È poggiato contro quella parete da ore che gli paiono interminabili e Zayn non si decide a uscire dal camerino.
Sbuffa, stizzito. Le buste pesano attorno ai suoi polsi, ma non ha voglia di poggiarle a terra; apparecchierebbe il pavimento e sicuramente i commessi lo sbatterebbero fuori - anche se è probabile che lo lascino fare, dal momento che è quel Niall, ma non vuole comunque rischiare.
«Ti muovi?!» sbotta, dopo un po', incapace di portare ancora un po' di pazienza.
Avrebbe dovuto immaginarlo, quando Zayn aveva detto di dover rinfrescare l'armadio, che sarebbe stata una giornata spesa al centro commerciale, poggiato contro una parete a sorreggere buste e aspettare che quell'incontentabile del suo ragazzo si decidesse per una maglietta piuttosto che per un'altra.
«Un attimo. Non posso scegliere a casaccio.» borbotta Zayn, in risposta.
Si sta osservando allo specchio con aria critica, perché non è facile trovare una maglia che risalti il suo fisico, senza farlo sembrare eccessivamente magro o eccessivamente grasso.
E quella maglia ha una cadenza strana; è morbida, gli fascia le spalle e la parte superiore del tronco e poi, andando verso la vita, si allarga leggermente. Sembra un capo da donna, ma è più virile di quanto sembri e Zayn deve capire se vale la pena acquistarlo o meno. Gli piace, ma non riesce a decidere se gli stia bene oppure no. Oltretutto, non è sicuro che avrà giacche e pantaloni da poter abbinare senza problemi.
Sbuffa, innervosito e toglie la maglia, riprovando quell'altra che ha portato con sé in camerino.
«C'è un bel culo, davanti ai miei occhi.»
La voce di Niall arriva chiara alle sue orecchie e Zayn inarca un sopracciglio, osservando il proprio riflesso davanti a sé, nello specchio che occupa una parete intera del camerino.
«Buon per te?» risponde incerto; non ha idea di che cosa voglia sentirsi dire l'irlandese. Non sa nemmeno a cosa si stia riferendo, a essere sinceri, quindi non capisce come interpretare quell'affermazione.
«Significa che posso chiedergli di uscire?»
E la nota leggermente delusa non sfugge alle orecchie di Zayn che, subito: «Non siete già fuori insieme?» convinto, questa volta, che stia parlando di lui. Del resto è già successo, in passato, che Niall facesse apprezzamenti sul suo fondoschiena.
«Mi sta guardando, ma non penso che abbia mai parlato con me. Però ha gli occhi da cucciolo. Credo andrò a presentarmi.»
Un campanello di allarme suona nella mente di Zayn il quale, velocemente, toglie la maglia e indossa la propria; afferra i capi che ha portato con sé in camerino e si dirige verso la cassa, poggiandoli su di essa con un gesto secco. Esce dal negozio, poi, senza degnare Niall di uno sguardo.
L'irlandese, da suo canto, segue tutta la scena dall'angolo del muro in cui si è sistemato, quello accanto al camerino, senza dire una parola; la bocca leggermente socchiusa, gli occhi sgranati per la sorpresa e poi un sospiro rassegnato.
Si avvicina alla cassa, scambia qualche parola con la cassiera dietro di essa e si scusa per il comportamento di Zayn.
«È un po' suscettibile, ultimamente; sa, troppo lavoro.» spiega, borbottando la prima scusa che gli passa per la mente. Ed è una mezza verità, perché quello è il primo giorno libero che hanno da mesi.
A quelli sul nastro, aggiunge un paio di pezzi che è certo possano piacere al fidanzato, paga e saluta la signorina, ringraziandola per la pazienza e per l'aiuto e scusandosi ancora una volta per Zayn che "di solito non è così, mi creda".
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You're my Unforeseen || Ziall
FanfictionUn sorriso perfetto che ne incrocia uno altrettanto perfetto, due mani delicatamente intrecciate in un gesto casto, e lo studio pare illuminarsi. Pare diventare il loro piccolo angolo di mondo, dove possono nascondersi senza che nessuno li disturbi...