13. Maschera

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Stiles venne svegliato, ancora una volta, da Derek che gli aveva portato la colazione a letto. Il licantropo era stato dolcissimo, il giorno prima. Aveva permesso a Stiles di dormire per quasi un'ora, dopo l'intensa sessione che avevano avuto in bagno, poi lo aveva svegliato con toast e succo d'arancia e aveva passato il resto della mattinata a stringerlo tra le braccia e ad accarezzarlo per aiutarlo a rilassarsi e a tranquillizzarsi dopo quello che aveva dovuto subire. Dopo pranzo lo aveva portato in salotto, dove avevano guardato film e mangiato patatine e gelato fino all'ora di andare a dormire. O meglio, Stiles aveva mangiato patatine e gelato, Derek si era limitato a guardarlo divertito.
Era stata davvero una bella giornata, ma tutte le speranze di Stiles di poter ripetere l'esperienza andarono in fumo quando vide, appoggiata sul vassoio, l'ennesima scatola bianca.
"Ma quelle le hai comprate in stock?" chiese, indicandola imbronciato.
"No, riciclo. E non dovresti darmi il buon giorno come si deve, Stiles?"
Il ragazzo si scordò il cattivo umore e lo guardò con l'espressione più invitante del suo repertorio, sperando di non sembrare troppo ridicolo.
"Lo farò quando sarai abbastanza vicino" provò a tentarlo.
Derek inarcò un sopracciglio, posò il vassoio sul comodino e si chinò su di lui, sorreggendosi con una sola mano sul materasso.
"Così va bene?" gli chiese.
Stiles sorrise esultante e gli buttò le braccia al collo, poi lo baciò con entusiasmo.
"Ok, per questa volta posso perdonarti" disse il licantropo, dopo aver piacevolmente esplorato per diversi minuti la bocca del suo Sub "ma potrei anche pretendere che tu mi saluti così tutti i giorni, d'ora in avanti, sappilo" lo mise in guardia.
Stiles ridacchiò, guardandosi bene dal lamentarsi o dal protestare a quella prospettiva.
"Allora, cosa mi aspetta oggi?" chiese invece, deciso ad affrontare subito il problema.
"Oggi ci concentreremo sul tuo piacere" gli rispose Derek, sibillino. "Ieri è stato molto doloroso, per te, ma tu ti sei comportato benissimo, perciò ho deciso che meriti un premio."
"Ti assicuro che la cosa mi fa molto piacere e che ti sono grato per tutte le attenzioni che hai per me, non devi dubitarne nemmeno per un istante" iniziò Stiles, deciso a mettere le mani avanti. "Vorrei ricordarti, però, che l'ultima volta che hai voluto concentrarti solo suo mio piacere ci sono quasi rimasto secco e dopo mi sono beccato una punizione esemplare. Non c'è un altro aneros in quella scatola, vero?"
"No, non stavolta, anche se non mi dispiacerebbe usarlo di nuovo" gli rivelò Derek, che sembrava divertirsi un mondo a vederlo scioccato. "Ora mangia, ne parleremo dopo."
Stiles non insistette, anche perché l'unica cosa che avrebbe ottenuto sarebbe stata l'irritazione del suo Dom, con tanto di conseguente punizione. Mangiò la sostanziosa colazione che gli era stata preparata e ringraziò educatamente, poi andò in bagno a lavarsi i denti e a farsi una doccia veloce, cosa che gli causò un po' di nervosismo visto quello che era successo lì solo il giorno prima, e tornò da Derek pronto ad affrontare qualunque cosa si celasse in quella scatola.
Il licantropo gli fece cenno di andare a sedersi vicino a lui sul letto e, quando lo ebbe accanto, gli mise la scatola tra le mani.
"Aprila."
Stiles lo fece e quello che vide lo lasciò abbastanza perplesso. Prese l'oggetto che c'era dentro per osservarlo più da vicino e poi si girò verso il suo Dom.
"È quello che penso che sia?"
"Dipende. Se pensavi che fosse un calesse allora no, non è quello" Stiles lo guardò storto. "Se invece pensi che sia una maschera, in questo caso sì, hai ragione."
"È strana" commentò il ragazzo.
"Ho pensato che avresti preferito qualcosa di particolare rispetto a quella più classica" gli spiegò il suo Dom.
"In effetti è carina, ma non riesco a capire cosa c'entri col mio piacere."
"Oh, è molto semplice" e il sorriso di Derek non piacque per nulla a Stiles. "Tra poco te la metterò e da quel momento tu non dovrai più pensare a nulla. Mi prenderò cura di te per tutto il giorno e ti renderò molto, molto felice."
"Ok, aspetta. Hai detto tutto il giorno?" Stiles si rendeva conto che la sua voce era leggermente più stridula del normale, ma pensava che ne avesse tutti i diritti.
"Sì, pensavo di togliertela solo prima di andare a letto. Voglio prendermela con calma e fare le cose per bene."
"Fare le cose... Ma non ci vedrò per tutto il giorno. Come farò a mangiare? E se dovessi andare..."
"In bagno?" lo interruppe Derek. "Sai, prima o poi dovremo parlare di questa tua fissazione, non è sana. In ogni caso, quando dovrai andare in bagno ti accompagnerò e ti assisterò io, e sarò sempre io a imboccarti quando mangeremo."
Stiles lo fissò a bocca aperta, chiaramente sconvolto.
"Hai altre domande o possiamo procedere? Inizio a essere impaziente" lo pressò il licantropo.
Il ragazzo sospirò e afflosciò le spalle. Non aveva nessuna speranza di vincere contro Derek, non finché era sotto l'effetto di quel dannato incantesimo, e forse non ne avrebbe avute nemmeno senza la maledizione che incombeva su di lui. Sperava solo che le sue attenzioni lo aiutassero a non pensare troppo all'imbarazzo che avrebbe provato in certi momenti.
"Non mi dirai che cosa hai intenzione di farmi, giusto?" provò a chiedere, pur conoscendo già la risposta.
"No, direi proprio di no. Non voglio rovinare tutto il divertimento sia a me che a te."
Stiles sospirò di nuovo e scosse la testa. Aveva sempre saputo che Derek non era esattamente una personcina sottomessa, ma prima che iniziasse quella storia non avrebbe mai nemmeno immaginato che potesse avere certe tendenze, anche se il fatto che gli piacesse sbattere al muro le persone avrebbe forse dovuto essere un indizio in tal senso. Ora gli sembrava quasi che il ruolo di Dom fosse stato creato apposta per lui.
Ormai si era rassegnato a mettersi nelle sue mani, ma prima di cominciare aveva bisogno di togliersi un ultimo dubbio.
"Non mi farai male, vero?"
Derek sorrise e allungò una mano ad accarezzargli il viso.
"Te l'ho detto, questo è un premio: oggi proverai solo piacere" lo rassicurò.
Stiles si ritrovò a ricambiare il suo sorriso e si decise finalmente a consegnargli la maschera.
"Non hai nulla da temere, piccolo. Fidati di me!" lo rassicurò ancora il suo Dom.
"Mi fido" gli rispose, senza nessuna esitazione, e Derek gli allacciò la maschera dietro la testa.
Quella cosa era strana. La parte alta era completamente dritta e gli copriva anche gran parte della fronte. Quella inferiore, invece, finiva con una specie di punta arrotondata proprio sopra il labbro superiore e aveva un'apertura triangolare che gli lasciava libero il naso. Non era come le altre maschere che aveva visto ma non poteva dire che fosse scomoda. E di sicuro svolgeva bene il suo compito, perché Stiles non riusciva a vedere proprio nulla.
"È troppo stretta?" gli chiese Derek, da un punto imprecisato di fronte a lui.
"No, va bene."
"Ottimo, allora possiamo iniziare."
Stiles attese per qualche secondo senza che succedesse nulla. Sentiva Derek che si muoveva sul letto, avvertiva anche l'ondeggiare del materasso, ma il suo Dom non lo stava toccando come si era aspettato che facesse.
Il bacio arrivò all'improvviso, esattamente in mezzo alle scapole. Era stato leggero, e inatteso, e molto più eccitante della maggior parte delle cose che avevano fatto fino a quel momento. Il che era strano, perché loro di cose eccitanti ne avevano fatte parecchie, in quei giorni, e quello era solo un bacio sulla schiena.
Il secondo bacio lo ricevette sotto l'orecchio, proprio su quel piccolo lembo di pelle più sottile e sensibile, e fu preceduto da un soffio d'aria che lo fece rabbrividire. E non certo per la paura o il fastidio.
Da lì in poi fu un continuo susseguirsi di baci, carezze, leccate e morsi leggeri. Non sapere cosa Derek avrebbe fatto, o dove, rendeva l'intera esperienza molto più sensuale di quanto sarebbe stato in circostanze normali. Stiles non avrebbe mai immaginato che la forzata cecità lo avrebbe reso così ricettivo e sensibile ma doveva ammettere, almeno con se stesso, che la cosa non gli dispiaceva nemmeno un po'.
Derek lo aveva fatto spostare al centro del letto e aveva continuato per un sacco di tempo a stimolarlo. Quando lo aveva finalmente preso in bocca, Stiles aveva pensato che sarebbe venuto senza nemmeno riuscire ad avvertirlo. Il licantropo, però, aveva stretto la base della sua erezione e si era alzato dopo poche suzioni. Il ragazzo lo aveva capito dal dondolio del materasso e dal calore del corpo che si era avvicinato al suo.
"Ti piacerebbe venirmi in bocca, Stiles?" gli chiese il suo Dom, e lui non riuscì a fare altro se non gemere e annuire, eccitato a quella prospettiva. "Potrai farlo, ma non adesso. Ora voglio darti un piacere ancora più grande."
Stiles si sentì spingere e si lasciò cadere contro i cuscini senza opporre resistenza. Derek gli sollevò le gambe e lui aspettò di sentirlo scivolare dentro la sua apertura, ma il licantropo aveva altre intenzioni. Gli succhiò le dita di un piede, gli leccò il polpaccio e gli baciò l'interno coscia, spostandosi sempre più su, fino ad arrivare a un soffio dal suo inguine. E a quel punto ricominciò da capo, con l'altra gamba.
Stiles era ormai al limite. Era talmente eccitato che quando Derek gli diede un morso all'attaccatura della coscia urlò e allungò le mani verso la sua erezione. Il suo Dom, però, non sembrava approvare la sua iniziativa, perché gliele allontanò entrambe con un paio di schiaffetti.
"Non ci provare, Stiles. Al tuo piacere ci penso io."
Fu in quel momento che lo penetrò. E Stiles venne.
Quando il suo piacere si calmò, si rese conto che Derek era ancora dentro di lui, e non pareva intenzionato a spostarsi da lì.
"Stai bene?" gli chiese il licantropo, accarezzandogli con gentilezza la coscia e il fianco.
"Bene, sì" biascicò lui.
"Ottimo, perché non ho nemmeno iniziato, con te."
Stiles sentì un dito che percorreva la sua erezione a riposo e fu scosso da un brivido. Derek iniziò a ondeggiare i fianchi molto lentamente e, allo stesso tempo, riprese ad accarezzarlo, e baciarlo, e morderlo. E anche a sculacciarlo, seppure non con forza.
Stiles sapeva che avrebbe dovuto essere esausto, e svuotato nel senso più letterale del termine, ma il suo corpo non sembrava essere d'accordo. Forse dipendeva dal fatto che era un ragazzo sano e in piena crisi ormonale, o magari era colpa della maschera e di quella situazione eccitante, ma ritornò duro in un tempo ridicolmente breve.
A quel punto, Derek aumentò le spinte. Usciva da lui quasi del tutto, per poi affondargli dentro con forza, spingendosi sempre un po' più a fondo. Stiles era certo che avesse un'espressione compiaciuta, anche se non poteva vederlo. Quando il licantropo prese in mano la sua erezione per Stiles fu troppo. Venne per la seconda volta e sentì il seme di Derek riempirlo pochi istanti dopo.
"Non hai davvero intenzione di togliermela, vero?" gli domandò diversi minuti dopo, quando fu di nuovo in grado di parlare.
"La cosa ti dispiace?" si sentì chiedere a sua volta.
Ci pensò su per qualche secondo, ma la risposta gli era già fin troppo chiara.
"No, non mi dispiace. Non mi dispiace per niente" rivelò, con un sorriso tranquillo, e Derek riprese la sua dolce tortura.

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