Quella mattina, Zayn viene svegliato più bruscamente del solito: qualcuno sta saltando sul suo letto, cantando a squarciagola canzoni in una lingua che non riesce a inquadrare.
Mugugna infastidito e porta un braccio sotto le coperte, tirandole poi fin sopra i capelli nella speranza che basti a nasconderlo e a mandare via chiunque abbia avuto la non troppo geniale idea di disturbare il suo sonno.
Ma la tattica non funziona, perché la persona smette di saltare e si nasconde a propria volta sotto le lenzuola, avvicinandosi al suo corpo e prendendo a soffiare delicatamente contro la sua nuca.
E Zayn cerca di resistere più che può, ma il fastidio prende il sopravvento.
«Ma che cazzo-?!» esclama, voltandosi di scatto e spalancando gli occhi; un'espressione rabbiosa sul volto che svanisce non appena le iridi color del ghiaccio di Niall entrano nel suo campo visivo.
«Oh.» mormora solamente Zayn, sbattendo le palpebre per assicurarsi che non si tratti di un'allucinazione.
E capisce non esserlo quando vede il sorriso smagliante dell'irlandese nascere sul suo volto diafano dai tratti morbidi, privo di imperfezioni, e le rughe d'espressione comparire ai lati degli occhi e sulla fronte. Passerebbe secoli a baciarle millimetro per millimetro, così come la sua bocca sottile e rosea, che ora osserva con insistenza.
Sarebbe così bello potergli dare il bacio del buongiorno, riflette. Poi strizza le palpebre e si maledice, perché non può averlo pensato davvero. Oltretutto, il ricordo della sua bocca a sfiorare quella dell'irlandese, diverse sere prima, è ancora vivo e ben istillato nella mente di Zayn, e questo gli impedisce di mantenere la mente sgombra e vuota come vorrebbe.
«OOH, mi ascolti?!» esclama Niall, muovendo davanti al suo viso una mano. Aggrotta anche le sopracciglia, mostrando un'espressione che Zayn non riesce a decifrare.
«Sì, scusami. Avevo la testa altrove.» risponde, mortificato.
«Ah, bella considerazione.» e questa volta l'irlandese sembra davvero offeso, mentre borbotta quelle parole, perciò il moro gli si avvicina e allunga una mano verso la sua, intrecciando delicatamente le loro dita. Gli sorride e strofina i loro nasi in un gesto delicato, riportando la serenità anche sul viso di Niall.
«Che ruffiano di merda.» commenta quest'ultimo, ridacchiando per il leggero solletico.
«Pensavo lo sapessi. E che ti piacesse.»
«Non ho mai detto il contrario. E comunque, ora alzi il tuo bel sederino e vieni con me.» annuncia l'irlandese, scostando le coperte da entrambi e mettendosi a sedere; scivola verso il bordo del letto e poi afferra anche l'altra mano di Zayn, stringendola nella propria. Comincia a tirarlo, infine, obbligandolo a seguirlo.
Ride, quando egli sbuffa, decisamente contrariato all'idea di lasciare il letto, ma riesce a convincerlo almeno a mettersi in piedi.
«Dove andiamo?» domanda curioso.
«Non te lo dico; tu vestiti bene, però. Questo è un appuntamento. Il nostro primo e quello ufficiale. Ti aspetto di sotto tra dieci minuti; se tardi, cambio principessa.» detto questo, il biondo gli scocca un veloce bacio sulla guancia e si allontana, camminando a ritroso per la camera, fino alla porta; la apre e gli rivolge un occhiolino condito con un sorriso malizioso, dileguandosi subito dopo.
E Zayn rimane a fissare la porta chiusa a lungo, come inebetito, chiedendosi se quella conversazione avesse avuto luogo davvero o se fosse stata solo frutto della sua fantasia.
Quando si riprende, consapevole della realtà del presente, si lascia sfuggire uno sbuffo divertito e si dirige nel bagno personale, pronto a prepararsi per quell'appuntamento improvvisato e di cui Niall non aveva mai parlato, prima di quel momento. È curioso di sapere cosa si sia inventato.
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You're my Unforeseen || Ziall
FanficUn sorriso perfetto che ne incrocia uno altrettanto perfetto, due mani delicatamente intrecciate in un gesto casto, e lo studio pare illuminarsi. Pare diventare il loro piccolo angolo di mondo, dove possono nascondersi senza che nessuno li disturbi...