14 marzo 1974 ~ 34

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La mattina seguente, la luce fioca dell'alba filtrava delicatamente attraverso le tende del dormitorio, tingendo di sfumature dorate le pareti. Jisung si svegliò prima del solito, con gli occhi ancora pesanti di sonno ma il cuore sorprendentemente più leggero. La conversazione della sera precedente con Hyunjin lo aveva liberato da un peso che lo opprimeva da giorni, e per la prima volta si sentiva pronto ad affrontare i suoi sentimenti, per quanto complessi.

Rimase immobile sotto le coperte per qualche istante, il suo sguardo perso nel soffitto mentre la mente ripercorreva gli ultimi eventi. Minho. Il loro bacio. I loro sentimenti, intricati e confusi. Eppure, in quella confusione iniziava a intravedere una strada, un percorso che forse, con il giusto tempo e la dovuta pazienza, avrebbero potuto percorrere insieme. Minho era da quando l'aveva conosciuto stato una presenza solida nella sua vita, un punto fermo su cui poteva fare affidamento, riuscivano a capirsi. Ma da quando si erano avvicinati, quella sicurezza si era evoluta in qualcosa di molto più profondo.

Sospirò leggermente, un misto di sollievo e incertezza, e si alzò dal letto. Il dormitorio era ancora silenzioso; il respiro regolare di Hyunjin riempiva l'aria, e il mondo esterno sembrava ancora lontano. Jisung indossò distrattamente un maglione sopra la camicia stropicciata e si diresse verso il corridoio freddo, con l'intenzione di trovare un angolo tranquillo nella sala comune per mettere ordine nei suoi pensieri.

Quando varcò la soglia della stanza, però, fu sorpreso di vedere che non era solo. Felix era già lì, seduto accanto alla finestra. Il ragazzo aveva le spalle leggermente incurvate, il corpo immobile mentre osservava il cortile desolato oltre il vetro appannato. Il modo in cui teneva le mani giunte in grembo trasmetteva una leggera tensione, come se aspettasse qualcosa o qualcuno.

Esitò per un attimo, incerto se dovesse avvicinarsi o lasciarlo ai suoi pensieri. Ma poi si decise e si sedette a poca distanza, abbastanza vicino da farsi notare, ma senza essere invadente. "Anche tu non riesci a dormire?" chiese con un tono gentile e attento.

Felix alzò lo sguardo, un po' sorpreso, e gli rivolse un sorriso debole. "No, non molto," rispose con un filo di voce. "E tu?"

Jisung fece spallucce, lasciando intendere che anche lui non trovava pace. "Troppi pensieri."

Felix annuì lentamente, come se comprendesse perfettamente di cosa stesse parlando. I suoi occhi si persero di nuovo oltre il vetro, come se il paesaggio fuori fosse il riflesso di qualcosa di più profondo dentro di lui. "Sai... a volte sembra che qui il tempo si fermi. Come se il mondo esterno non esistesse."

Jisung seguì il suo sguardo, osservando il cortile avvolto nella luce tenue del mattino. "Sì, mi capita spesso di sentirlo. Ma forse è una buona cosa. Ci dà tempo per riflettere senza le distrazioni di fuori."

Felix rimase in silenzio per qualche istante, poi lo guardò con una certa minaccia. "Ti sei mai sentito bloccato? Come se non sapessi quale strada prendere?"

La domanda colpì Jisung più di quanto si aspettasse. Non sapeva esattamente cosa tormentasse Felix, ma intuì che quella sensazione di smarrimento andava ben oltre il semplice non dormire. Si passò una mano tra i capelli, cercando di formulare una risposta che fosse sincera. "Sì... ultimamente mi sento così anch'io. Ma sto cercando di capire cosa voglio davvero, anche se non è facile."

Felix accennò un piccolo sorriso, quasi riconoscente per la sincerità di Jisung. "A volte è difficile trovare le parole giuste," mormorò, "ma suppongo che, alla fine, arrivino."

Proprio in quel momento, la porta della sala comune si aprì con un leggero cigolio, e Hyunjin fece il suo ingresso, ancora assonnato, con i capelli scompigliati e un'espressione di sorpresa nel vedere Jisung e Felix già lì, seduti l'uno accanto all'altro. Per un attimo sembrò incerto su cosa fare, ma poi il suo viso si illuminò di un sorriso che sembrava dissipare ogni tensione.

"Buongiorno, ragazzi," li salutò con leggerezza, avvicinandosi senza esitazione. Si sedette accanto a Felix, forse un po' troppo vicino, ma con una naturalezza che sembrava scontata. "Avete deciso di fare una riunione segreta senza di me?"

Felix abbassò immediatamente lo sguardo, leggermente imbarazzato dal contatto, ma Hyunjin non sembrò farci caso. O forse, semplicemente, non lo mostrò. Jisung notò quel lieve imbarazzo, un dettaglio che avrebbe potuto passare inosservato, e non poté fare a meno di sorridere tra sé.

"Non è una riunione segreta", rispose con una risatina. "Solo... riflessioni mattutine."

Hyunjin annuì, osservando Felix con un'espressione curiosa ma gentile. "Come stai oggi?" chiese, cercando di sembrare casuale, anche se nella sua voce si avvertiva una sfumatura più dolce.

Felix lo guardò brevemente, poi tornò a fissare la finestra. "Sto bene," rispose, anche se il suo tono tradiva un certo imbarazzo. "Solo... un po' pensieroso."

Jisung intuì che quel momento apparteneva a loro due, e che forse la sua presenza non era più necessaria. Si alzò dal divano, stiracchiandosi pigramente. "Penso che farò un giro fuori, giusto per svegliarmi un po'. Vi lascio soli."

Hyunjin lo guardò, sorpreso, ma poi gli fece un cenno d'intesa, quasi grato. "Ci vediamo dopo," disse con un sorriso che sembrava sottintendere molto di più di un semplice saluto.

Felix alzò lo sguardo e gli rivolse un piccolo sorriso di ringraziamento, forse per averli lasciati soli, forse per aver rotto quel silenzio imbarazzante. Jisung uscì dalla sala comune, sentendosi stranamente sollevato.

6/10/2024

Nel collegio ~ minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora