17 febbraio 1974 ~ 18

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"Sei troppo lento" lo prese in giro Minho. Avevano lasciato da un paio di minuti il negozio di animali, ed ora si stavano dirigendo verso il primo colorificio che riuscissero a trovare.
"Devi velocizzare il passo o arriveremo in ritardo per il pranzo " continuò a dire.

Jisung era già stanco, non avevano percorso chissà quanti chilometri da quando sono partiti, ma tutti quei ponti e gradini... non si ricordava fosse così faticoso, per di più era lui quello che portava le borse, dopo aver deciso democraticamente chi dovesse portarle (sasso, carta, forbice).
"Aah smettila! Lo sai almeno dove stiamo andando?" Il biondo aveva tutti i torti, lui stava seguendo il maggiore non guardando propriamente in ogni vicolo in cui stavano girando, ma Minho aveva una conoscenza ristretta del centro storico di Venezia, perché la sua famiglia ha sempre abitato sulla terra ferma.
"No, non proprio" disse infatti quest'ultimo fermandosi.
Jisung non aveva voglia di litigare così lo ignorò e basta, lasciandosi sfuggire soltanto un lungo sospiro, si guardò attorno cercando di riconoscere la calle, lesse i nomi sui palazzi che gli sembravano familiari, così procedé per la sua strada lasciando indietro Minho che gli urlò un "Aspettami!"

Grazie al biondo riuscirono a ritrovare la strada e in pochi minuti arrivarono davanti al negozio, quando entrarono salutarono cordialmente i proprietari che gli diedero il benvenuto e gli chiesero di cosa avessero bisogno.
"Ci servirebbero dei barattoli di vernice nera per circa 15 m² per una stanza" disse Jisung
"Ora ve li porto, avete bisogno anche di altro?" domandò l'uomo
"Sì, se potrebbe darci anche i pennelli"
"Certamente" tornò poco dopo con tutto il necessario "Sono 30.980,32 lire (16 €) in tutto" disse guardandoli.
"Sì, solo un secondo" disse il biondo tirando fuori il portafoglio per pagare e iniziò ad estrarre ogni lira per arrivare al totale, continuò a contare le monete, -non bastano- pensò.
Pronto a dire al negoziante che sarebbe passato un'altra volta; Minho, senza dire niente se ne accorse, così estrasse il suo e pagò l'uomo "Grazie e buona giornata" Fu la frase che fece alzare di scatto il capo di Jisung verso le mani del maggiore che raccoglievano il resto.
"No Minho, perchè hai pagato? Non riuscirò a restituirteli presto, potevamo semplicemente aspettare la prossima volta" gli disse sussurrandogli nell'orecchio per non farsi sentire dal proprietario.
"Non serve che me li restituisci e poi non vorrai aspettare altre tre settimana prima di uscire"
"Va bene, però..."
"Niente però, da adesso la stanza è anche mia quindi divideremo le cose, e ho pagato perchè volevo farlo. Adesso andiamo" detto questo Minho si diresse verso l'uscita salutando il venditore e incamminandosi in direzione dell'istituto.

11.20 e tra una ventina di minuti la cuoca avrebbe iniziato a servire il pranzo, i due ragazzi nel frattempo si cambiarono gli abiti tornando alla solita uniforme, depositarono i loro acquisti, salutarono il gattino e si recarono al refettorio.
"Signorino Han è un piacere vederla qui" gli disse la donna e il ragazzo abbassò il capo
"Immaginavo fossi rimasto qui anche stavolta così" disse alzando il coperchio "Ho preparato apposta il tuo primo preferito"
Jisung alzò lo sguardo e gli sorrise "Non doveva" gli disse
"Dai passami il piatto" Il minore gli passò il piatto e la cuoca glielo riempì "Buon appetito"

"Ti piace la pasta al pomodoro?" gli chiese Minho, Jisung annuì prendendo la forchetta nella quale iniziò ad arrotolare gli spaghetti, con un po' di esitazione, però, riuscì a mangiare il primo boccone.
Mangiando il suo stomaco iniziò a brontolare e a volerne di più, così in pochi minuti finì il piatto e concluse strappando un pezzo di pane per fare la scarpetta, gustando il gusto della salsa al pomodoro.
"Dovresti farlo più spesso" disse all'improvviso Minho
"Che cosa?" Chiese confuso
"Mangiare" rispose semplicemente "Sei carino"
Jisung lo guardò stranito, in che senso è carino mentre mangia?
"Non mi guardare così, è la verità. Accumuli tutto sulle guance come gli scoiattoli, ed è una cosa dolce" disse sinceramente, non aveva mai visto nessuno mangiare in quel modo, che può anche risultare buffo a volte, ma Jisung era proprio adorabile.
"Beh grazie allora?" rispose con tono un po' interrogativo, non sapendo bene cosa dire.

La verità è che Jisung aveva apprezzato il complimento di Minho, che di sicuro non si aspettava, nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere e mentirebbe se dicesse che le sue orecchie non si siano un po' scaldate.

La cuoca rifece il suo ingresso in sala pronta a servire il secondo
"Vedo che ha mangiato tutto signorino Han, era di suo gradimento?" chiese gentilmente
"Certo, come ogni volta che la prepara"
"Non mangi il secondo vero?" e Jisung annuì "Nemmeno un po'?" provò a convincerlo
"No sono pieno, la ringrazio"
La donne non insistè oltre, servì Minho e diresse di nuovo verso la cucina

Il minore osservò in silenzio il maggiore che mangiava, fino a quando quest'ultimo non decise di porgli la domanda.
"Da quanto?" disse serio
"Cosa?"
"Da quant'è che non mangi?"
"Da dieci minuti?" rispose ironico, fallendo nel sviare la domanda
"Jisung..."
"Non è che non mangio... è difficile" disse piano e Minho portò tutta la sua attenzione su di lui, ma senza porre domande, lasciando che sia lui, se vuole o meno, a parlarne.
"È da un po' di tempo ormai, non so di preciso quanto, forse due anni? Ma ripeto non è che non mangio, lo faccio solo quando voglio se voglio"
"E la cuoca lo sa?" domandò cautamente
"Credo di sì, per questo quando gli altri non ci sono cerca di cucinare alcuni dei miei piatti preferiti, nella speranza che io li mangi e questa volta c'è riuscita, purtroppo. Si sarà accorta anche della perdita di peso..." sussurrò l'ultima frase
Minho lo ascoltava un po' dispiaciuto, sapeva che sono cose difficile e che non è nemmeno colpa di Jisung, ma gli faceva male vederlo così, sperava di riuscire ad aiutarlo prima o poi.

Nel prossimo capitolo...
• verifiche a sorpresa
• "Lei non sa chi è Darwin?"


7/5/2023

Nel collegio ~ minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora