23. Wax play

1.4K 26 0
                                    


Quando Stiles si svegliò, la mattina dopo, Derek era seduto sul letto, all'altezza delle sue cosce, e lo guardava.
"Buongiorno" biascicò Stiles.
"Buongiorno a te."
Derek non sembrava intenzionato a muoversi e il ragazzo iniziò a innervosirsi.
"Devo andare a farmi la doccia?" chiese.
"No."
"Oh, allora la colazione..."
"Tra poco."
""Quindi cosa vuoi fare? Restare qui a guardarmi?" gli domandò, in parte scherzando, sempre più perplesso.
"Sì, è esattamente quello che avevo intenzione di fare" su la risposta tranquilla del suo Dom.
Stiles arrossì miseramente e decise che sarebbe stato molto meglio non ribattere. E poi, a dire la verità, il lato possessivo di Derek non gli dispiaceva per niente. Era appagante, e spesso anche molto eccitante, sapere che teneva così tanto a lui, che gli piaceva averlo tutto per sé e che non aveva intenzione di condividerlo con nessuno. Per quanto gli eventi della sera prima non fossero molto chiari, nella sua mente, Stiles ricordava bene con quanta sicurezza Derek aveva detto a Kevin che lui era solo suo, e con quale foga lo avesse rivendicato solo un attimo prima di violare la sua apertura. Era una cosa che gli toglieva il fiato al solo pensarci.
"Come stai?" gli chiese il licantropo, dopo diversi minuti di silenziosa contemplazione.
"Bene. Sul serio" aggiunse, quando lo vide guardarlo scettico. "Sto bene."
Ed era vero, si sentiva felice, appagato e molto più tranquillo di quanto non fosse stato solo il giorno prima. Dopo l'intensa sessione di sesso che avevano avuto, molto dopo a dire il vero, perché prima c'era stata un'altra altrettanto intensa sessione di meritate coccole, Derek aveva preparato qualcosa di veloce per cena e, mentre mangiavano, gli aveva raccontato cosa era successo qualche ora prima.
Stiles aveva avuto ragione, i wendigo non avevano avuto intenzioni pacifiche. Le loro trattative erano durate più o meno un minuto e mezzo, il tempo che aveva impiegato il loro capo per studiarli uno per uno e decidere che voleva scoprire che gusto avesse una Kitsune. Scott non ne era stato particolarmente felice e aveva pensato bene di suonargliele di santa ragione per aver preso in considerazione l'idea di mangiarsi la sua ragazza. Da lì in poi era stata una battaglia a tutto campo. I wendigo attaccavano decisi a riempirsi lo stomaco e loro ricambiavano la cortesia altrettanto decisi a farli a pezzi. Tranne Scott, che insisteva perché si limitassero a stordirli e a renderli innocui. A volte Stiles pensava che il suo migliore amico soffrisse di una forma molto acuta della Sindrome dell'Expelliarmus.
In ogni caso, l'aiuto dei maghi era stato davvero prezioso, proprio come aveva previsto Lydia. Avevano coperto loro le spalle e in alcuni casi avevano evitato che qualcuno di loro venisse ferito gravemente. Lo stesso Kevin era andato in soccorso di Jackson quando era stato circondato da tre wendigo, e la sua magia era stata impressionante come sempre.
Lo scontro era durato la bellezza di dodici minuti, Lydia aveva assicurato di averlo cronometrato. La parte più complicata era stata decidere cosa fare dei loro avversari sconfitti. Jordan aveva ammesso, seppur a malincuore, che le prigioni umane non erano attrezzate per ospitare esseri simili, non così tanti tutti insieme perlomeno, e la proposta di Jackson di farli fuori tutti e nascondere i cadaveri era stata bocciata in tronco da Scott. Alla fine, Kevin aveva deciso di sigillare, letteralmente, i loro denti: nessuno di loro avrebbe più potuto estrarre la sua spaventosa dentiera se non per difendersi in caso di estrema necessità. Dopodiché vennero caldamente invitati a lasciare la città e a non farvi mai più ritorno. E dato che loro avevano la magia e sapevano come usarla, o almeno Kevin sapeva come fare, la cosa migliore di tutta la faccenda era che non c'era nemmeno stato bisogno di impiantare dei chip di controllo nei loro cervelli come era successo a quel poveraccio di Spike, anche se Stiles si guardò bene dall'esprimere ad alta voce i suoi pensieri da nerd perché non era certo che Derek avrebbe colto la citazione.
