
Il suo Sub urlò e si inarcò con tanta forza che, per un istante, il licantropo pensò che potesse essersi fatto male alla schiena. Invece iniziò a muovere i fianchi e a gemere sempre più sonoramente.
Derek osservò la sonda uscire lentamente dal suo canale, un po' di più a ogni spinta, e decise che poteva giocare con lui ancora un po', visto che ne aveva voglia e che non esisteva un solo motivo al mondo per il quale non avrebbe dovuto assecondare il suo desiderio. Gli morse la coscia, per attirare la sua attenzione ed essere sicuro che lo guardasse, poi spostò lentamente la mano fino alla sommità dell'asta di metallo e gliela spinse di nuovo dentro. Stiles gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, disperato.
"Devo venire, ti prego... devo venire!"
"Non ancora" stabilì il suo Dom, e afferrò l'estremità arrotondata della sonda, muovendola avanti e indietro all'interno del suo membro.
Stiles sembrò come impazzito, era chiaro che non avesse più nessun controllo del suo corpo e della sua voce, e la cosa rese Derek molto fiero di se stesso, e altrettanto eccitato. A quel punto poteva anche ritenersi soddisfatto e decise che era arrivato il momento di dargli tregua. Lasciò andare la sonda e iniziò a penetrarlo con spinte sempre più vigorose. L'asta di metallo continuava a scivolare fuori, sempre un po' di più, e lui questa volta non fece nulla per fermarla. Poi sentì il piacere aumentare e assestò un serie di spinte ancora più forti. La sonda ricadde sull'addome di Stiles proprio nel momento in cui lui raggiungeva l'orgasmo per la seconda volta.
Il ragazzo aveva ormai superato il suo limite da tempo, la voglia di venire era così pressante che era diventata addirittura dolorosa. Era davvero convinto che avrebbe perso la ragione se non avesse potuto dare presto libero sfogo alla sua eccitazione. Quando l'asta di metallo lasciò definitivamente libero il canale che aveva occupato per così tante ore, lui non aveva più nessuna possibilità di controllarsi. Il suo corpo fu come attraversato da una potente scarica elettrica, si inarcò talmente tanto da toccare il materasso solo con la testa e con i piedi, mentre la mani stringevano ancora il cuscino, così forte da strapparlo. Urlò e urlo tutto il suo piacere, senza nemmeno far caso al mal di gola che continuava ad aumentare e rendeva sempre più roca la sua voce, e venne come non gli era mai capitato prima in tutta la sua vita. Con tanta forza che gli schizzi del suo seme gli arrivarono perfino in faccia, e così a lungo che per un folle istante pensò che si sarebbe prosciugato per sempre.

Poi perse i sensi.

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