La mattina dopo Stiles la passò da solo. Derek era sparito subito dopo colazione e non si era più fatto vedere fino all'ora di pranzo. Non gli aveva dato nessun ordine particolare, quindi il ragazzo aveva approfittato del tempo a disposizione per rispondere ai messaggi dei suoi amici, rassicurandoli che stava bene, che procedeva tutto come previsto e che gli effetti dell'incantesimo sarebbero spariti del tutto entro poco più di due settimane. E per dire a Lydia che doveva farsi gli affari suoi, che non aveva nessuna intenzione di raccontarle i particolari del sesso che faceva con Derek, nonostante la sua insistenza, e che poteva anche smetterla di tampinare Kevin, perché tanto il mago non le avrebbe rivelato nessun particolare piccante, soprattutto perché non li conosceva nemmeno lui. E no, quello che aveva sentito la sera prima fuori dalla sua camera per gli ospiti non valeva come particolare piccante e, in ogni caso, dubitava che avrebbe voluto spiegare a Lydia che cosa era successo, di preciso, per spingerli a fare sesso a casa sua: poteva anche essere il mago più potente di tutta l'America Occidentale, ma quella banshee faceva paura anche a lui.
Dopo pranzo, però, Stiles capì che cosa aveva fatto Derek in tutte quelle ore lontano da casa.
Subito dopo pranzo, il suo Dom si era allontanato dalla cucina, ordinandogli di lavare, rigorosamente a mano, tutto quello che avevano sporcato. Stiles ci mise circa dieci minuti, perché non è che dei tramezzini richiedessero poi un gran numero di stoviglie da sporcare, e rimase in attesa, dato che non aveva ricevuto nessun altro ordine. Derek arrivò dopo altri cinque minuti, gli fece cenno di seguirlo e lo portò nella stanza dei giochi, e lì lo sguardo del ragazzo cadde subito sulle corde arrotolate con ordine sul tavolo. Non disse nulla, ma lanciò comunque uno sguardo interrogativo al licantropo.
"Una delle dimostrazioni di ieri riguardava lo shibari, ricordi? L'ho trovato molto interessante e, visto che il kinbaku fa parte della lista, ho deciso di provarlo."
"Lungi da me dubitare delle tue capacità, ma pensi di esserne in grado? Non è che abbia seguito con molta attenzione gli spettacoli, ieri sera, ma a quanto ho capito ci vuole una certa tecnica, non basta fare due nodi come capita per dire di aver creato un'opera shibari, e quel dannato incantesimo non si annullerà se non si rispetteranno alla lettera le voci della lista" gli fece notare Stiles, pensieroso.
"Ho preso lezioni" si vantò Derek. "Non sono certo un maestro ma ora so come fare le figure più semplici, e Kevin mi ha assicurato che sarà sufficiente per depennarlo dalla lista."
Stiles lo fissò poco convinto ma non disse altro. In fondo, si trattava solo di essere legato con una corda e, se il suo Dom l'avesse stretta troppo, lui poteva sempre usare le sue parole di sicurezza. Non era nemmeno preoccupato di restare intrappolato, tanto gli artigli di Derek avrebbero potuto tagliarla senza problemi.
L'unica cosa che lo lasciava un po' perplesso, in tutta quella storia, era la sedia sistemata davanti al tavolo. A quanto ne sapeva, di solito in quei casi non si usava, si sarebbe aspettato di più delle corde che pendevano dal soffitto a cui essere appeso, ma era anche vero che non era un oggetto pericoloso, quindi non se ne preoccupò più di tanto.
"Ora iniziamo" lo avvisò Derek. "Non devi fare niente se non restare rilassato. E fermo, naturalmente: se e quando vorrò che tu ti muova sarò io a guidarti. Sei pronto?"
"Sì signore."
Derek annuì e prese la prima corda. Iniziò a fargliela scorrere sul corpo, molto lentamente, ad annodarla e a intrecciarla su se stessa. Procedeva con una calma che per Stiles divenne presto estenuante. Sentire quelle mani che passavano sulla sua pelle in lievi carezze, in contrasto con le corde ruvide che irritavano tutti i punti sui quali sfregavano, lo fece presto eccitare.
