8. Handcuffs

1.7K 31 0
                                    


La mattina dopo Stiles fu svegliato dall'aroma di croissant e cappuccino. Derek era accanto al letto con un vassoio in mano e gli sorrideva. Stiles rabbrividì, certo che quel dannatissimo lupo maniaco avesse in mente qualcos'altro di perverso. E se non fosse bastato il suo sorriso smagliante, così sbagliato sul suo viso, a convincerlo di quella semplice verità, ci avrebbe pensato il flogger sistemato artisticamente nel vaso di cristallo tra il bicchiere d'acqua e quello di succo d'arancia. Avrebbe preferito con tutto il cuore una classica rosa rossa, grazie tante.
"Hai dieci minuti per farti la doccia" lo informò il licantropo, e lui non perse tempo a chiedergli spiegazioni prima di fiondarsi in bagno, perché poteva anche avere tanti difetti, ma non era uno stupido e non aveva davvero nessuna voglia di guadagnarsi l'ennesima punizione.
Si lavò in fretta, si asciugò sommariamente e si tamponò i capelli bagnati con un asciugamano mentre aveva lo spazzolino in bocca. E, già che c'era, si osservò con attenzione allo specchio.
Il pomeriggio precedente Derek aveva mantenuto la sua promessa e avevano giocato a lungo con il guinzaglio. Aveva scoperto che quella semplice catenella eccitava alla follia il suo Dom, forse perché gli piaceva che, per una volta, la parte del cagnolino non toccasse a lui. Non che ne avessero discusso, sia chiaro, Stiles teneva ancora alla sua vita e a ciascuno dei suoi arti.
In ogni caso, Derek lo aveva fornito di un nuovo collare appena tornati a casa, molto più piccolo e più costringente di quello che aveva indossato da Kevin, tanto piccolo da poter essere allacciato solo in un determinato punto del suo corpo e tanto costringente da fargli rimpiangere l'anello di metallo. Poi si era divertito a portarlo in giro per casa così, strattonandolo senza troppi riguardi, anche se non gli aveva fatto mai davvero male. Quando era stato soddisfatto di quel tipo di gioco lo aveva legato a uno dei piedi del divano e aveva passato un sacco di tempo a guardarlo accucciato per terra davanti a lui e a fargli i grattini come se fosse stato davvero il suo cagnolino da compagnia. Solo dopo cena, che Stiles aveva consumato seduto sul tappeto, si era deciso a liberarlo, a rimettergli il collare intorno al collo e a portarlo in camera da letto, dove lo aveva toccato, leccato e scopato senza pietà. Il tutto senza mai lasciare la presa sul guinzaglio, che aveva strattonato e fatto scorrere sulla sua pelle per tutto il tempo.
Erano state ore impegnative, a livello fisico ma soprattutto a livello mentale, e tutto quello che Stiles voleva era poter riposare, almeno per una giornata. Peccato che fosse praticamente certo che non ne avrebbe avuto la possibilità, conoscendo il licantropo.
Quando tornò in camera, pulito e rinfrescato, vide che Derek aveva cambiato le lenzuola e si era già accomodato sul letto ad aspettarlo. Non appena lo raggiunse e appoggiò con un sospiro la schiena sui cuscini, sistemati contro la spalliera del baldacchino, il suo Dom gli porse un pezzetto di croissant. Stiles fece per prenderglielo di mano ma lui lo allontanò e scosse la testa, senza smettere di sorridere, e il ragazzo si arrese al suo ennesimo capriccio. Per tutta la colazione non gli fu permesso di toccare nulla, Derek lo imboccò e gli porse perfino il bicchiere con il cappuccino, quello con il succo e quello con l'acqua perché potesse bere.
"Non muoverti" gli ordinò quando ebbero entrambi finito di mangiare, e si allontanò portando il vassoio con sé. Il vaso con il flogger, invece, rimase sul comodino.
Nel tempo che Derek ci impiegò per andare e tornare, Stiles quasi si assopì. Evidentemente era più esausto di quanto non avesse immaginato.
"Stanco?" lo riscosse la voce del licantropo.
"In effetti" confermò lui, stiracchiandosi. "Non è che, per caso, c'è la possibilità che oggi possa riposarmi?" chiese speranzoso.
Derek si sedette al suo fianco e allungò una mano per allontanargli i capelli dalla fronte.
"Ho deciso che oggi non ti alzerai da questo letto se non per andare in bagno" lo informò.
"Davvero?"
"Sì, davvero. E ho anche stabilito di prendere provvedimenti per evitare che tu decida di esserti riposato abbastanza e te ne vada in giro per casa."
Stiles sentì odore di fregatura, più forte perfino di quello del cibo che lo aveva svegliato.
"Rilassati e lascia che pensi a tutto io" cercò di blandirlo Derek.
Ora, Stiles avrebbe dovuto protestare, e pure con una certa veemenza. Lo sapeva perfettamente che avrebbe dovuto. Il fatto era che Derek si era steso su di lui, e aveva iniziato a baciarlo con una dolcezza disarmante, e ad accarezzarlo con gentilezza, e continuava a ripetergli che non doveva preoccuparsi di nulla, che ci avrebbe pensato lui a farlo stare bene e che doveva solo rilassarsi e godersela.
Fu così che si ritrovò con i polsi bloccati alla spalliera del letto da un paio di manette di pelle nera. E, come se non bastasse, Derek si era allontanato da lui e il suo sorriso era una delle cose più inquietanti che Stiles avesse mai visto. Ok, forse non proprio una delle più inquietanti, almeno era certo che il licantropo non avesse nessuna intenzione di ucciderlo, smembrarlo e mangiarselo come qualcuno in passato aveva tentato di fare, ma comunque ci si avvicinava.
"Sarebbero queste le tue precauzioni?" si informò, facendo tintinnare la catena delle manette.
Il sorriso di Derek, se possibile, si allargò ancora di più.
"Non mi riposerò per niente, vero?" insistette il ragazzo.
"Starai tutto il giorno a letto" gli fece notare il licantropo, con una faccia da schiaffi che doveva essere un tratto ereditario della famiglia Hale.
"Ti odio" lo informò Stiles, con voce atona.
"Bugiardo" ridacchiò lui, subito prima di avvicinarsi al suo armadio, aprirlo e tirarne fuori uno scatolone bianco.
Stiles iniziava ad avere un'avversione viscerale per tutti i tipi di scatole. O, perlomeno, per tutte quelle bianche e che avevano a che fare con Derek.
"Non dire che non penso al tuo benessere" riprese a parlare il licantropo, quando fu di nuovo vicino al letto. "So che stare tutto il giorno coricato ti annoierebbe a morte, perciò ho preparato qualche giochino per farti divertire."
Il ragazzo inghiottì gli insulti coloriti che avrebbe voluto lanciargli, ma provò comunque a fulminarlo con lo sguardo. L'unico risultato che ottenne, però, fu che il suo sorriso divenne ancora più smagliante. Sperava con tutto il cuore che sforzare tanto quei muscoli fino a quel momento così poco utilizzati gli provocasse una paresi, o almeno qualche crampo molto doloroso.
Ovviamente le sue preghiere non ottennero risposta e Derek iniziò a svuotare la scatola dagli oggetti che conteneva e a poggiarli sul letto, vicino alle gambe del ragazzo.
Stiles osservò tutte quelle cose con ansia sempre crescente. C'erano plug, morsi più o meno semplici, cock ring, delle cose che somigliavano a piumini per la polvere, cinghie e corde, bende, un paio di frustini e perfino un divaricatore. La maggior parte di quegli oggetti non gli avrebbe causato nessun dolore, frustini e flogger a parte, ma erano talmente tanti che il ragazzo temeva che sarebbe collassato ben prima che Derek avesse finito di usarli tutti. Era talmente preoccupato che cercò istintivamente di alzarsi ma, per quanto le strattonasse, le manette glielo impedirono.
"Vedi che ho fatto bene a prendere delle precauzioni?" lo prese in giro Derek.
Stiles sbuffò tutta la sua indignazione.
"Ora, secondo te con quale dovremmo cominciare?" ponderò il licantropo, decidendo di ignorare il suo cattivo umore. "Vogliamo sperimentare un plug? O sarebbe più divertente una benda?"
"È proprio necessario?" si lasciò sfuggire il ragazzo, lo sguardo implorante.
"Non sei felice che io mi sia preoccupato così tanto per te?" lo accusò Derek.
"Non è questo" si affrettò a smentire. "È che pensavo che potremmo fare altro."
"Non ho voglia di leggere, oggi, e i videogames non mi piacciono. Non puoi usare il computer e se parlassimo sono certo che ti addormenteresti e, a quel punto, sarei io ad annoiarmi."
Stiles pensò in fretta e, di colpo, ebbe l'illuminazione.
"Veramente, io volevo dire che potremmo evitare di usare giochi."
"Niente giochi?"
"Ecco, io sono qui ammanettato al letto, e non posso andare da nessuna parte, e pensavo che tu... che noi... potremmo..." provò a spiegargli. "Oh, ma forse il mio corpo da solo non è abbastanza eccitante."
Quel pensiero molesto lo aveva colto all'improvviso e lo aveva portato a tacere. Non ci aveva mai pensato sul serio, ma lui non era l'unico che era stato costretto a fare quelle cose. Derek si era ritrovato messo in mezzo e a pensarci bene non aveva nulla a che fare con l'incantesimo. Forse faceva sesso con lui solo per pietà, perché aveva la sindrome del martire, e i giochi gli servivano per eccitarsi, perché lui non era il suo tipo. Sempre che fosse stato il tipo di qualcuno, tra l'altro.
"Stai cercando di manipolarmi, Stiles?" lo riportò alla realtà la voce del suo Dom, che non sembrava affatto contento della piega che aveva preso la discussione.
"Cosa?"
"Mi stai dicendo che vuoi davvero che io ti prenda così? Che ti faccia mio, e basta?"
"Io..."
Dannazione, era esattamente ciò che voleva, e quella consapevolezza improvvisa lo lasciò senza fiato. Voleva Derek, voleva sentirlo muoversi dentro di lui, voleva i suoi baci e le sue carezze.
"Stiles?"
Avrebbe potuto negare, rimangiarsi tutto, dirgli che i giochi andavano benissimo e che era tutto uno scherzo. Avrebbe potuto farlo, ma non era quello che desiderava.
"Sì" mormorò in risposta.
Derek si alzò di scatto dal letto, mise di nuovo tutti gli oggetti dentro la scatola e poi la buttò per terra, senza nessuna attenzione. Stiles lo aveva guardato preoccupato ma, prima ancora che potesse pentirsi della sua ammissione, il licantropo era sopra di lui. Un istante dopo lo stava baciando come se non ci fosse stato un domani.
Si separarono solo dopo diversi minuti e Stiles ne approfittò per fare un paio di respiri profondi, mentre Derek lo sovrastava, in ginocchio sul suo bacino, e si toglieva la maglia. Il ragazzo ebbe appena il tempo di deglutire alla vista del suo torace scolpito, che lui gli fu di nuovo addosso.
I suoi baci si spostarono sempre più in basso, intervallati ogni tanto da morsi leggeri. Derek procedeva con lentezza, come se volesse assicurarsi di assaggiare ogni centimetro della sua pelle. Stiles iniziò presto a respirare con affanno, a mugolare e a gemere per l'immenso piacere che quelle attenzioni gli davano. Quando la bocca del licantropo si chiuse finalmente sul suo membro il ragazzo urlò e inarcò la schiena, strattonando inutilmente le manette che lo tenevano legato al letto.
"Ti prego" lo implorò. "Voglio toccarti."
Derek si sollevò per raggiungere di nuovo le sue labbra e sorrise.
"No, sei troppo sexy così."
Stiles boccheggiò, sorpreso e scioccato, e il licantropo ne approfittò per finire di spogliarsi e recuperare il lubrificante.
"Voglio chiederti una cosa" gli disse, quando fu di nuovo su di lui "ma non devi acconsentire per forza. Voglio che sia chiaro che non è assolutamente un ordine."
Stiles lo fissò curioso e Derek lo baciò prima di riprendere a parlare.
"Posso farlo senza preservativo?"
"Senza?" ripeté il ragazzo, sorpreso per la domanda e giusto un po' sulle spine.
"Noi licantropi siamo immuni a tutte le malattie sessualmente trasmissibili, posso assicurarti che non corri nessun rischio, ma non è assolutamente un problema se preferisci usarlo."
Stiles ci pensò con attenzione, anche se prese la sua decisione in un tempo sorprendentemente breve, considerato l'argomento. Era certo che Derek stesse dicendo la verità, non era da lui mentire, soprattutto su certi argomenti, e la prospettiva di avere il suo seme dentro di sé lo eccitava come nient'altro prima, anche se non aveva intenzione di scoprire il perché.
"D'accordo" acconsentì.
"Sicuro?" chiese conferma il suo Dom.
"Sì" confermò Stiles, senza nessuna esitazione.
Derek lo baciò di nuovo e cominciò a prepararlo. Fu estremamente dolce e accurato e Stiles si lasciò andare completamente, godendosi tutte le sensazioni che gli stava facendo provare.
Quando affondò finalmente in lui si inarcò e urlò, senza nemmeno prendere in considerazione l'idea di provare a contenersi. Assecondò le sue spinte muovendo il bacino più che poteva, nonostante il licantropo gli tenesse saldamente bloccate le gambe con le braccia, le ginocchia che quasi gli toccavano le spalle, e lo incoraggiò ad andare più veloce.
Derek non se lo fece ripetere due volte. Cambiò leggermente angolatura e riprese ad affondare nel suo stretto canale con forza, fino a quando Stiles venne con un grido, inarcando la schiena e strattonando le manette. Gli ci vollero solo poche altre spinte per raggiungerlo e riversare il suo orgasmo dentro di lui.
"Wow" esalò Stiles, dopo aver ripreso fiato, e Derek scoppiò a ridere.
"Aspetta a dirlo, la giornata è appena iniziata" e si chinò su di lui per baciarlo di nuovo.
Quando si separarono Stiles si rese conto di avere le mani libere e fissò il suo Dom con un'espressione guardinga. Derek lo aiutò e mettersi seduto e gli regalò una carezza leggera sulla guancia.
"Ora vorrei davvero che ti mettessi a quattro zampe."
Quello non aveva l'aria di essere un ordine, ma Stiles si mosse comunque e fece quello che gli aveva chiesto. Poco dopo sentì qualcosa uscirgli da dentro e scivolargli lungo le cosce, e gemette nel rendersi conto che si trattava del seme di Derek.
"Bellissimo" lo sentì dire, da un punto alle sue spalle. "Davvero bellissimo."
Dopo qualche minuto, evidentemente soddisfatto di quello che aveva visto, Derek lo aiutò a tirarsi su e poi lo fece sdraiare di nuovo contro i cuscini. Dopodiché scese dal letto e si allontanò verso il bagno, dando a Stiles una perfetta visuale del suo fondoschiena da urlo.
Tornò subito dopo con un asciugamano fumante in mano e, nonostante le proteste imbarazzate del ragazzo, lo ripulì con attenzione. Poi gettò la salvietta per terra e si stese al suo fianco, puntando un gomito sul materasso e poggiando la testa sulla mano per poterlo guardare meglio.
"Se me lo avessero detto quando ci siamo conosciuti non ci avrei creduto, e non aspettarti che te lo ripeta spesso" gli disse, accarezzandogli con gentilezza un fianco "ma tu sei la cosa più eccitante che abbia mai visto."
Il ragazzo arrossì miseramente e distolse lo sguardo, imbarazzato, ma Derek lo costrinse a voltare di nuovo il viso verso di lui.
"Ti conosco, Stiles, e so come funziona quel tuo cervellino iperattivo. Se sono qui con te, in questo momento, è perché lo voglio. Nessuno mi ha obbligato, e sai anche tu che l'incantesimo che ti è stato lanciato non ha nessun effetto su di me. Se ho accettato di affrontare questa cosa con te è perché lo desideravo. Perché ti desideravo."
Il ragazzo chiuse gli occhi e inspirò profondamente, ma Derek non aveva intenzione di dargli tregua.
"Guardami, Stiles" gli ordinò, e aspettò fino a quando lui lo fece prima di continuare. "Io ti voglio! Voglio il tuo corpo e ti assicuro che nessun giocattolino, di nessun genere, mi eccita come fai tu."
Stiles aveva iniziato a tremare e sentiva che se Derek avesse continuato a dirgli quelle cose, con quel tono di voce e quello sguardo, si sarebbe messo a piangere. Non sapeva come diamine ci fosse riuscito, ma il licantropo aveva detto esattamente quello che lui aveva bisogno di sentire. Aveva dimostrato di conoscerlo bene come nessun altro al mondo, forse perfino meglio di suo padre e di Scott, aveva capito quale fosse la sua paura più profonda e l'aveva dissipata con poche, semplici parole.
"Ho capito" sussurrò, nel tentativo di farlo smettere.
"Io non credo" lo contraddisse Derek. "Ma ho intenzione di fare in modo che tu non abbia più dubbi del genere" e gli agitò le manette, che aveva recuperato senza che lui se ne accorgesse, proprio sopra il naso. "Come ti ho detto, abbiamo ancora tutta la giornata e prima che sia finita saprai esattamente quanto io ti trovi sexy e desiderabile. È una vera fortuna che essendo un licantropo io abbia così tanta resistenza, non trovi?"
Stiles lo guardò per qualche istante, poi capì esattamente cosa volessero dire quelle ultime parole. Altro che riposo, Derek aveva intenzione di scoparselo per tutto il giorno.
"Oh. Mio. Dio!" gemette, proprio mentre l'altro gli allacciava di nuovo le manette ai polsi.
"Ti ringrazio, ma mi accontento di essere il tuo Dom" e gli chiuse la bocca con un bacio.

Play The ListDove le storie prendono vita. Scoprilo ora