Day 30 - Doing something hot

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Niall quella notte sogna l'ultima volta in cui hanno fatto l'amore. Sogna se stesso disteso sul letto che ha condiviso per sei anni con Zayn; è nudo e sudato e sta tremando - no, non per il freddo. Le coperte sono delicatamente poggiate sulla schiena di Zayn che ora si solleva, facendo delle proprie braccia il suo perno. Si solleva per guardare l'irlandese negli occhi, perdersi in quel color cielo talmente profondo ed ebbro che quasi dimentica il mondo circostante e quanto sta accadendo. Sospira di piacere, e così Niall, che si accorge del membro del moro vicino alla propria apertura, pronto a penetrarlo e a dirigersi là dove sa esserci la fonte del piacere.

"Cosa faresti se morissi domani?" Gli chiede Zayn, all'improvviso. "Cosa faresti se morissi a mezzanotte e un minuto, subito dopo aver fatto l'amore con te un'ultima volta?"

Niall sogna se stesso preso in contropiede, con il viso a deformarsi in una smorfia dapprima confusa e poi buffa, divertita. Quando, però, nelle iridi del moro non vede riflessa quella stessa scintilla, si ammutolisce. Torna serio e si prende il labbro tra i denti, mentre il suo compagno - marito, ormai. Deve abituarsi a chiamarlo così; sono sposati, del resto - preme i palmi su ogni singolo centimetro del suo corpo accaldato, aumentando i brividi di piacere.

"Morirei con te. Che domande." E Niall ne è certo, ne è più che sicuro. Ne morirebbe, si lascerebbe morire, perché di vivere senza Zayn non se ne parla. A pensarci bene, Niall non ricorda nulla della sua vita prima dell'arrivo del moro - che cliché.

Non è nemmeno sicuro che una vita prima di lui sia esistita davvero - deve, altrimenti non sarebbe lì. A sognare, a ricordare. A soffrire.

"Risposta sbagliata."

Zayn lo penetra con lentezza, sapendo che Niall in quei momenti non ha una soglia del dolore così alta. E si bea della sua espressione che si contorce, dapprima arricciando le labbra e poi schiudendole in un gemito mal trattenuto. Non è rumoroso, di solito, ma quella notte sta quasi dando spettacolo - a Zayn sfugge una risata.

"Qual è..." ansima Niall, portando le proprie mani sulle spalle del moro e stringendole attorno a esse. Divarica ancora un po' le gambe, sperando di facilitare il membro del moro, ma non ci fa così tanto caso; è troppo occupato ad annegare nelle iridi ambrate del marito.

"Qual è la risposta giusta?" Chiede infine, quando Zayn si è aggiustato dentro di lui. È fermo e sta aspettando il suo segnale per proseguire - come al solito, come ogni volta che fanno l'amore e Zayn dirige i giochi.

Niall quella notte sogna di Zayn che inizia a spingere con cadenza regolare e che gli sussurra la risposta giusta.

Niall quella notte sogna della promessa che gli ha strappato il moro e del modo in cui, all'improvviso, ha sentito il bisogno di aggrapparsi al suo corpo fragile e magro, non più scolpito come un tempo e soffocare sulla pelle del collo ogni singolo gemito.

Niall sogna del bisogno che ha provato di fargli percepire ogni fibra di sé intenta a vivere, a viverlo e a sentirlo proprio, dentro, fuori, in profondità e in superficie. Sentirlo una parte che completa quello che dell'irlandese è stato fino al momento in cui si sono incontrati.

Niall apre gli occhi e realizza di essere nella propria stanza; il membro che, duro e gonfio, preme contro al tessuto dei boxer. Infila una mano dentro di essi, oltre i pantaloni che ha preso a indossare da quando Zayn se n'è andato, e stringe la propria lunghezza quasi con rabbia. Chiude gli occhi e immagina.

Niall sogna di nuovo. Sogna ancora una volta Zayn che gli sussurra la risposta giusta ("tu continuerai a vivere, Nialler. Per me e per te") e che si prende cura di lui. Sogna ancora una volta la mano di Zayn attorno al proprio membro che si muove sempre più velocemente, e le sue labbra che si lanciano in una mezza nenia disperata ("promettimelo, Niall. Ho bisogno che tu me lo prometta. Devi promettermelo, amore"). Sogna della propria risposta ("promesso. Te lo prometto, Zayn") e dell'orgasmo che ha liberato proprio mentre il moro lo ha intrappolato in un bacio soffocante, profondo, pieno di gratitudine e amore e bisogno, disperazione. Sogna della risata in cui si è sciolto più tardi, quando si è disteso sul suo petto umido e si è messo ad ascoltare il battito lento e cadenzato, pacifico, del suo cuore ("io te lo prometto, ma tanto tu non morirai domani, dico bene?"). Sogna del silenzio ottenuto in risposta e del bacio che gli ha dato sulla fronte.