Era bello sapere che ce l'avevano fatta ancora una volta, che nessuno aveva perso qualche arto  o, peggio, la vita e che avevano anche trovato dei preziosi alleati nella loro guerra contro il lato oscuro della Forza.
Derek aveva continuato a guardarlo, mentre lui era immerso nei propri pensieri, come a voler capire se gli avesse detto la verità quando gli aveva assicurato di stare bene. A quanto pareva, però, la sua espressione serena doveva averlo convinto, perché si alzò, gli diede un bacio e lo avvisò che stava andando a prendere la colazione. Stiles scese dal letto e corse in bagno, e fece appena in tempo a liberarsi la vescica e rientrare in camera prima che il licantropo fosse di ritorno con del pane tostato e imburrato e del succo d'arancia, cibo che il suo Sub spazzolò con gusto.
"Ti è piaciuto quello che ti ho fatto ieri?" gli chiese Derek, quando ebbero finito di mangiare.
Stiles aveva già aperto la bocca per rispondere, ma la richiuse per poter pensare con attenzione a quello che avrebbe detto.
"Sì," rivelò alla fine "ma mi sarebbe piaciuto di più se tu fossi rimasto sempre con me."
"Lo so, piccolo," gli sorrise il licantropo "sarebbe piaciuto anche a me. È stato tanto difficile da sopportare quando eri da solo?"
Il ragazzo scrollò le spalle.
"Tu non mi avevi detto che potevo venire, anche se ne avevo davvero bisogno. Quello è stato difficile, sì, ma... non volevo deluderti" confessò, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Derek allungò una mano per fargli una carezza sulla guancia.
"Sono molto fiero di te, Stiles, sei stato bravissimo!" lo lodò ancora una volta, facendolo arrossire. "Ieri è stata una giornata impegnativa, anche se non era nei programmi," aggiunse poi "e oggi lo sarà altrettanto, seppure per un motivo completamente diverso."
"Va bene."
Era stupito perfino lui per la sua arrendevolezza, ma la verità era che sapeva di non avere nulla da temere da Derek. Il suo Dom si sarebbe preso cura di lui, anche mentre gli infliggeva dolore. E dopo la sofferenza era certo che sarebbe arrivato il piacere.
"Penso sia meglio farlo subito, così poi avrai il resto della giornata per riprenderti" suggerì il licantropo.
"Va bene" ripeté.
Derek aveva spostato la mano sul suo petto, proprio all'altezza del cuore, come se volesse leggergli l'anima attraverso i suoi battiti. Quello che sentì dovette tranquillizzarlo, perché si chinò ancora una volta a baciarlo e poi si alzò dal letto.
"Vai a farti la doccia e poi raggiungimi nella stanza dei giochi" gli ordinò.
Quindici minuti dopo Stiles capì quale sarebbe stata la tortura del giorno. Derek aveva spostato il tavolo al centro della stanza e in un angolo aveva appoggiato una decina di candele, più una accesa che svettava su un alto candelabro d'argento.
"Vieni qui, Stiles" lo richiamò il suo Dom. "Sdraiati sul tavolo, di schiena."
Stiles non ebbe nessuna esitazione e, una volta steso, lo fissò, consapevole che la situazione avrebbe dovuto renderlo molto più agitato di quanto non fosse in realtà.
"Sai cosa sto per fare?" gli chiese Derek.
"Mi farai gocciolare la cera addosso."
"Esatto" annuì il licantropo. "Queste me le ha date Kevin" disse, sollevando una delle candele. "Sono fatte di una cera particolare che ha un punto di fusione più basso rispetto a quella nomale, ma brucerà comunque quando te la farò cadere sulla pelle. Voglio essere certo che userai le tue parole se sentirai troppo dolore."
"Banshee per rallentare, lupo per riprendere e kanima per fermare, le userò se sentirò troppo dolore" confermò.
"Bravo, ragazzo" approvò il licantropo, regalandogli l'ennesima carezza, come se non riuscisse a tenere per troppo tempo le mani lontane da lui. "Ora iniziamo."
Stiles lo vide accendere la candela che aveva in mano alla fiamma di quella sul candelabro. Aspettò qualche secondo perché la cera iniziasse a sciogliersi e poi gli si avvicinò e gliene fece colare una goccia addosso, poco al di sopra dell'ombelico. Il ragazzo sibilò, chiudendo gli occhi per qualche istante. Quando li riaprì Derek gli sorrise e inclinò di nuovo la candela.
Una goccia dopo l'altra, tracciò una scia di cera che gli arrivava fino al centro del petto. A quel punto, spense la fiamma e soffiò sulla cera ormai incrostata, provocandogli una serie di brividi, e quando fu sicuro che si fosse completamente solidificata la raschiò via con le unghie. Era doloroso, ma sopportabile.
Subito dopo, Derek riaccese la candela e riprese la sua opera, ripetendo il procedimento, a turno, su gambe, braccia, spalle e addome. Stiles gemette e mugolò, praticamente senza sosta, ma non pronunciò nessuna delle sue parole. Quando la cera venne rimossa per l'ennesima volta, il licantropo accese un'altra candela.
"Ora farà più male" lo avvisò.
Fu un attimo, e Stiles si ritrovò a urlare quando la cera fusa cadde, in rapida successione, su entrambi i suoi capezzoli. Stava ancora boccheggiando quando sentì lo stesso, intenso dolore all'ombelico. Prese dei respiri profondi per riuscire a tenere sotto controllo la sofferenza che si irradiava dai punti colpiti e per capire se era il caso o no di usare una delle sue parole. Man mano che la cera si raffreddava, però, capiva che era una cosa che poteva sopportare, perciò decise di non dire nulla.
"Adesso dovrai essere forte" lo incoraggiò il suo Dom, quando vide che si era calmato quasi del tutto.
Stiles capì cosa volesse dire quando era ormai troppo tardi. Derek aveva inclinato di nuovo la candela e aveva fatto cadere una scia di gocce su tutta la lunghezza del suo membro semi eretto. Il dolore fu accecante e urlò con tutto il fiato che aveva in gola, inarcando di scatto la schiena.
"Banshee!" esalò, non appena fu di nuovo in grado di parlare, e Derek gli prese una mano, per fargli forza.
"Respira, piccolo, respira. Così, da bravo" lo incoraggiò.
La sua voce e il calore delle sue dita riuscirono a tranquillizzarlo in pochissimo tempo. Il dolore era ancora lì, ma ora era sopportabile. Dopo una serie di respiri profondi si sentiva pronto a riprendere.
"Lupo" sussurrò.
Derek sembrava sul punto di voler dire qualcosa, ma alla fine non lo fece. Lasciò andare la sua mano, invece, e iniziò a togliere la cera. Partì dall'ombelico, per poi passare ai capezzoli e, infine, al suo membro, che aveva perso ogni traccia di erezione. Faceva male, la sua pelle era così sensibile che perfino l'aria gli dava fastidio e non riusciva in nessun modo a smettere di gemere e singhiozzare.
"Abbiamo quasi finito" lo avvisò Derek. Ora voglio che tu ti metta a quattro zampe."
Non fu facile, ma Stiles ubbidì.
"Ricorda, puoi fermarmi in qualsiasi momento."
Un istante dopo aver pronunciato quelle parole, il licantropo iniziò a fargli colare la cera sulla schiena. Solo che questa volta le gocce colpivano la sua pelle molto più in fretta di prima, provocandogli una sofferenza continua. Quando si girò per capirne il motivo, il ragazzo vide che Derek aveva due candele in ciascuna mano, e che erano tutte e quattro inclinate in modo che la cera si sciogliesse il più velocemente possibile.
Resistere era qualcosa che andava molto al di là delle sue capacità. Urlò, gemette, pianse e urlò ancora. Aveva la schiena quasi interamente ricoperta di cera e sentiva la sua pelle andare a fuoco. Aveva ormai deciso di arrendersi quando Derek smise di torturarlo, come se gli avesse letto nel pensiero.
"Manca poco, piccolo. Devo solo pulirti e poi abbiamo finito."
Sentire la cera che si staccava dalla sua pelle non fu piacevole, per niente. Quando Derek concluse la sua opera di pulizia lui aveva il viso rigato di lacrime ed era talmente scosso che non riusciva a smettere di tremare. Poi il Dom gli appoggiò un panno gelato sulla schiena e a lui si mozzò il fiato in gola per quanto era piacevole.
Dopo qualche minuto Derek rimosse la stoffa, che ormai si era intiepidita, e lo prese in braccio, riportandolo in camera da letto.
"Sei stato davvero bravo, piccolo. Hai sopportato tutto, anche se faceva male, e ti sei ricordato di usare le tue parole quando ne hai avuto bisogno" si complimentò durante il tragitto. "Mi rendi sempre più orgoglioso di te, non riesco a credere di essere tanto fortunato da averti."
Quelle ultime parole fecero battere forte il cuore di Stiles. E gli fecero desiderare cose che era convinto fossero impossibili.
"Ora ti spalmerò un po' di pomata sulla pelle irritata" lo avvisò il licantropo, dopo averlo depositato sul letto. "Nel frattempo, tu pensa a qualcosa che desideri. Sei stato così bravo che ti meriti un bel premio."
Derek sparì in bagno e ne tornò, pochi minuti dopo, con un tubetto di crema, che spalmò con estrema cura su ogni parte della sua pelle che era stata a contatto con la cera.
"Allora, hai deciso che cosa vuoi in premio?" gli chiese quando ebbe concluso il suo lavoro.
La risposta del suo Sub arrivo immediata, senza il minimo accenno di esitazione.
"Fai l'amore con me. Per favore!"
Quando Derek aveva parlato di un premio, Stiles aveva capito che non c'era nient'altro che desiderasse. Aveva bisogno di sentire Derek dentro di sé, ancora una volta, ma allo stesso tempo sapeva che non sarebbe dovuto essere del semplice sesso. Avrebbe voluto poter spiegare al suo Dom quello che sentiva, ma la sua mente era così confusa che non riusciva a capirlo nemmeno lui, figuriamoci se era in grado di esprimerlo a parole.
Derek, però, sembrava averlo capito comunque. Esitò solo qualche istante, poi si spogliò e si stese al suo fianco. Fu dolcissimo, e tenero, e attento. Lo baciò e lo accarezzò come se fosse la cosa più preziosa del mondo, facendolo sentire come avvolto in una nuvola di beatitudine. Lo preparò con cura, prendendosi tutto il tempo di sui avevano bisogno, e scivolò dentro di lui senza fargli alcun male.
Il loro fu un amplesso lento, Derek non sembrava avere nessuna fretta di concludere. Al contrario, in un paio di occasioni arrivò addirittura a fermarsi per prolungare il loro piacere. Stiles raggiunse l'orgasmo quasi senza accorgersene, svuotandosi tra i loro corpi, e Derek lo seguì di lì a poco, senza mai cambiare il ritmo delle sue spinte.
La dolcezza dei baci che si scambiarono dopo fu qualcosa che Stiles non avrebbe mai dimenticato, per tutto il resto della sua vita.

Play The ListDove le storie prendono vita. Scoprilo ora