28 febbraio 1974 ~ 23

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Jisung dovette ammettere che da anni non ebbe un sonno così beato e profondo, in un letto comodo, caldo e confortevole.
Senza un risveglio chiassoso da parte del sorvegliante aveva aperto con fatica gli occhi, ancora assonnati, e visto il volto del castano a poca distanza da lui, che dormiva sereno. Le loro gambe inconsciamente intrecciate, per cercare di stare più comodi o semplicemente vicini, in quel letto stretto.

Controllò il suo orologio da taschino, le 7.23, era relativamente presto così decise di lasciar dormire Minho, scese dal letto cercando di far meno rumore possibile e si recò verso la cucina, sperando di trovare i genitori già alzati.
"Buongiorno signori Lee" disse entrando in cucina, vedendo la signora preparare la colazione e il marito seduto a tavola mentre leggeva il quotidiano.
"Buongiorno Jisung, dormito bene? La colazione sarà pronta tra poco" parlò gentilmente la donna, il biondo annuì e la ringraziò andando a sedersi di fianco al padre del maggiore.

"Tu sì che sei un bravo ragazzo, non come quel mascalzone di mio figlio che ancora dorme" disse l'uomo rivolto a Jisung, il quale non poté fare a meno di ridere.

Aveva avuto il piacere di conoscere il signore Lee la sera prima, quando tornò dal lavoro. L'uomo era molto singolare, dall'esterno non diresti che sia una persona proprio affidabilissima, la moglie infatti gli raccontò che è abituato ad indossare dei pantaloni neri a sigaretta con le bretelle, e non importa quanto freddo ci sia, lui li porta sempre con solo una canottiera bianca. Copre il capo con un basco e sempre lo si vede fumare del tabacco dalla sua amata pipa in legno.

In questo modo, infatti, era vestito ieri nel loro primo incontro, nel quale Jisung rimase un po' intimorito dalla sua presenza.
La madre lo aveva presentato come il primo e unico amico del figlio e lo avvertì del fatto che avrebbe soggiornato lì per cinque giorni, l'uomo in risposta lo fissò accendendo la sua pipa e con voce roca, probabilmente a causa del fumo, e un forte accento dialettale gli chiese ironicamente: "Tu, vuoi in stare in casa mia?!" il giovane ragazzo deglutì rumorosamente e vedendo la sua reazione la moglie diede una pacca sulla spalla al marito "Jisung caro, non preoccuparti sta solo scherzando, gli piace spaventare i ragazzini anche se gli dico sempre di non farlo. Ma Minho avrà preso anche da qualcuno, giusto?"
E con quella spiegazione il padre cambiò atteggiamento, si scoprì molto simpatico e alla mano e per questo la madre di Minho gli rivelò che se ne era innamorata proprio per il suo fascino da cattivo ragazzo, ma che in realtà aveva un gran animo gentile.

E con questo Jisung poté affermare che Minho aveva dei genitori fantastici e che non si sarebbe di certo annoiato per il resto della settimana in loro compagnia.

Poco dopo si unì a loro anche Minho, che con una faccia gonfia e i capelli scompigliati
dal sonno, si sedette a tavola pronto a gustare la colazione di sua madre e a subire un interrogatorio da parte del padre.
Dalla sua tazza preferita prese un sorso di latte caldo nel quale aveva sciolto un cucchiaino di miele, una sua abitudine fin da quando era più piccolo, in quel modo il gusto del latte si addolciva e il suo sapore diventava più piacevole.

"Minho, non ti sei più fatto sentire, come sempre, com'è andato questo primo mese?"
iniziò a domandare suo padre
"Bene"
"Bene? Pensi che il preside non ci abbia avvisato dei guai che hai procurato?"
"Beh, se lo sai già perché chiedi?" rispose ironico
"Attento a come parli, sono sempre tuo padre" lo avvertì e Minho lo guardò pensando se fosse serio o cosa "Bene ho finito la parte da padre severo a cui interessano queste cose, in realtà sono fiero che hai preso il mio carattere figliolo. Allora, cos'hai fatto per andare nei casini?" Minho rise ed entrambi si beccarono un'occhiata dalla madre, che sembra aver perso le speranze.
"Cosa abbiamo fatto vorrai dire" lo corresse addentando una fetta biscottata con sopra della confettura alla pesca per poi guardare il biondo, seduto al suo fianco, che non sembrava volesse veramente partecipare alla conversazione.

"Jisung? Non l'avrei mai detto, sembri così tranquillo" disse sorpreso l'uomo
"Fidati che non lo è" lo prese in giro il castano
"In effetti signore, io ho conosciuto Minho proprio grazie a una punizione, che consisteva nel aiutarlo ad ambientarsi per una settimana e siamo finiti col diventare amici"
"Mi piaci ragazzo, deve essere stato difficile stare con questo delinquente per una settimana" esordì battendogli una mano sulla spalla.
"Mmh ha ragione, è piuttosto pesante" disse beccandosi un'occhiataccia da Minho "Ma è stato divertente"

"Va bene ora basta parlare e finite di mangiare, tu Jisung tesoro non mangi, per caso non è di tuo gradimento?" disse abbattuta la signora Lee nel vedere che il ragazzo non avesse toccato cibo e che avesse bevuto solo un bicchiere d'acqua.
"No signora, certo che no, non è questo..." rispose velocemente non volendo che pensasse cose non vere per poi dire la prima scusa che gli venne in mente "Al mattino non ho molta fame; quindi, non sempre faccio colazione"

"Capisco, però è molto importante farla dovresti comunque cercare di assaggiare qualcosa" gli disse indulgente
"Mamma non insistere, quando avrà fame mangerà, non preoccuparti" intervenne Minho e Jisung lo ringraziò con lo sguardo.
"Va bene, sappi che se c'è qualcosa in particolare che vorresti mangiare in questi giorni dimmelo pure che te lo preparo"
"La ringrazio" disse un po' timido per l'imbarazzo, nessuno si era mai preoccupato così di lui.
"Eh, cos'è questa storia? A me nemmeno i primi giorni in cui ci siamo sposati mi hai chiesto cosa volessi mangiare" esordì fintamente offeso il padre e la signora alzò gli occhi al cielo, mentre i due ragazzi ridevano.

In tarda mattinata Minho era riuscito a convincere Jisung a uscire per fare un giro per il paese, nonostante si avvicinasse l'inizio della primavera, le temperature continuavano ad essere molto basse e come se non bastasse in pianura non poteva mancare la nebbia che oscurava la vista ai due giovani, mentre si incamminavano verso un sentiero per raggiungere un boschetto nel quale, per quanto diceva Minho, nel mezzo c'era un laghetto in cui si poteva pescare, non si erano portati dietro l'attrezzatura infatti ci stavano andando solo per vedere il posto e passare un po' il tempo, forse ci sarebbero tornati nel pomeriggio.

"Attento a dove metti i piedi" lo avvertì il maggiore
"Non ho due anni Minho" ribadì e come se qualcuno lo avesse sentito mise male un piede e scivolò a terra, per quanto i riflessi del castano fossero pronti riuscì ad afferrargli soltanto la mano, che non gli mollò più.
"Cos'è che hai detto?" lo prese in giro e Jisung gli rispose con una linguaccia.

Arrivarono finalmente davanti al grazioso laghetto e si sederono su una panchina in legno posta vicino alla riva, i due si stavano godendo il paesaggio in silenzio godendosi il suono del cinguettio degli uccelli e del leggero scroscio dell'acqua.
"Aaaah!" urlò inaspettatamente Jisung salendo in piedi sulla panchina terrorizzato
"Che c'è?" chiese allarmato Minho
"C-c'è un serpente!" rispose balbettando indicando la creatura che strisciava a terra sotto i suoi piedi.
"Eh? Non avrai mica paura" rise incredulo
"Minho, stai zitto e allontana quel coso" non c'era niente di divertente per Jisung, all'improvviso dall'erba non può sbucare un serpente tutto nero che, secondo lui, era lungo circa un metro e sicuramente mortale, di certo lui non restava in silenzio fermo a guardarlo.

"Non urlare che lo agiti" lo rimproverò "E' un biacco, non è velenoso e qui sono molto comuni" spiegò
"Ah bene!" rispose ironico "Non mi interessa, toglilo da qui"
"Che femminuccia, guarda che visino carino che ha!" disse avvicinandosi al minore con il serpente in mano
"Minho!" iniziò a piagnucolare "Quando ce ne andiamo da qui vedrai cosa ti faccio" lo minacciò.

Nel prossimo capitolo...
Gara
"Ho vinto io"

18/6/2023

Nel collegio ~ minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora