Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo. Spero che apprezzerete!
Era passata una settimana da quando l'incantesimo che gli aveva lanciato Winthrop era stato spezzato. Una settimana da quando la sua vita era tornata alla normalità. O almeno, era quello che Stiles aveva sperato di poter dire, a quel punto, quando tutta quella storia era iniziata.
La verità era che in quella settimana non c'era stato proprio nulla di normale. Passava le sue giornate con la testa tra le nuvole, a ripensare a tutto quello che lui e Derek avevano fatto nell'ultimo mese, e le notti restava sveglio a rimpiangere ciò che non poteva più avere.
Erano tutti preoccupati per lui, a partire da Scott e suo padre. Continuavano tutti a chiedergli se stesse bene, se la magia avesse lasciato degli strascichi strani e se avesse bisogno di qualcosa. Capì di aver toccato il fondo quando perfino Jackson si offrì di aiutarlo, chiedendo a suo padre di far causa al mago che lo aveva maledetto. Le ragazze gli stavano addosso come delle chiocce apprensive, Liam lo guardava con la stessa espressione che avrebbe avuto un cucciolo impaziente di compiacere il suo padrone, Isaac si era autoproclamato sua guardia del corpo personale, i gemelli e Danny si offrirono di portarlo fuori a rimorchiare e Lydia gli ordinò di fare qualcosa per risolvere la situazione, alla svelta, perché altrimenti ci avrebbe pensato lei.
Il punto era che Stiles sapeva esattamente di che cosa aveva bisogno, solo che non era sicuro di poterlo ottenere. E, a dirla tutta, aveva una tremenda paura di scoprirlo. Era convinto che non sarebbe riuscito a sopportare un rifiuto e, allo stesso tempo, era certo che non avrebbe potuto ricevere altro, perché in fondo si stava pur sempre parlando di lui e su quel genere di cose i rifiuti erano tutto ciò che aveva avuto, nella sua pur breve vita.
Alla fine, però, cedette alla necessità, soprattutto quella fisica, e quella sera decise di andare al loft. Non sapeva nemmeno se Derek sarebbe stato lì, ma sapeva che doveva vederlo, e parlargli, o non avrebbe trovato pace. Senza contare che non ci teneva a vedere Lydia che metteva in pratica le sue minacce: Derek gli aveva fatto capire che era una persona coraggiosa, ma lui sapeva di avere comunque dei limiti, e una banshee sul piede di guerra quei limiti li superava di parecchio.
Il licantropo lo accolse sulla porta del suo appartamento e lo invitò a sedersi sul divano. Non sembrava sorpreso di trovarselo davanti, ma non pareva nemmeno intenzionato ad aiutarlo in alcun modo. Stiles sorrise tra sé, perché in fondo ormai conosceva bene il suo lato sadico.
"Ecco, mi dispiace se sono piombato qui all'improvviso, e senza nemmeno avvisare. Probabilmente ti ho disturbato e..."
"Nessun disturbo" lo bloccò subito il licantropo.
"Oh, ok, va bene. Sono felice che questa visita improvvisa non ti abbia creato problemi, mi sarebbe dispiaciuto davvero tanto rovinare i tuoi piani, sempre che ne avessi, perché in realtà non so se avevi programmato qualcosa o se pensavi di restare semplicemente a casa a leggere. Comunque, anche se non ti ho disturbato, ti starai di certo chiedendo perché sono piombato qui così all'improvviso."
Lo sapeva che la stava prendendo molto alla lontana, ma in fondo lui l'aveva sempre saputo che la capacità di affrontare i propri sentimenti, e quella di sintesi, non erano esattamente le sue qualità migliori.
"Arriva al sodo, Stiles."
Il licantropo, invece, non era certo famoso per i giri di parole, e la sua pretesa secca non ne era che l'ennesima conferma.
"Non è mica così semplice, sai" si lamentò il ragazzo.
"Dimmi solo cosa vuoi e facciamola finita."
"Lo sai cosa voglio!" sbottò lui, alzando anche un po' la voce e pentendosene subito dopo.
"Forse sì, ma non posso essere io a dirlo per te" gli fece notare il licantropo.
Aveva ragione, e Stiles lo sapeva. La cosa positiva era che non sembrava infastidito dalla sua presenza, né dal motivo per cui era lì. Sarebbe stato imbarazzante, questo sì, ma di cose imbarazzanti, a Derek, ne aveva già chieste tante. Per non parlare di quelle che gli aveva fatto vedere, soprattutto nell'ultimo mese.
"Voglio te" si decise a confessare, guardando ovunque tranne che nella sua direzione.
"Buono a sapersi" fu il commento del licantropo, dopo alcuni lunghi minuti di assoluto silenzio durante i quali il ragazzo aveva trattenuto il fiato, in apprensione per quello che l'altro gli avrebbe risposto.
"Non mi stai aiutando" si lamentò Stiles. "Proprio per niente."
"Ah no? Davvero?"
"Ti stai divertendo, vero?" lo accusò il ragazzo.
Derek non fece nemmeno il più piccolo sforzo per negare l'evidenza.
"In effetti..."
"Va bene, ho capito. Venire qui è stata un'idea stupida, lo sapevo, anche se avevo sperato che... Scusa se ti ho disturbato e se ti ho fatto perdere tempo."
Stiles si alzò di scatto dal divano, ma fece in tempo a fare un solo passo prima che Derek gli stringesse il polso in una morsa d'acciaio. La sua espressione era del tutto cambiata, in quel momento lo stava fissando estremamente serio, senza più nessuna traccia di divertimento.
"Ti fidi di me, Stiles?" gli chiese.
Quello fu un colpo basso. Stiles sentì le lacrime riempirgli gli occhi ma non riuscì a fare nulla per ricacciarle indietro.
"Lo sai che è così! Avevi detto che te lo avevo dimostrato, avevi detto che non ne dubitavi più!" lo accusò, ferito.
"Le cose sono cambiate" disse ancora il licantropo, e ogni parola che pronunciava era una pugnalata al cuore del ragazzo. "L'incantesimo non esiste più, Stiles, sei libero, non c'è più alcun motivo per il quale dovremmo stare insieme. Non hai più bisogno di me."
"Sono qui!" urlò lui. "Sono qui perché ti voglio, perché è evidente che ho bisogno di te, disperatamente, e tu... tu stai..."
"Io ti sto impedendo di andartene" lo interruppe Derek.
Stiles si calmò quasi di colpo. Abbassò lo sguardo sulla mano del licantropo, che gli teneva ancora intrappolato il polso, e poi lo risollevò per fissarlo negli occhi, senza riuscire a nascondere la sorpresa per quella semplice verità.
"Non vuoi che me ne vada?" pigolò.
"Quello che voglio, quello che voglio davvero, è sbatterti sul mio letto e scoparti fino a farti dimenticare persino il tuo nome. È il minimo che ti meriti per avermi fatto aspettare un'intera settimana" gli confessò Derek, praticamente ringhiando.
"Oh..." esalò il ragazzo, a corto di parole.
"Già, oh" lo scimmiottò il licantropo. "Al momento, però, ritengo sia più importante chiarire le cose tra noi."
"Mi fido di te" disse Stiles, facendo un passo verso di lui.
Derek sospirò, poi sorrise, con quell'espressione innocente che faceva preoccupare Stiles ogni volta che la vedeva.
"Lo so. E io mi fido di te, ma avevo comunque deciso di darti al massimo altri tre giorni, poi ti avrei rapito e avrei fatto in modo che capissi esattamente di che cosa avevi bisogno."
"Lo so di cosa ho bisogno: di te! Lo so da un sacco di tempo."
"E la cosa mi fa immensamente piacere, anche se mi chiedo perché tu abbia aspettato tanto se davvero lo sapevi, ma dobbiamo ancora capire in che modo hai bisogno di me."
Stiles lo guardò come se fosse stupido. Ponderò perfino l'idea di fargli uno o due disegnini, per aiutarlo a capire il concetto. Derek, però, doveva aver capito che direzione avevano preso i suoi pensieri, perché sollevò gli occhi al cielo.
"Devi decidere che cosa vuoi, perché ti assicuro che io non ho nessun dubbio sui miei desideri. A me piace dominarti, Stiles" gli spiegò.
Il ragazzo trattenne il fiato per qualche istante, poi fece una cosa che l'altro non si sarebbe mai aspettato: piegò le ginocchia e si abbassò fino a mettersi in ginocchio davanti a lui, in una posizione molto simile a quella che assumeva quando stavano giocando una delle loro scene. E se non era proprio la stessa la colpa era del licantropo, che gli teneva ancora il braccio.
"E a me piace essere dominato" affermò, sicuro di sé. "Non c'è proprio nulla da decidere."
"Davvero? È questo quello che vuoi?" gli chiese Derek, ancora dubbioso.
"Oh Dio, sì. Assolutamente sì!"
Derek lo tirò per il polso, fino a costringerlo a sollevarsi da terra e a farselo cadere addosso, e lo baciò come se ne andasse della sua stessa vita.
"Ne sei certo? Perché potrei anche farne a meno se per te fosse un peso e..."
Questa volta fu il turno di Stiles di interromperlo.
"Ti amo, Derek" gli confessò, questa volta senza nessuna esitazione e fissandolo dritto negli occhi perché l'altro potesse vedere quanto era serio e sincero. "Ti amo e mi fido di te, e mi piace essere dominato se sei tu a farlo. Mi piace immensamente! Il solo pensiero di te che mi dai degli ordini mi fa eccitare. Anche se confesso che ho qualche problema con il dolore, perlomeno con certi tipi di dolore, e con qualcuno degli oggetti che abbiamo usato nelle scorse settimane. Ecco, magari dovremmo discutere di alcune cose, perché non ho nessuna intenzione di ripetere certe esperienze, ma posso assicurarti che non sono mai stato così certo di qualcosa in tutta la mia vita."
"Mi ami?" chiese conferma il licantropo.
"Così, solo per curiosità: hai sentito altro di quello che ho detto?" si imbronciò Stiles.
"Ho sentito tutto, ma al momento vorrei che ci concentrassimo sulla cosa più importante" pretese Derek.
"Sì, ti amo! Ora sei soddisfatto?"
Un istante dopo Stiles era stato rovesciato sul divano e si era ritrovato con un licantropo molto eccitato, e decisamente contento ma non ancora soddisfatto, spalmato addosso che gli stava esplorando le tonsille con entusiasmo. Derek si sollevò da lui solo quando ormai il ragazzo pensava che sarebbe svenuto per la mancanza di aria. O per il piacere che gli stava regalando, ma la mancanza di aria era la scusa migliore per mantenere intatto il suo orgoglio di uomo ormai navigato.
"C'è ancora qualcosa di cui dobbiamo parlare" disse quello che, a tutti gli effetti, era di nuovo il suo Dom.
"Ma non mi dire" gongolò Stiles, in attesa di sentirsi dire quelle due paroline magiche.
Invece di confessargli i suoi sentimenti, però, come ci si sarebbe aspettati e come sarebbe stato carino fare in una situazione del genere, Derek si alzò e si allontanò. Al suo ritorno aveva una scatola bianca in mano.
"No, sul serio, di nuovo? Mi perseguiteranno anche nei sogni, poco ma sicuro, e poi dovrai pagarmi uno strizzacervelli, visto che la colpa della mia pazzia sarà tua e..."
"Aprila, coraggio" lo interruppe, ancora una volta, il licantropo.
"Era un ordine?"
"Volevi che lo fosse?"
Stiles trattenne il respiro per qualche secondo. In effetti sì, gli sarebbe piaciuto ricevere un ordine, ma non aveva nessuna intenzione di confessarglielo. Non in quel momento, almeno, visto che si era già esposto così tanto. Perciò ricacciò indietro il suo principio di eccitazione all'idea di Derek che se lo metteva sulle ginocchia per dargli un paio di sculacciate e riprese a parlare come se il pensiero di essere dominato non lo avesse nemmeno sfiorato.
"Davvero, ma non potevamo starcene tranquilli, per stasera? Prendercela con calma, senza cose strane, solo qualche chiacchierata tranquilla e qualche coccola, o..."
"Aprila, Stiles!"
Questa volta era davvero un ordine, senza alcun dubbio, e sapeva di non poter disubbidire, né di volerlo fare, se era solo per quello. Quando sollevò il coperchio, però, gli mancò il fiato e le lacrime ricominciarono a scorrere sul suo viso, ma questa volta non pensò neppure di fermarle.
"Ti piace?" gli chiese il licantropo, sedendosi di nuovo al suo fianco e appoggiandogli un braccio sulle spalle.
"È... è..."
"È tuo" disse Derek.
"È perfetto!" esalò Stiles.
"È un simbolo, lo sai. Non sei obbligato ad accettarlo, se non lo vuoi posso riprendermelo e buttarlo da qualche parte, non voglio che tu ti senta costretto in nessun modo, anche se..."
Stiles si strinse la scatola al petto e lo fissò con uno sguardo battagliero.
"Hai detto che è mio e ora me lo tengo! Col cavolo che te lo ridò indietro."
Derek sorrise, sollevato, e si chinò a baciarlo.
"Posso mettertelo?" gli domandò quando si separarono.
Stiles annuì e gli passò la scatola. Il licantropo la appoggiò sul divano e poi si alzò in piedi, tirando un braccio del suo ragazzo per spingerlo a imitarlo. Quando gli fu davanti, Derek iniziò a spogliarlo. Procedette con calma, senza nessuna fretta, prendendosi anche il tempo per fargli qualche carezza di tanto in tanto. Quando Stiles fu completamente nudo lo aiutò a inginocchiarsi, prima di tornare al divano e prendere il collare ancora adagiato all'interno della scatola.
Era di pelle nera, di una forma molto simile a quella del modello che gli aveva fatto indossare la prima volta che erano stati a casa di Kevin. Nella parte che si poggiava alla base del suo collo, però, al posto del semplice anello di metallo c'era uno zaffiro, enorme a parere del ragazzo, dello stesso colore degli occhi da licantropo del suo Dom. Prima non stava scherzando, era davvero perfetto, non riusciva a immaginarne un altro che potesse rappresentare meglio la loro relazione.
Derek si chinò su di lui e glielo allacciò al collo, e poi fece un passo indietro per contemplare lo spettacolo.
"Bellissimo" commentò, con la voce terribilmente roca. "E tutto mio" aggiunse, facendo scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo con una fame tale che non lasciava nessun dubbio sul fatto che non stesse affatto parlando del collare.
Stiles fu attraversato da un brivido e sentì l'eccitazione risvegliarsi, ma c'era ancora un dubbio da chiarire, che gli rodeva il cuore come un tarlo.
"Sei sicuro di volere proprio me? Voglio dire," aggiunse quando vide Derek fissarlo con un sopracciglio inarcato "sono io, sono solo io, e non sono mai stato nulla di speciale."
"Ti amo, Stiles. Proprio perché sei tu e perché sei sempre stato speciale. E sei tutto ciò che voglio e di cui ho bisogno."
"Mi ami davvero?"
"E tu? Mi ami davvero?" gli chiese a sua volta il licantropo. "Sicuro che non dipenda solo dalla situazione che abbiamo dovuto vivere? Magari ti manca solo il sesso."
"Ma per favore! Sono innamorato di te da settimane. Perché pensi che ti abbia chiesto di fare l'amore così tante volte negli ultimi giorni, altrimenti?"
"Perché ti piace quando ti scopo?" buttò lì il licantropo.
"Puoi giurarci che mi piace!" concordò Stiles. "Ti amo Derek, e sono felice e in pace col mondo quando mi domini, anche se non ho dimenticato che dobbiamo ancora parlare della parte relativa al dolore, ma non voglio solo questo. Io non... quello che desidero... non voglio solo una scopata, o una scena, o delle coccole. Io voglio tutto. Ho bisogno di tutto!"
Derek lo afferrò per le spalle e lo sollevò di peso non appena finì di parlare, per poi baciarlo con passione.
"Sei mio, Stiles" affermò, qualche minuto più tardi. "Il tuo corpo, il tuo cuore e la tua anima sono miei. Non mi accontenterò di nulla di meno, mai! E sono felice di sapere che per te è lo stesso."
Stiles annuì, gli occhi lucidi, e Derek lo baciò ancora.
"Bene" disse, quando si separarono di nuovo. "Ora che abbiamo chiarito la parte relativa ai sentimenti, direi che possiamo anche passare alla fase sesso sfrenato."
"Ma che romantico" lo prese in giro il ragazzo.
"Mi hai fatto aspettare una settimana, Stiles. Un'intera settimana senza poter sentire il tuo calore avvolgermi. Hai idea di quanto ne abbia bisogno?"
"Se è anche solo la metà di quanto ne ho bisogno io, credo che potremmo anche sfondarlo, il tuo letto."
Invece, fecero le cose con calma. Derek sembrava voler riscoprire tutto il suo corpo, centimetro per centimetro. Lo accarezzò, lo baciò e lo leccò, e poi ricominciò tutto da capo. Lo preparò con una cura infinita, stando attento a non procurargli il minimo fastidio, e quando scivolò dentro di lui le sue spinte furono lente, dolci e gentili. Fu incredibilmente bello e quando sentì giungere l'orgasmo Stiles ne fu quasi dispiaciuto, perché avrebbe interrotto quel momento perfetto. Tuttavia, non riuscì a trattenersi a lungo e riversò il suo piacere tra i loro corpi, pochi istanti prima che Derek si svuotasse dentro di lui.
Molto tempo dopo, la voce del licantropo attirò la sua attenzione.
"Vuoi dirlo agli altri? Che stiamo insieme, intendo."
"Sì" gli rispose Stiles, senza la minima esitazione. "Voglio poterti abbracciare e baciare quando ne ho voglia, senza dovermi nascondere. Magari evitiamo di raccontare la parte sul BDSM, però, con credo che il cuore di Scott reggerebbe a una simile rivelazione, senza contare che non ho nessuna intenzione di parlare di certe cose con mio madre."
"Come glielo vuoi spiegare? In teoria, noi non ci saremmo potuti vedere nel periodo in cui eri in quarantena, e se non vuoi dire la verità sull'incantesimo..."
"Kevin si inventerà qualcosa" disse, cercando senza troppo successo di nascondere uno sbadiglio.
"A proposito di Kevin..."
"Non ho nessuna intenzione di giocare con lui, Derek!"
"E ci mancherebbe!" ringhiò il licantropo. "Tu non giocherai con nessuno che non sia il sottoscritto. Mai!"
"Allora cosa c'è? Se è per il fatto che ci sta provando con Jackson, non sono fatti nostri. E, in ogni caso, a Mister Simpatia un po' di disciplina non farebbe male."
"Kevin ci sta provando con...? Ok, no, non mi interessa, non è questo il punto."
"E allora qual è?"
"Domani organizzerà una serata a casa sua. Ci ha invitato e ho deciso che parteciperemo."
"Perché?" piagnucolò Stiles. "Non mi piace stare in mezzo a tutta quella gente che mi fissa come se fossi un taglio di carne da gustare, lo sai, e sono anche rimasto traumatizzato dall'ultima volta. Non voglio andarci."
"Fattene una ragione. Ora che ti ho rivendicato voglio che lo sappiano tutti. Quando vedranno il collare capiranno che devono starti alla larga, e se qualcuno fosse così stupido da provarci comunque avrei finalmente tutto il diritto di farlo a pezzi."
Stiles lo fissò sbalordito.
"Wow! Ho appena scoperto che la tua gelosia mi eccita" rivelò, ondeggiando i fianchi per dimostrare che non stava mentendo.
"Davvero? Buono a sapersi" si compiacque Derek.
Un istante dopo era di nuovo sopra di lui. Questa volta, però, non ci fu nulla di dolce. Il licantropo lo fece girare e lo costrinse a mettersi a quattro zampe, poi lo penetrò senza tanti complimenti.
Stiles ebbe giusto il tempo di pensare che gli sarebbero rimasti e segni delle sue mani sui fianchi per settimane, prima di soccombere al piacere. Andò incontro alle sue spinte finché ne ebbe la forza, poi le sue braccia cedettero e lui collassò sul materasso, la schiena piegata con un'angolatura quasi impossibile da sostenere e il sedere in alto, a completa disposizione del suo Dom.
Derek affondava in lui con forza, sempre più veloce, e se lo tirava contro a ogni spinta per riuscire ad arrivare il più a fondo possibile. Stiles non oppose nessuna resistenza, felice di poterlo sentire di nuovo dentro di sé. Gli permise di fare tutto quello che voleva, limitandosi a godersela e a esternare il suo piacere con gemiti, sospiri e urla di soddisfazione. Non provò nemmeno a toccarsi per dare sollievo alla sua erezione congestionata, certo che il suo Dom si sarebbe preso cura di lui se e quando fosse giunto il momento.
Era bellissimo, e si sentiva benissimo, e avrebbe desiderato restare così per sempre. Ormai aveva accettato il fatto che solo con Derek sprofondato dentro di lui riusciva a sentirsi completo, e non gli bastava mai. Fino a qualche settimana prima quella consapevolezza lo avrebbe terrorizzato a morte, in quel momento, invece, lo rendeva solo immensamente felice. Amava Derek, e Derek amava lui, stavano insieme, di nuovo, e questa volta sul serio e senza nessun incantesimo tra di loro. Provava una gioia così grande che si sentiva scoppiare il cuore.
Poi, però, il piacere surclassò tutte la altre sensazioni. Il suo Dom aveva portato una mano tra le sue gambe e aveva iniziato ad accarezzarlo con decisione e Stiles perse ogni possibilità di mantenere il controllo.
Venne con un gemito profondo nel momento stesso il cui Derek gli diede finalmente il permesso di farlo. Il suo orgasmo fu talmente intenso che non si accorse nemmeno che il licantropo si era svuotato dentro di lui subito dopo. Lo capì solo qualche minuto più tardi, quando sentì il suo seme caldo uscire dalla sua apertura e scivolargli lungo le cosce.
Derek si godette lo spettacolo in silenzio, prima di aiutarlo a sdraiarsi sulla schiena e di allontanarsi dal letto, diretto verso il bagno. Tornò poco dopo, con una salvietta bagnata che usò per ripulirlo, sia dietro che davanti. Poi si coricò al suo fianco, tirandoselo il più vicino possibile per evitare che finisse sopra la zona umida sulle lenzuola.
Stiles si decise a parlare solo molto tempo dopo.
"Vuoi davvero andare da Kevin, domani?"
"Sì."
"E vuoi che tutti vedano il collare?"
"Puoi starne certo."
"Non voglio passare la serata mezzo nudo."
"E io non voglio che gli altri ti vedano mezzo nudo, almeno su questo siamo d'accordo."
"Oh, siamo d'accordo anche su altro" gli assicurò il ragazzo, sfregandoglisi contro in maniera allusiva, almeno fino a quando il suo Dom non lo strinse più forte nel suo abbraccio per farlo stare fermo. "Quindi cosa mi dovrò mettere?" riprese il discorso.
"Una semplice camicia con i primi bottoni aperti, e niente pantaloni che mettono in mostra il sedere, questa volta."
"Bene, mi fa piacere."
Nel loft scese di nuovo il silenzio, interrotto di nuovo da Stiles una decina di minuti più tardi.
"Derek?"
"Cosa c'è?"
"Ti amo, lo sai? Ti amo davvero, e la magia non c'entra nulla."
"Lo so."
"Non sono mai stato così felice in vita mia."
"Mi fa piacere."
"E mi eccita da morire essere il tuo Sub."
"E a me eccita da morire essere il tuo Dom."
Stiles ridacchiò.
"Credi che dovremmo ringraziare Winthrop? In fondo, se non fosse stato per lui non ci saremmo mai messi insieme" considerò.
"Ti sbagli. Forse ci sarebbe voluto un po' più di tempo, ma alla fine sarei riuscito comunque a farti mio."
"Mi volevi? Anche da prima dell'incantesimo?" si stupì il ragazzo.
"Credo di averti voluto fin dalla prima volta che ti ho visto, anche se ci ho messo un po' a capirlo."
"Oh!"
Questa volta fu Derek a sbuffare divertito, incapace di resistere alla sua espressione scioccata.
"Ti amo, Stiles!" gli confessò. "E non ti lascerò mai andare. Passerò il resto della mia vita a renderti felice. È una promessa."
"Lo so. Mi fido di te!"
Pochi minuti dopo erano entrambi addormentati, stretti l'uno tra le braccia dell'altro.
Ed eccoci alla fine!
Spero che la storia vi sia piaciuta e che tutte le ricerche che avevo fatto ai tempi siano servite a dare un minimo di senso a tutte le scene descritte nei vari capitoli. E spero che vi sia piaciuto anche Kevin: confesso che quel mago ha un posto speciale nel mio cuore, tanto che avevo pensato di scrivere anche la sua storia. Fatemi sapere se vi interessa, perché magari è la volta buona che lo faccio sul serio. ^_^
Per il momento, vi ringrazio di cuore! Non mi aspettavo che questa storia potesse avere così tante visualizzazioni e che fosse accolta con tanto favore. Vedere che la seguivate giorno per giorno, e che eravate sempre di più a ogni capitolo mi ha fatto un immenso piacere. Mi avete fatto compagnia per quasi un mese e ve en sono immensamente grata.
Alla prossima!
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أدب الهواةUna Congrega di maghi si stabilisce a Beacon Hills e uno di loro si invaghisce di Stiles. Per poter 'giocare' con lui gli lancia un incantesimo ma il capo della Congrega riesce a modificarlo, almeno in parte, e Derek si ritrova piacevolmente coinvol...