Il licantropo, però, sembrava ignorare le sensazioni che suscitava in lui e continuava il suo lavoro, prestando un'attenzione esagerata a ogni più piccolo passaggio di tutta l'operazione. Stiles non sapeva con certezza da quanto avessero iniziato, ma era certo che quando Derek si allontanò da lui per rimirare la sua opera dovevano essere passate almeno alcune decine di minuti. Alla fine si ritrovò con il busto, i glutei e il pene completamente avvolti dalle corde, più o meno sottili, che il suo Dom aveva maneggiato fino a quel momento. Non era una sensazione spiacevole, ma per qualche motivo non riusciva a sentirsi tranquillo.
"Ti fa male da qualche parte?" gli chiese Derek e lui scosse la testa. "Bene, vieni."
Derek lo afferrò per un braccio e lo condusse fino alla sedia, spingendolo a sedersi, poi tornò al tavolo e prese un'altra corda. Stiles lo vide inginocchiarsi davanti a lui e subito dopo sentì le sue mani sulle caviglie. Il licantropo ricominciò ad annodare e intrecciare con cura e, quando concluse, Stiles si ritrovò con le gambe bloccate ai piedi della sedia, divaricate abbastanza da mettere bene in mostra al suo inguine.
"Ora è probabile che starai un po' scomodo" lo avvisò il licantropo quando si tirò di nuovo in piedi. "Se inizi a sentire dolore usa le tue parole" lo istruì.
"Sì signore."
Stiles lo vide avvicinarsi al tavolo per l'ennesima volta e prendere l'ultima corda. Quando tornò da lui gli afferrò le braccia, gliele portò dietro la spalliera della sedia e prese a legargli i polsi. La posizione non era molto comoda ma non era nemmeno dolorosa e il ragazzo iniziò a chiedersi che cosa avesse davvero in mente Derek. Il suo Dom si era dimostrato un po' troppo preoccupato per lui perché fosse tutto lì, dato che doveva già sapere di non avergli fatto male fino a quel momento.
Capì cosa c'era sotto quando si sentì afferrare per le spalle e sollevare. Il suo corpo venne sistemato in modo che la sommità della spalliera si incastrasse proprio sotto le sue scapole e Derek si affrettò a fissare i suoi polsi legati alla parte inferiore della sedia, così che il suo busto restasse in tensione. Ora la sua posizione era davvero scomoda, con il legno che gli affondava nella pelle, le corde che tiravano e il sedere sollevato dalla seduta.
Stiles gemette ma il licantropo non sembrò farci caso. Al contrario, gli accarezzò la gola, invitandolo a chinare la testa all'indietro.
"Chiudi gli occhi, Stiles" lo incoraggiò.
Il ragazzo lo fissò preoccupato, ma dopo pochi istanti fece come gli era stato detto.
"Molto bene, ora non muoverti."
Quando sentì il primo click, però, aprì gli occhi e sollevò la testa di scatto, tanto velocemente da sentire una fitta di dolore al collo, completamente dimentico dell'ordine appena ricevuto.
"Vuoi essere punito, Stiles?" lo minacciò il suo Dom, con la fotocamera digitale in mano.
Stiles boccheggiò e continuò a spostare lo sguardo dalla sua faccia all'aggeggio che stringeva tra le dita, completamente incredulo, finché Derek perse la pazienza.
"Stiles!" ringhiò, facendolo sobbalzare.
Per fortuna era un licantropo e la sua velocità impedì alla sedia di rovesciarsi. Stiles prese un paio di respiri profondi, per calmare la paura, e fissò di nuovo il suo Dom negli occhi.
"Mi hai fotografato?" si azzardò a credergli.
"Sì, e ho intenzione di farlo ancora, perciò china la testa, chiudi gli occhi e resta fermo. Oppure assaggerai la frusta e poi ti posizionerò in modo che oltre alle corde, nelle foto, si vedano bene anche i segni rossi sul tuo sedere."
Stiles si morse le labbra per l'imbarazzo ma prese in fretta la sua decisione. Derek non gli avrebbe mai fatto del male, ma era un bastardo, e un sadico, e si sarebbe divertito un mondo a mettere in pratica la sua minaccia. Lo zio Peter sarebbe stato molto fiero di lui. Così lasciò andare la testa all'indietro e chiuse di nuovo gli occhi.
Il licantropo ricominciò subito a scattare le sue foto. Stiles non poteva vederlo ma a giudicare dai suoi movimenti, rivelati dai click dell'otturatore e dalla luce del flash, lo stava immortalando da tutte le angolazioni possibili. Se ci pensava razionalmente, sapeva che non stava succedendo nulla di particolarmente scabroso. In quel momento, però, la sua razionalità si era eclissata e forse per la posizione, o per il fatto che non poteva vedere quello che gli succedeva intorno, si sentiva terribilmente vulnerabile.
"Ora puoi aprire gli occhi, Stiles" gli disse Derek, dopo quelle che a lui erano sembrate ore ma che, probabilmente, erano stati solo quindici o venti minuti.
Il ragazzo non se lo fece ripetere e tirò su la testa, giusto in tempo per vederlo poggiare la fotocamera sul tavolo e tornare da lui. Derek gli accarezzò il petto, gli strizzò i capezzoli tre le dite e poi risalì con le mani fino al suo viso, passandogli i pollici sugli zigomi.
"Vado a stampare le foto, non ci metterò molto. Tu fai il bravo e per qualunque cosa chiamami, lo sai che ti sentirò."
Detto questo, prese la fotocamera e lasciò la stanza.
A Stiles non piaceva l'idea che ci fossero delle prove materiali di quello che Derek gli aveva fatto, e tutti i muscoli del suo corpo stavano protestando per essere costretti in quella posizione molto più che scomoda. E nonostante tutto questo, si ritrovò a dover prendere dei respiri profondi per cercare di calmare la sua eccitazione. Non avrebbe mai pensato che farsi legare gli sarebbe piaciuto così tanto.
Derek tornò dopo una ventina di minuti, con l'espressione compiaciuta che Stiles vedeva sempre più spesso sul suo viso.
"Ora ti slego" lo informò, quando gli fu di nuovo davanti "ma tu farai il bravo e non ti muoverai. C'è la possibilità che i tuoi muscoli si siano irrigiditi, vista la posizione in cui sei rimasto per tutto questo tempo, e non voglio che ti faccia male, perciò lascerai che sia io a spostarti. Hai capito?"
Stiles annuì e Derek iniziò a sciogliere i nodi che gli tenevano bloccati i polsi alla sedia. In pochi minuti il sedere del ragazzo era di nuovo appoggiato alla seduta, le sue mani erano libere e il suo Dom gli stava massaggiando le braccia con molta attenzione, cancellando il poco dolore che aveva provato quando era stato slegato. Poi il licantropo passò alle caviglie, ripetendo tutto il procedimento.
Quando le sue mani si avvicinarono alla corda che gli cingeva il busto, Stiles iniziò ad agitarsi.
"Qualcosa non va?" gli chiese Derek.
Lui si affrettò a scuotere la testa ma l'altro non si fece ingannare nemmeno per un istante.
"Parla, Stiles!" gli ordinò.
"Non è niente, davvero. Mi chiedevo solo se avessimo già finito" confessò, senza riuscire a guardarlo negli occhi e con il viso rosso per l'imbarazzo.
Derek lo osservò, dapprima perplesso e poi con un nuovo ghigno compiaciuto, nell'istante in cui il suo sguardo si posò sul membro teso del ragazzo.
"Oh no, ho appena iniziato con te!"
Stiles capì al volo che la sua era una vera e propria minaccia, ma non aveva nessuna possibilità di sfuggirgli. E, a dire il vero, non lo avrebbe fatto nemmeno se avesse potuto.
Derek afferrò le corde e lo fece sollevare dalla sedia, consapevole che i nodi avrebbero stretto, tirato e sfregato sulla sua pelle. Un attimo dopo il ragazzo era steso prono sul tavolo, le gambe penzoloni, e il suo Dom gli stava allargando le natiche. Quando prese tra le dita la corda che passava proprio là in mezzo e la tese, Stiles gemette.
"E ho idea che non smetterò tanto presto" gli promise Derek, infilando un dito nella sua apertura. "Non ho certo dimenticato che mi hai disubbidito, quando stavo scattando le foto, e che meriti una punizione."
Due minuti dopo era sprofondato dentro di lui e Stiles aveva smesso di pensare, troppo concentrato su quello che gli stava facendo e su quanto gli piacesse.
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Play The List
FanfictionUna Congrega di maghi si stabilisce a Beacon Hills e uno di loro si invaghisce di Stiles. Per poter 'giocare' con lui gli lancia un incantesimo ma il capo della Congrega riesce a modificarlo, almeno in parte, e Derek si ritrova piacevolmente coinvol...