E quando apre gli occhi di nuovo, li riscopre umidi esattamente come la sua mano e i sui boxer.

Zayn non è morto il giorno successivo. Zayn è morto in silenzio, all'improvviso, in un giorno qualunque che Niall continua a dimenticare - ci prova, perché tanto Zayn è lì. È sempre e ancora lì. Al suo fianco - e che i fans, gli intervistatori e le emittenti radiofoniche continuano a rivangare. Come se avesse bisogno di un promemoria - come se credessero di fargli un favore.

Niall esce dal proprio bozzolo di coperte e si siede al computer, proprio come il giorno in cui, solo e in silenzio, lontano, Zayn è morto.

Prenota un biglietto di sola andata per l'Australia e poi si affretta a scrivere una e-mail ai suoi compagni di band, nonché al management. Programma la spedizione, perché non vuole che abbiano il tempo di contattarlo, e poi spegne il computer.

Non impiega tanto a fare i bagagli; cerca di viaggiare con meno impiccio possibile e portare con sé solo lo stretto indispensabile.

Scrive anche a Luke, perché è sicuro che per lui abbia un posto nel suo modesto appartamento; poi chiama un taxi.

Progetta tutto, nei minimi dettagli. Lo sta facendo da giorni - ragione per cui nel suo conto in banca principale ci sono solo i soldi per le varie bollette e applicazioni a pagamento. Ragione per cui ha lasciato direttive a Greg già da settimane, ormai.

Quel posto - Londra prima ancora dell'Irlanda, di Mullingar - gli ricorda una vita che ha amato e che non potrà più avere; una vita che ora sta diventando un incubo, non più un dolce sogno in cui perdersi. Un insieme di ricordi che sono sì preziosi, ma che ora come ora preferirebbe dimenticare.

Pensa, mentre sale sul taxi nel cuore della notte, dopo una doccia e un'ultima occhiata a un appartamento ormai vuoto, che sicuramente non si lascerà mai alle spalle, che forse un giorno tornerà indietro. Un giorno tornerà nella casa che ha condiviso con Zayn e vi ritroverà tutti quei piccoli dettagli che gli scalderanno il cuore e lo faranno sorridere.

Forse un giorno tornerà da Harry e Liam.

Forse un giorno chiederà perdono a Louis per essersene andato esattamente come ha fatto Zayn - solo, lontano, in silenzio.

Ma quel giorno è ancora lontano. Gli piange il cuore, ma ha bisogno di un nuovo appiglio, un nuovo inizio, altrimenti non riuscirà mai a rispettare la promessa che ha fatto a Zayn quella notte.

Altrimenti si lascerà andare e finirà per lasciarsi morire. Anche lui solo, lontano, in silenzio.

E Niall ama la vita. La ama tanto quando amava e ancora ama Zayn. La ama tanto quanto le sue iridi ambrate che si animavano ogni volta che Niall mostrava quanto esistere fosse bello, importante, impegnativo e soddisfacente.

Il suo amore per Zayn, la sua fedeltà e il suo senso del dovere nei confronti di una promessa impossibile sono più forti della sua disperazione e della sua solitudine. Della sua sofferenza.

Salendo sull'areo, Niall riflette sul fatto che la sua esistenza sia stata piena di situazioni impossibili. X-Factor, la band, Zayn, il matrimonio, la sua morte. Riflette sul fatto che ne sia sempre uscito a testa alta, vincitore. Anche dal funerale del moro, anche dal rinfresco funebre. Realizza di aver sempre trovato una via d'uscita. E forse, non è così impossibile. Forse è semplicemente una situazione impassabile e l'Australia è il suo biglietto.

Bacia la vera che ora regge tra le mani e sospira, poggiando il capo contro al sedile. Non resta che continuare a vivere, per scoprirlo. Non resta che continuare a vivere anche per Zayn.

You're my Unforeseen || ZiallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora