12 marzo 1974 ~ 31

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Il giorno seguente, il cielo sopra Venezia era coperto da una leggera foschia, tipica delle mattine primaverili. Il sole filtrava timidamente attraverso le finestre polverose del collegio, ma dentro l'aula l'atmosfera era tutt'altro che luminosa. Jisung sedeva svogliato al suo banco, facendo roteare la penna tra le dita mentre il professore continuava a spiegare qualcosa di terribilmente noioso.

Mentre il professore parlava, le parole si perdevano nella mente di Jisung. I suoi pensieri tornavano incessantemente a quel bacio segreto avvenuto nel nascondiglio, tre giorni prima. Nonostante il tempo passato, quel momento continuava a tormentarlo. Ma non era solo quello. C'era anche il quasi-bacio interrotto di ieri nello sgabuzzino della palestra, che aggiungeva ulteriore confusione alla sua mente. Ogni tanto, lanciava uno sguardo furtivo a Minho, che sembrava invece completamente concentrato sui suoi appunti. Come fa a essere così tranquillo? si chiedeva Jisung, cercando di contenere la propria ansia.

Incapace di resistere, Jisung scribacchiò un messaggio su un pezzo di carta, passandolo a Minho con un gesto rapido, cercando di non farsi notare.

"Ci vediamo al solito posto dopo?"

Minho prese il biglietto con nonchalance, continuando a fissare la lavagna come se nulla fosse. Appena lesse il messaggio, un leggero sorriso incurvò le sue labbra. Jisung osservava ogni sua reazione con attenzione, cercando di capire cosa stesse pensando. Pochi secondi dopo, il biglietto tornò indietro, piegato con cura.

"Sempre. Ma cerca di non farti prendere dal panico, eh?"

Jisung dovette coprirsi la bocca per soffocare una risata nervosa. Come se fosse così facile. Ripose il biglietto nel libro, tentando di concentrarsi sulla lezione, ma la sua mente continuava a vagare.

Quando la campanella suonò, Jisung si alzò velocemente, lanciando un'occhiata a Minho, che lo seguiva con aria calma e sicura. Uscirono dalla classe con la solita disinvoltura, mescolandosi agli altri studenti, per poi sgattaiolare verso l'ultimo piano del collegio, il loro rifugio segreto.

Una volta arrivati, Jisung si appoggiò contro la parete, incrociando le braccia come a proteggersi. L'adrenalina scorreva nelle sue vene, ma cercava di mantenere un'apparenza calma.

"Allora... hai pensato a quello che è successo l'altra sera?" chiese, la voce leggermente tremante.

Minho si sedette sul divano, guardandolo con un sorriso che cercava di mascherare l'incertezza. "Parli del bacio?" chiese, cercando di mantenere il tono leggero, anche se la sua voce tradiva un minimo di tensione.
"Sì... e anche di ieri. Quasi ci siamo baciati di nuovo," disse Jisung, evitando il suo sguardo mentre sentiva il volto scaldarsi.

Minho annuì, più serio adesso. "Certo che ci ho pensato. Ma forse ci stiamo solo complicando la vita... o forse è qualcosa che dobbiamo capire meglio."
Jisung si spostò nervosamente, incapace di stare fermo. "Sì, ma non so ancora cosa significhi. Per noi."

Minho lo guardò intensamente, il sorriso scomparso. "Nemmeno io, Jisung. Ma non dobbiamo per forza capirlo subito. Possiamo prenderci il nostro tempo."

Jisung sospirò, cercando di calmarsi. "E se stiamo solo complicando tutto? Se poi non sarà quello che ci aspettiamo?"

Minho lo osservò, il suo sguardo sincero e penetrante. "Stiamo già complicando tutto solo pensando a queste cose. Possiamo semplicemente vedere come si evolve, senza pressioni."

Il silenzio tra loro divenne improvvisamente più denso, carico di emozioni che nessuno dei due riusciva a esprimere a parole. Jisung sentiva il cuore battere con violenza nel petto, e ogni fibra del suo essere sembrava tesa come una corda pronta a spezzarsi.

Cercava di evitare lo sguardo di Minho, ma era come se una forza invisibile lo spingesse a guardarlo, a cercare in quegli occhi una risposta che ancora non riusciva a formulare.
Minho era lì, a pochi passi da lui, con quell'aria di calma apparente che Jisung non riusciva a decifrare. E in quel momento, un impulso improvviso e incontrollabile prese il sopravvento.
Prima che potesse fermarsi a riflettere, Jisung fece un passo avanti, annullando la distanza tra loro. I suoi occhi cercarono quelli di Minho, in cerca di una risposta, un segno di conferma. Ma non c'era tempo per le parole.

Con un gesto rapido, quasi istintivo, Jisung si avvicinò e lo baciò.
Il contatto fu come un'esplosione silenziosa. Le sue labbra incontrarono quelle di Minho con una delicatezza che contrastava con l'intensità del momento. Per un istante, il tempo sembrò fermarsi. La realtà intorno a loro sbiadì, lasciando spazio solo al calore del bacio, al battito frenetico dei loro cuori che si confondevano l'uno con l'altro.

Ma quel momento durò solo un istante. Con la stessa velocità con cui era iniziato, Jisung si ritrasse bruscamente, come se si fosse scottato. Il suo respiro era irregolare, gli occhi spalancati per la sorpresa e il panico. Non aveva pianificato quel gesto, non aveva pensato a cosa significasse. Era solo accaduto, come un fulmine a ciel sereno.

Minho rimase immobile, lo sguardo fisso su Jisung, chiaramente scosso. Per un attimo, sembrò che non sapesse cosa dire, come reagire. Anche il suo respiro era accelerato, e il silenzio che seguì fu pesante, colmo di mille domande senza risposta.

Jisung si passò una mano tra i capelli, cercando di trovare le parole, ma ogni frase gli moriva in gola. "Non... non so perché l'ho fatto," balbettò alla fine, la voce spezzata dall'emozione.

Minho continuava a fissarlo, ancora incredulo. "Nemmeno io... me lo aspettavo," rispose, la voce un po' incerta, come se stesse ancora cercando di comprendere ciò che era appena accaduto. Tentò di riprendere il controllo della situazione, ma era evidente che anche lui era stato preso alla sprovvista. "Pensavo che stessimo andando piano..."

Jisung abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. "Lo so," mormorò, la sua voce un sussurro carico di tensione. "Forse... forse è stato solo un modo per capire se quello che sento è reale."
Minho lo guardò intensamente, il cuore ancora in subbuglio. Poi, con un sospiro, accennò a un sorriso, anche se era più incerto di quanto non volesse far credere. "Beh, se volevi scioccarmi, ci sei riuscito."

Jisung alzò lo sguardo verso di lui, un po' incerto, ma poi un sorriso nervoso si fece strada sul suo volto. "Forse... dovremmo prenderci un attimo per pensarci su. Senza fare mosse affrettate."

"Già," concordò Minho, cercando di ritrovare la calma. "Un passo alla volta."
Il peso di quello che era appena successo continuava a gravare su di loro, ma sapevano che, per quanto incerta fosse la strada davanti, l'avevano imboccata insieme.

Quando tornarono in classe, l'atmosfera tra loro era cambiata. Si sedettero ai loro posti, cercando di mantenere una parvenza di normalità, ma il silenzio tra di loro era carico di tensione. Tuttavia, continuarono a scambiarsi bigliettini durante la lezione, cercando di ritrovare quella familiarità che li aveva sempre legati.

"Il prof sta per addormentarsi o sono io?"
"Probabilmente entrambi."

"Non so se riuscirò a restare sveglio fino alla fine."

"Forse dovremmo trovare un modo per restare svegli. Idee?"

"Non saprei, ma se provi qualcosa di stupido, ti faccio arrossire."

Ogni volta che leggevano le risposte, facevano fatica a trattenere le risate. E ogni volta che i loro sguardi si incontravano, c'era una scintilla nuova tra loro. Non sapevano cosa li aspettasse in futuro, ma per il momento, quel legame ritrovato bastava.

25/8/2024

Nel collegio ~ minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora