ATTENZIONE! In questo capitolo la parte Dub-con è un po' più accentuata rispetto a quelli precedenti. Leggete con attenzione!
Stiles venne svegliato, la mattina dopo, da degli strani rumori provenienti dal bagno. Derek, di solito, si alzava prima di lui, ma non aveva mai fatto tutto quel baccano. Anzi, era talmente silenzioso che in un paio di occasioni il ragazzo si era reso conto di essere rimasto da solo nel letto solo nel momento in cui il Dom si era presentato in camera con il vassoio della colazione. La situazione era così insolita che la sua curiosità lo avrebbe spinto ad andare a vedere cosa stesse succedendo, se solo ne avesse avuto la forza. Il suo corpo, però, non aveva nessuna intenzione di muoversi. La sessione del giorno precedente era stata grandiosa ma lo aveva lasciato senza un briciolo di energie e, in tutta sincerità, non aveva nessuna fretta di scoprire quale nuovo giocattolo perverso il suo Dom avesse in serbo per lui per quel giorno.
Derek uscì dal bagno una decina di minuti dopo che Stiles si era svegliato e si sedette sul letto, al suo fianco. Il ragazzo sollevò le palpebre ancora appesantite dal sonno e lo fissò in attesa.
"Vai a farti la doccia, ti raggiungo fra cinque minuti" gli ordinò, regalandogli però una carezza sul viso.
Stiles sbuffò, perché non aveva davvero nessuna voglia di alzarsi, quel giorno, ma eseguì senza protestare, anche se con una lentezza che in altre occasioni avrebbe irritato Derek. Una volta in bagno si guardò intorno ma non vide nulla di insolito e, mentre era sotto il getto dell'acqua calda, la sua mente iniziò a vagare, come ogni volta in cui si ritrovava a non avere nulla di concreto con la quale tenerla occupata, e arrivò a pensare almeno a una decina di possibili torture ideate dal licantropo per lui. Quando uscì dalla doccia, appena cinque minuti dopo, era terribilmente preoccupato per quello che lo aspettava, ma anche decisamente eccitato.
Derek entrò nella stanza proprio in quel momento e gli si avvicinò senza una parola, aiutandolo ad asciugarsi. Poi lo fece sedere sul bordo della vasca idromassaggio, senza ovviamente permettergli di rivestirsi, e si avvicinò al mobile dove erano riposti gli asciugamani, rovistando un po' tra i teli di spugna morbida prima di richiudere le ante. Quando tornò da lui aveva in mano quella che sembrava una borsa per l'acqua calda nera, un lungo tubo di gomma e una scatola di plastica dura dello stesso colore. Stiles cominciò seriamente a temere quello che sarebbe successo.
"Probabilmente non ci hai fatto caso ma in tutti questi giorni il tuo interno è sempre stato pulito" gli fece notare Derek, iniziando a parlare di punto in bianco e cogliendolo anche un po' di sorpresa. "Winthrop aveva pensato a tutto, quando ti ha lanciato l'incantesimo, e Kevin ha pensato che non c'era nessun bisogno di apportare dei cambiamenti a quella particolare clausola, per praticità" gli spiegò. "Resta il fatto che Winthrop è un idiota e, anche se non serve a niente, ha deciso di inswrire anche questa nella lista:" e sollevò gli oggetti che aveva in mano per portarli all'altezza del suo viso "una lavanda anale."
Stiles fissò quegli oggetti con occhi sgranati. Quando aveva fatto le sue ricerche aveva letto di quella particolare pratica e, per quanto non l'avesse trovata di suo gusto, si era consolato al pensiero che almeno era una cosa da fare da soli. La sola idea di permettere a qualcuno di vederlo in quello stato lo terrorizzava più delle decine di fruste appese nella stanza dei giochi. Era talmente sopraffatto dalla prospettiva di farsi fare una cosa del genere che non si era nemmeno accorto che Derek aveva continuato a parlare, perlomeno fino a quando il licantropo non lo richiamò con voce secca.
"Stiles! Ti ho detto di alzarti e andare ad appoggiare le mani sul lavandino."
Quando il ragazzo alzò la testa per guardarlo, però, il Dom capì subito che qualcosa non andava. Stiles aveva gli occhi lucidi e stava boccheggiando, segno che stava per avere un forte attacco di panico. Derek lasciò andare le cose che aveva in mano sul telo con il quale lo aveva asciugato, abbandonato sul pavimenti ai suoi piedi, si sedette anche lui sul bordo della vasca e lo prese in braccio.
"Tranquillo, piccolo, tranquillo, va tutto bene" gli sussurrò, nel tentativo di calmarlo.
Stiles si lasciò andare tra le sue braccia e provò a fare qualche respiro profondo, ma l'aria gli si incastrava in gola non appena ripensava a quello che lo aspettava.
"N... on... pos... so... fa... farl... lo" esalò, la voce talmente bassa che per un momento credette di averlo solo pensato.
L'udito ipersviluppato di Derek, tuttavia, gli permise di cogliere anche quel live mormorio.
"Faremo solo ciò che vorrai, Stiles, non preoccuparti. Solo ciò che vorrai" gli promise, accarezzando la sua pelle nuda per dare più forza alle sue parole.
Quello che permise a Stiles di ricominciare a respirare normalmente, però, fu il bacio che il suo Dom gli diede sulla fronte. La dolcezza di quel gesto lo sorprese così tanto da fargli dimenticare quasi del tutto la paura.
"Va meglio?" gli chiese Derek, dopo qualche minuto.
"Scusa, io..."
"Non hai nulla di cui scusarti" lo rassicurò il licantropo, quando capì che non avrebbe detto altro. "Non pensavo che avresti reagito così, altrimenti ti avrei preparato meglio ad affrontarlo."
"È una cosa stupida, lo so. Voglio dire, mi hai già fatto cose potenzialmente più pericolose e di certo più dolorose di questa, ma..."
"Non ha importanza! Tutti abbiamo i nostri limiti, e non è detto che abbiano a che fare con il dolore" gli fece notare Derek.
Stiles annuì e si accoccolò meglio tra le sue braccia, godendosi il calore del suo corpo e le sue carezze, che lo facevano sentire protetto e in pace col mondo.
"Credo che dipenda dal fatto che considero certe cose molto personali" provò a spiegare, dopo qualche minuto di silenzio, spingendo Derek a mettergli un dito sotto il mento per fargli sollevare il viso e poterlo guardare negli occhi. "Andare... in bagno... è una cosa che si fa da soli, non mentre gli altri ti guardano. Non ho mai capito come fanno le ragazze e perché sembrino incapaci di andare alla toilette se non sono accompagnate" confessò, arrossendo miseramente.
Derek annuì, serio, e fece un respiro profondo.
"Avevo pensato di farlo oggi per darti un po' di tregua, visto il modo in cui ieri ho abusato del tuo corpo" rivelò, riferendosi a tutte le volte che lo aveva preso il pomeriggio precedente "ma possiamo anche lasciar perdere. Prima o poi, però, dovrai affrontarlo, perché è uno degli oggetti presenti in quella dannata lista."
Stiles ricominciò a tremare e afferrò la maglietta di Derek in una presa spasmodica.
"Mi terrorizza a morte" confessò, la voce incrinata.
"Sono qui per te. Lo sai, vero?" gli ricordò il Dom, intensificando la stretta e posandogli un altro bacio sulla testa.
"Che poi è anche l'unico motivo per il quale non me la sono ancora data a gambe" rivelò il ragazzo, nel tentativo di alleggerire l'atmosfera.
Derek scosse la testa, in parte divertito ma, soprattutto, colpito per quell'ammissione di fiducia praticamente incondizionata. Aveva già deciso di lasciar perdere l'idea della lavanda, per quel giorno, e stava pensando a quale altra voce della lista poter spuntare, qualcosa che avesse comunque dato un po' di tregua al corpo provato di Stiles, quando il ragazzo parlò di nuovo.
"Ok, facciamolo!"
Derek lo scostò da sé quel tanto che bastava per poterlo guardare in faccia, senza nemmeno provare a nascondere la sua sorpresa.
"Sei sicuro?"
Stiles annuì, ma Derek riusciva a sentire il suo cuore battere all'impazzata. Era chiaro che fosse ancora terrorizzato a morte.
"Non è necessario farlo oggi, se..." ma il ragazzo lo interruppe.
"Sei qui per me e mi aiuterai" ribadì "e il solo fatto di saperlo mi fa credere che posso riuscirci."
"Stiles..." Derek lo guardò con occhi spalancati, il cuore colmo di orgoglio per il coraggio del suo Sub e di compiacimento per la consapevolezza di essere così importante per lui.
"Senza contare che sono abbastanza certo che non riuscirò più a farlo, in futuro" continuò a spiegare Stiles. "Se non me ne libero oggi, ho la sensazione che la paura non farà altro che crescere e non sarò più in grado di controllarla. Non voglio costringerti a obbligarmi con la forza a farlo, so che non ti piace."
Derek sorrise e gli diede un bacio profondo, per ripagarlo dell'attenzione che aveva dimostrato nei suoi riguardi. Quando si separarono Stiles aveva di nuovo gli occhi lucidi e il respiro pesante, ma il licantropo sapeva che questa volta non era a causa della paura.
"Se sei davvero deciso, allora è meglio farlo subito" stabilì il licantropo.
"Immagino che non sia proprio possibile farlo da solo, vero?" tentò Stiles, ma Derek scosse la testa.
"L'incantesimo prevede che il tuo Dom ti sottometta, ogni volta che usi una delle cose presenti nella lista. Credo che, al massimo, potrei restare a guardarti mentre lo fai, senza interferire se non con qualche ordine o qualche indicazione, ma ho come la sensazione che per te potrebbe essere ancora peggio" valutò.
Stiles ci pensò un attimo, immaginandosi come sarebbe stato, e rabbrividì per qualcosa che non si avvicinava nemmeno un po' all'eccitazione.
"Dimmi solo come vuoi che mi sistemi e facciamola finita" decise.
Derek lo aiutò a mettersi in piedi senza smettere di abbracciarlo.
"Sei sicuro di farcela?"
Stiles annuì, anche se il suo nervosismo era evidente.
"Ma avrò bisogno di sentirti con me o non riuscirò ad arrivare fino alla fine. Non lasciarmi" lo supplicò, e Derek lo baciò di nuovo per rassicurarlo.
"Vai al lavandino" gli ordinò, quando si allontanò dalle sue labbra. "Afferra il bordo con le mani e piegati in avanti. Io arrivo subito."
Stiles ubbidì in silenzio. Derek poteva sentire la sua paura, i battiti accelerati del suo cuore e il respiro che gli veniva fuori in rantoli affannosi. L'unica cosa che poteva fare per aiutarlo era fare in modo che quella tortura finisse il prima possibile, per poi passare il resto della giornata a prendersi cura di lui. E, visto che c'era, avrebbe mandato un messaggio a Kevin per chiedergli di organizzargli un incontro con l'idiota che aveva causato tutto quello, che a quanto ne sapeva era ancora rinchiuso nelle segrete che il mago aveva fatto costruire sotto il Dungeon, giusto per fargli capire che certe persone non andrebbero mai nemmeno guardate, a meno che non si desideri ardentemente avere tutte le ossa rotte.
Senza perdere altro tempo, aprì l'acqua della vasca, la regolò perché fosse leggermente tiepida e riempì la sacca. Poi la collegò al tubo, prese l'augello più fine tra quelli contenuti nella scatola e ne infilò l'estremità zigrinata nella gomma, assicurandosi che fosse fissato bene. Dopodiché afferrò un'altra cosa dalla scatola, se la mise in tasca e si avvicinò al suo Sub.
"Sei pronto? Stiamo per iniziare" lo avvisò.
Non appena Stiles fece un leggero cenno di assenso, infilò l'augello nella sua apertura e sollevò la sacca, per permettere all'acqua di scendere. Il ragazzo sussultò e strinse con forza il bordo del lavandino poi, dopo un paio di minuti, iniziò a tremare e a boccheggiare. Derek gli accarezzò la schiena, ma il suo tentativo per farlo rilassare non ebbe grandi risultati.
Il primo singhiozzò arrivò quando ormai nella sacca era rimasta solo metà dell'acqua che ci aveva messo.
"Basta, fa male" implorò Stiles, agitandosi, ma Derek fece pressione con la mano sulla sua schiena per impedirgli di spostarsi.
"Resisti piccolo, finirà presto" tentò di incoraggiarlo.
"Fa male... fa male... " continuò a ripetere il ragazzo, le lacrime che ormai gli bagnavano copiose il volto.
Derek strinse i denti, ripetendosi come un mantra che avrebbe inflitto a Winthrop lo stesso dolore che stava subendo il suo Sub, moltiplicato per cento volte. Quando finalmente l'acqua finì di scendere, il licantropo tolse con attenzione l'augello dall'apertura di Stiles e lo sostituì con il plug che si era messo in tasca prima di iniziare, poi lo aiutò a tirarsi su e lo strinse tra le braccia.
"Abbiamo quasi finito, piccolo" lo rassicurò. "Tieni duro, ti manca solo un piccolo sforzo."
"Fa tanto male..."
"Lo so, lo so. Tra poco ti aiuterò a liberartene."
Quelle parole, però, invece di tranquillizzarlo, resero Stiles ancora più nervoso e spaventato. Il dolore alla pancia non gli dava tregua e sentiva lo stimolo pressante a liberarsi, ma la sola idea di doverlo fare davanti a Derek gli mandava in tilt il cervello. Non poteva farlo. Non poteva farlo assolutamente!
Il licantropo continuò a sorreggerlo mentre lo accompagnava fino alla doccia, che avrebbe potuto ospitare tranquillamente mezza squadra di lacrosse considerate le sue dimensioni, continuando a sussurrargli parole di incoraggiamento. Una volta arrivati a destinazione lo baciò, cercando di essere il più dolce possibile, e lo spinse a entrare nel box.
"Abbassati e mettiti a quattro zampe, Stiles" gli ordinò.
Il ragazzo lo guardò con gli occhi sgranati e scosse la testa con foga, ma lui non si lasciò impietosire.
"Non hai scelta, piccolo, mi dispiace. Devi solo fidarti di me e del fatto che sto cercando di renderti le cose più semplici. Per favore, non costringermi a obbligarti con la forza! Lo sai che sarebbe ancora meno piacevole di quanto già non sia, per entrambi."
Stiles si lasciò scappare un altro singhiozzo nell'istante in cui si arrese. Si abbassò come gli era stato ordinato e si mise carponi, la testa rivolta verso la porta del box, senza avere il coraggio di guardare Derek negli occhi. Il licantropo si chinò su di lui, gli regalò una lunga carezza sulla schiena e poi portò la mano tra le sue natiche.
"Ora tolgo il plug" lo avvertì. "Trattieni l'acqua fino a quando non ti darò il permesso di lasciarla uscire."
Stiles sentì il plug di silicone che veniva sfilato dalla sua apertura e concentrò tutte le sue forze nel tentativo di ubbidire all'ordine del suo Dom. Fu una delle cose più difficili e dolorose che avesse mai fatto in tutta la sua vita. I crampi alla pancia stavano diventando insopportabili e i suoi muscoli sembravano voler smettere di collaborare da un momento all'altro.
Derek uscì dalla doccia e lo osservò per alcuni minuti. Stiles era pallido, piangeva e gemeva sommessamente, aveva i pugni stretti e tutto il suo corpo era imperlato di sudore. Gli si strinse il cuore a quella vista e sperò che avessero rispettato a sufficienza i termini dell'incantesimo, perché lui ne aveva avuto abbastanza.
"Sei stato bravo, piccolo. Ora rilassati e lascia che esca."
Stiles strinse i denti e irrigidì ancora di più i muscoli. Non voleva che Derek lo vedesse liberarsi, avrebbe fatto qualunque cosa per impedirlo e per risparmiarsi quell'umiliazione. Il dolore, però, era diventato troppo forte, lui era ormai esausto e la sua resistenza durò solo pochi secondi. L'acqua schizzò fuori dalla sua apertura con forza. La sentì colpire il muro alle sue spalle e scivolargli lungo le cosce e all'improvviso si sentì debole e miserabile. Le sue braccia non ressero più il peso del suo corpo e lui crollò in avanti, piangendo senza ritegno mentre il suo intestino finiva di svuotarsi.
Quando Derek si rese conto che l'acqua era uscita completamente entrò nella doccia e aprì il getto caldo, incurante di essere ancora vestito. Afferrò Stiles per i fianchi e lo fece mettere seduto, sussurrandogli parole di conforto mentre gli passava le mani insaponate su tutto il corpo. Quando finì di lavarlo lo avvolse in un telo di spugna, si spogliò, si asciugò in fretta e poi lo portò a letto.
"È tutto finito, piccolo, e non dovrai farlo mai più, te lo prometto. Sei stato bravissimo, sono fiero di te! Davvero tanto, tanto fiero" lo lodò. "Ora riposa, io resterò qui e mi prenderò cura di te, non devi più preoccuparti di nulla. È tutto finito."
E Stiles gli credette, fece un sospiro profondo e chiuse gli occhi. Pochi minuti dopo si era addormentato, cullato dal tepore delle sue braccia forti che non lo avevano lasciato nemmeno per un secondo, proprio come gli aveva promesso.
STAI LEGGENDO
Play The List
FanfictionUna Congrega di maghi si stabilisce a Beacon Hills e uno di loro si invaghisce di Stiles. Per poter 'giocare' con lui gli lancia un incantesimo ma il capo della Congrega riesce a modificarlo, almeno in parte, e Derek si ritrova piacevolmente coinvol...