«Zayn vuoi darti una mossa?! Manchi solo tu!» lo rimbecca Liam, bussando alla porta della stanza d'albergo in cui Zayn dorme con Niall. Non ottenendo risposta, bussa ancora una volta e poi: «Sto entrando» aggiunge, aprendo e varcando la soglia.
Quel che gli si para davanti agli occhi lo fa inorridire. Se potesse, se solo fosse una di quelle casalinghe disperate nelle sitcom americane, si metterebbe a gridare e si strapperebbe i capelli; non ha mai visto una tale confusione, prima d'ora, da nessuna parte. Nemmeno nella camera di Louis; ed è tutto un dire.
«Zayn, cosa diav-» fa per domandare al ragazzo fermo al centro di quel macello, ma viene zittito da un gesto secco.
«Taci, Liam. Sto cercando di ricordare.»
Lo osserva mentre si porta le mani alla testa, tra i capelli e poi sulle tempie; col capo chino e il petto nudo, sospira pesantemente e sposta un mucchio di vestiti che ha lì a terra borbottando un "dannazione" che non passa inosservato alle orecchie dell'amico dai capelli castani.
«Cosa... Cosa succede?» chiede Liam, preoccupato.
«L'ho persa. E come se non bastasse, questi pantaloni sono infinitamente stretti. Il problema è che non ho il tempo di cercare un cazzo di paio di skinny che non mi soffochino le palle perché sono in ritardo, Niall non mi ha svegliato e non trovo la maglia.» risponde l'altro, stizzito.
Dove diavolo ha messo, poi, la sua maglia preferita, non lo ricorda. Non ha idea di dove sia finita, ma è sicuro di averla messa in valigia. E non ha intenzione di affrontare quell'intervista senza la canotta bianca con il quadrifoglio disegnato a mano da sua sorella maggiore sul fianco sinistro. È troppo importante e lui non si sente pronto ad affrontare quei conduttori televisivi, non quando sente la mancanza di casa quel giorno più di ogni altro.
«Oh...» e Liam sembra capire, perché conosce l'importanza di quel capo di vestiario per l'amico, così subito si mette all'opera per aiutarlo, ma con scarsi risultati; in quel disordine, la maglia è introvabile e il tempo a loro disposizione si sta esaurendo. Motivo per cui gli porge una canotta bianca e una felpa nera da sistemarvi sopra con un sorriso rattristato.
Zayn capisce al volo e sbuffa, afferrando i capi con una mano e infilandoseli velocemente. Afferra il portafogli e il cellulare, dopodiché esce seguito da Liam e appende il cartello "non disturbare" alla maniglia esterna della porta, così le inservienti sanno che non devono azzardarsi a entrare in camera, non con quel disordine perlomeno. Non vuole che qualcuno, cercando di fare ordine, gli rubi qualcos'altro.
«Vedrai che salterà fuori.» lo rassicura Liam, affatto convinto delle proprie parole, ma Zayn gli sorride, fingendo di credergli. Perché ha bisogno di sapere che non è andata persa in chissà quale parte del mondo.
Scendono in silenzio nella hall e poi escono, subito assaliti da fans e fotografi; il moro si scherma gli occhi con le mani per ripararsi dai flash, dopodiché passa accanto a Niall, il quale è pronto a rivolgergli un sorriso a trentadue denti, ma egli lo ignora, non lo degna di uno sguardo.
Subito, l'entusiasmo del biondo si spegne, il sorriso muore e un'espressione preoccupata e confusa si fa strada sul suo viso. Non capisce cosa diamine gli sia preso, se abbia fatto qualcosa di male o altro. Lo osserva entrare nel van con la faccia scura, imbambolato, come se avesse visto un fantasma, fino a quando Liam non gli posa una mano sulla spalla e si china verso di lui.
«Ha perso la maglia, tranquillo. Non ce l'ha con te.» sussurra, in modo che solo il biondo sia in grado di sentirlo.
Ed quest'ultimo scoppia a ridere di gusto, perché Zayn non l'ha persa, quella maglia. Finisce di firmare un paio di autografi, dopodiché saluta le fans con un "ciao" generale e raggiunge il mulatto nel van, salendo e sistemandosi al suo fianco.
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You're my Unforeseen || Ziall
FanfictionUn sorriso perfetto che ne incrocia uno altrettanto perfetto, due mani delicatamente intrecciate in un gesto casto, e lo studio pare illuminarsi. Pare diventare il loro piccolo angolo di mondo, dove possono nascondersi senza che nessuno li disturbi...