18. Rasoio

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Ancora una volta, quello che gli aveva fatto Derek il giorno prima era stato molto eccitante ma anche altrettanto sfiancante. E pure doloroso per le sue articolazioni, perché Stiles ci teneva a ricordare che non era un essere con supermuscoli e superpoteri, ma era un semplice e fragile umano. Per fortuna il licantropo aveva mantenuto la sua promessa e gli aveva permesso di riposare per tutto il resto della giornata. E, a dire il vero, il suo Dom che si prendeva cura di lui con tante piccole attenzioni era quasi più appagante del sesso, e valeva la pena di farsi maltrattare un po' se poi era quello il risultato. Peccato che fosse già arrivato un nuovo giorno, e anche quello senza colazione, esattamente come il precedente. Stiles odiava già quella nuova abitudine.
Derek aveva svegliato il suo Sub e, senza troppe attenzioni, lo aveva spedito subito a farsi la doccia. Quando Stiles era tornato nella camera che condividevano aveva capito subito che c'era qualcosa di strano. O perlomeno più strano del solito, visto che delle ultime settimana si sarebbero potute dire tante cose ma non che fossero state normali.
Sul letto erano stesi alcuni teli di spugna, e sopra questi ce ne erano altri ancora piegati, insieme a delle ciotole. C'erano anche delle confezioni di plastica ancora sigillate e Stiles non era certo di voler sapere che cosa contenessero.
Derek era in piedi, vicino al letto, e non appena lo vide gli fece segno di avvicinarsi.
"Ora ti sdraierai, schiena sul materasso, e poi ti spiegherò cosa sta per succedere" lo istruì, senza perdere tempo.
Il ragazzo non si sentiva affatto sicuro, ma ormai sapeva che non aveva nessuna possibilità di opporsi, o perlomeno non ce l'aveva se voleva spezzare la maledizione che gli era stata lanciata. Perché era certo che Derek non avrebbe mai usato la forza per obbligarlo a sottomettersi a lui, se usava il suo potere era solo durante le scene e non superava mai il limite. Perciò, se avesse detto di no Stiles era certo che il licantropo avrebbe rinunciato all'istante a qualunque cosa avesse in mente. Solo che se lo avesse fatto non si sarebbe mai liberato di quel dannato incantesimo. Non aveva nessuna intenzione di arrendersi proprio ora che riusciva a vedere la fantomatica luce in fondo al tunnel, e poi si fidava di Derek e del fatto che non gli avrebbe fatto del male. Perciò salì sul letto e si sdraiò come gli era stato ordinato, con la schiena sugli asciugamani.
Derek approvò con un cenno del capo, poi si avvicinò al comodino, aprì il cassetto e ne estrasse l'ennesima tovaglietta di spugna, piccola e arrotolata. La aprì tornando verso di lui e gli mostrò quello che c'era in mezzo.
"Questa è un'altra delle cose presenti nella lista: un rasoio" gli disse, anche se in realtà Stiles non aveva bisogno di nessuna spiegazione per capire che cosa fosse.
Il problema era che non era un rasoio normale, di quelli usa e getta o di quelli tutti cromati e aerodinamici che andavano tanto di moda negli ultimi tempi. Era uno di quelli vecchio stile, con tanto di manico in legno e una lama lunga almeno dieci centimetri, tanto affilato da poter tagliare a metà una foglia mentre cadeva dall'albero, e pure meglio di quanto avrebbe fatto Senbonzakura. Probabilmente nemmeno i bisturi dei chirurghi erano tanto affilati.
"E a cosa dovrebbe servire?" rantolò Stiles, con gli occhi spalancati e temendo di conoscere già la risposta.
"Ci ho pensato un po' e ho deciso che mi è venuta voglia di rasarti. Non in viso, ovviamente" lo informò Derek.
Stiles scattò a sedere come una molla. Quell'idea metteva a dura prova la fiducia che nutriva nei confronti del suo Dom.
"Non se ne parla!"
"Avevo anche pensato di legarti mani e piedi alle colonne del letto" continuò il licantropo, come se lui non avesse detto niente "ma l'idea non mi piace molto, preferirei che tu ti sforzassi di restare fermo, sarebbe molto più eccitante."
"Ma mi ascolti? Ho detto che non se ne parla!"
Derek lo guardò con un sopracciglio inarcato, chiaramente poco convinto della fermezza della sua presa di posizione.
"Quella cosa" quasi strillò Stiles, puntando il dito contro l'oggetto incriminato "può tranciarmi via i gioielli di famiglia in un attimo!"
E quella sarebbe dovuta essere una cosa ovvia, Derek non avrebbe dovuto aver bisogno che fosse lui a farglielo notare. Insomma, era sempre stato un uomo molto intelligente, non pensava che potesse sfuggirgli un simile particolare.
"Non ti fidi ancora di me" lo accusò il licantropo, e questa volta Stiles si arrabbiò sul serio.
"Non dire mai più una cosa del genere!" gli urlò contro. "Ti ho permesso di legarmi, di frustarmi e di sculacciarmi. Ti ho permesso di portarmi al guinzaglio come un cane e di farmi uscire di casa con il sedere scoperto e con delle palline di metallo infilate su per il culo. Dannazione, Derek! Eri con me quando ho fatto quella stramaledetta lavanda. Sei stato tu a farmela! Pensi che lo avrei permesso a qualcun altro? Pensi che ci sarebbe stato qualcun altro di cui mi sarei fidato così tanto? Non lo avrei lasciato fare nemmeno a Scott, e sai quanto mi fidi di lui. Ma questa è una cosa diversa, non è un problema di fiducia" concluse.
"E allora cos'è?"
"E se mi venisse da starnutire?" considerò. "Se mi mettessi a tremare per il freddo? O se finissi per eccitarmi? Lo sai che non sono bravo a stare fermo" gli ricordò.
Derek lo fissò in silenzio per qualche secondo: tutto poteva aspettarsi tranne che Stiles fosse preoccupato per quei motivi. Poi si riscosse e gli rivolse un lieve sorriso. Cosa che fece infuriare il ragazzo ancora di più, perché gli sembrò di non essere preso sul serio. Era già pronto a insultarlo quando il licantropo andò a sedersi al suo fianco e posò il rasoio tra loro.
"Lo sentire, Stiles" gli disse. "Sentirei il battito del tuo cuore, il ritmo del tuo respiro, il rumore del sangue che scorre nelle tue vene, il tuo odore, la temperatura della tua pelle. Sentirei tutto e starei attento. Non ti farei mai del male! Anche perché i tuoi gioielli di famiglia mi piacciono al loro posto, e tanto."
Stiles arrossì ma non si diede per vinto.
"E allora non potevi inventarti qualcos'altro di meno pericoloso?"
"Con un rasoio?"
"Ok, ma potevi usare uno di quelli usa e getta, non sarebbe stato sicuro al cento per cento nemmeno quello ma mi sarei sentito molto più tranquillo."
"Impossibile, doveva per forza essere uno vecchio modello, Winthrop ha dei kink parecchio strani" disse, indicando la lama ancora abbandonata tra i loro corpi. "In ogni caso, sono giorni che ci penso e voglio davvero farlo."
"Ma perché?"
"Perché avrei la tua vita nelle mie mani, come uomo e non solo come licantropo, e sarebbe esaltante."
"Tu sei un pazzo, sadico e maniaco" lo accusò Stiles.
"Sì, beh, quando ci siamo conosciuti pensavi che avessi ucciso mia sorella, non è esattamente una novità" gli fece notare, e il ragazzo grugnì qualche parola incomprensibile.
Derek rimase lì, seduto, in attesa. Stiles si rifiutava di guardarlo ma non poteva fare nulla per impedire che il suo sguardo venisse continuamente calamitato dal rasoio affilato. Era una follia e lui era terrorizzato, ma doveva anche ammettere che per quanto ci pensasse non riusciva a trovare un utilizzo alternativo, per quell'affare, che rispettasse i termini dell'incantesimo.
Alla fine sospirò sonoramente e fissò Derek negli occhi.
"Vuoi farlo davvero?" gli chiese, senza sapere nemmeno lui se sperare in una risposta negativa o in una positiva.
"Sì, se tu me lo permetterai."
Il ragazzo lo fissò ancora per qualche secondo, poi si lasciò cadere sul materasso.
"D'accordo, ma fai in fretta, perché non so per quanto riuscirò a stare immobile."
Derek spostò il rasoio, poi si chinò su di lui e gli diede un bacio profondo per premiarlo. Quando si separarono Stiles si sentiva un po' frastornato, ma pensò che la cosa poteva anche tornargli utile, visto quello che lo aspettava.
Il licantropo cercò di accontentarlo. Nella maniera più efficiente possibile gli inumidì l'inguine con un asciugamano bagnato e glielo ricoprì con una dose abbondante di schiuma da barba. Il fatto che avesse usato un pennello, per farlo, non aveva di certo aiutato il suo Sub a mantenere la calma e a tenere sotto controllo l'eccitazione, perché nonostante la situazione, era pur sempre un adolescente in piena crisi ormonale, certe stimolazioni facevano effetto comunque.
Poi Derek aveva ripreso in mano il rasoio.
Stiles aveva fato un respiro profondo e aveva cercato di rilassarsi, anche se la cosa non era così semplice. Derek gli accarezzò un fianco, guardandolo dritto negli occhi, come a volergli dare un'ultima possibilità per tirarsi indietro e, quando il ragazzo ricambiò il suo sguardo, spaventato ma deciso, appoggiò la lama sulla sua pelle e cominciò a raderlo.
Stiles lo osservò per un po' ma quando il rasoio si avvicinò inesorabilmente al suo membro capì che non ce l'avrebbe fatta a guardare, così chiuse gli occhi. Focalizzò tutta la sua attenzione sul mantenere un respiro regolare e sull'evitare qualunque tipo di movimento. Per sua fortuna, quel trattamento non gli causava nessun tipo di piacere, quindi non correva il rischio di avere un'erezione proprio nel momento meno opportuno.
Fu difficile riuscire a rimanere immobile, ma quando il licantropo gli passò un panno umido sull'inguine, per rimuovere gli ultimi residui di schiuma, pensò che era stato più semplice del previsto, e che ne era valsa la pena se aveva reso felice Derek. Ma, a quanto sembrava, aveva cantato vittoria troppo presto.
Il suo Dom, infatti, gli sollevò le gambe e gli ordinò di tenerle ferme con le mani. Si prese qualche istante per osservarlo in quella nuova posizione, completamente aperto, e poi gli inumidì il solco tra le natiche e riprese in mano il pennello, ripetendo da capo tutto il procedimento.
Non ci mise molto, ma quei pochi minuti furono più difficili da affrontare, per Stiles, di tutto il resto. Tenere le gambe ferme e spalancate non fu affatto semplice, e ancora più complicato fu cercare di non contrarre la sua apertura ogni volta che Derek poggiava il rasoio pulito sulla sua pelle. Per sua fortuna, il licantropo prestava davvero attenzione a ogni minimo particolare che lo riguardava e quando finì Stiles era rigido e stressato, ma non aveva nemmeno il più piccolo graffio.
Una volta che lo ebbe ripulito, Derek prese un tubetto di crema e si assicurò di spalmargliene una dose abbondante in ogni punto che aveva rasato, soffermandosi soprattutto sul suo pene e sui suoi testicoli, tanto che Stiles iniziò ad avvertire le prime avvisaglie di un'erezione.
Poi sentì un dito scivolargli dentro.
"Voglio scoparti" disse Derek. La sua voce era talmente bassa e roca che non lasciava dubbi su quanto quello che gli aveva appena fatto lo avesse eccitato.
Stiles trattenne il fiato per un istante. Capì che anche lui lo voleva, voleva sentire Derek dentro, anche se non era pronto. Lo desiderava probabilmente con la stessa intensità con cui il licantropo desiderava lui. Sapeva che era una cosa sulla quale doveva riflettere con attenzione, ma non aveva nessuna voglia di farlo in quel momento.
Per tutta risposta, sollevò di nuovo le gambe, afferrandosi le cosce con le mani per tenerle aperte, e si lasciò sfuggire un sospiro. Fu esaltante sentire Derek gemere disperato e vederlo perdere la sua compostezza. Sentirlo entrare in lui, poi, lo fece sentire di nuovo completo.
Il licantropo iniziò subito a muoversi nel suo canale, ma doveva essere deciso a regalargli lo stesso piacere che stava provando lui nello scoparlo perché cominciò a masturbarlo con entusiasmo. Fu Derek il primo a raggiungere l'orgasmo, cosa che rese Stiles molto fiero di se stesso, ma non fermò i movimenti della mano e il ragazzo lo raggiunse poco dopo.
"Non avevi bisogno di farlo" gli disse Stiles, quando i respiri di entrambi si regolarizzarono.
"Fare cosa?"
"Farmi venire. Voglio dire, questa sessione era per te, mi sarebbe andata bene anche se avessi provato piacere solo tu."
Derek lo fissò con un'espressione strana che Stiles non riuscì a decifrare, ma durò solo per qualche istante. Poi si chinò su di lui e prese di nuovo possesso della sua bocca, baciandolo con tutta la passione di cui era capace.

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