13 marzo 1974 ~ 33

58 11 0
                                    

Era sera, e il dormitorio era immerso in un silenzio ovattato, interrotto solo dal lieve fruscio delle tende che si muovevano appena con il vento. Jisung giaceva sul suo letto, la schiena rivolta verso la porta, lo sguardo fisso sul muro opposto. Aveva saltato la cena, inventando una scusa per il sorvegliante. "Ho mal di stomaco e non ho appetito," aveva detto, ricevendo in cambio solo un cenno comprensivo e il permesso di rimanere al dormitorio. Non era il mal di stomaco a impedirgli di andare a cena, ma quel nodo nel petto che sembrava crescere ad ogni respiro, la consapevolezza di quello che doveva confessare a Hyunjin.

La porta si aprì lentamente, e Jisung si irrigidì al suono familiare dei cardini che scricchiolavano. Hyunjin entrò, i suoi passi silenziosi sul pavimento in legno. I suoi occhi si posarono immediatamente sul corpo di Jisung, ancora disteso di fianco sul letto. Alla fine, Jisung si girò, incrociando lo sguardo del suo migliore amico. In quegli occhi scuri c'era comprensione, ma anche quella lieve curiosità che Jisung sapeva non poteva evitare. Hyunjin si avvicinò, sedendosi accanto a lui sul bordo del letto senza dire una parola, lasciando che il silenzio parlasse al posto loro.

C'era qualcosa di confortante in quel silenzio condiviso. Forse perché Hyunjin non era mai stato il tipo da forzare le parole, ma da aspettarle. Eppure Jisung sentiva la tensione nell'aria, una vibrazione quasi impercettibile che rendeva l'aria più pesante, come se entrambi fossero in attesa di qualcosa che nessuno dei due voleva ammettere.

Hyunjin sorrise, quel sorriso gentile e paziente che Jisung aveva imparato a riconoscere negli anni. Non aveva bisogno di parole, sapeva che sarebbe stato Jisung a fare il primo passo.

"Hyunjin, io..." La voce di Jisung tremava appena, carica di incertezza. Il cuore gli batteva forte contro il petto, quasi fosse pronto a scoppiare. "Ti devo spiegare quello che è successo prima."

Hyunjin annuì con calma, senza forzare. "Vai, ti ascolto."

Jisung si prese un momento, ispirando profondamente prima di continuare. Ogni parola sembrava pesare, come se stesse rivelando una parte vulnerabile di sé. "Io e Minho... ci siamo baciati. Più di una volta. abbiamo deciso di andarci piano, lo avevamo promesso a noi stessi solo ieri. Ma poi..." Si fermò, abbassando lo sguardo verso le mani che si stringevano nervosamente sul copriletto. "La tensione ha preso il sopravvento, e ci siamo baciati di nuovo."

Il silenzio che seguì era denso, quasi palpabile, come se riempisse lo spazio ristretto tra di loro. Jisung non riusciva a guardare Hyunjin negli occhi, temendo ciò che avrebbe potuto leggere nel suo sguardo. "Avevo paura della tua reazione", confessò Jisung, la voce ridotta a un sussurro. "Che potessi... non so, essere disgustato da me o pensare che sono... diverso."

Hyunjin lo osservò per un attimo, il suo viso rilassato ma serio, poi sospirò leggermente. "Jisung, non devi avere paura di me, né di quello che provi. Non c'è niente di sbagliato in quello che senti. Ti stai solo innamorando." Fece una breve pausa, come per dare maggior peso alle sue parole. "E sai una cosa? Anche a me piace qualcuno."

Jisung sollevò lo sguardo, sorpreso da quella confessione. "Davvero?" La sua voce era incredula, e per un momento i suoi occhi cercarono conferma in quelli del suo amico.

Hyunjin annuì con un sorriso imbarazzato, la sua timidezza appena accennata nei gesti. "Felix", mormorò, abbassando gli occhi come se il nome fosse una sorta di segreto prezioso. "Mi piace da un po'. E sì, Minho lo sa. Gliene ho parlato proprio io."

Jisung lo guardò, cercando di elaborare quella nuova informazione. Non si sarebbe mai aspettato che Hyunjin, il suo Hyunjin, avesse un segreto simile, e per di più condiviso con Minho. Sentì un peso sollevarsi dal petto, e il suo viso si distese in un lieve sorriso, genuino e sollevato. "Non lo sapevo..."

"Certo che non lo sapevi, sono un maestro nel mantenere i segreti," disse Hyunjin con una nota scherzosa, cercando di alleggerire l'atmosfera. Poi si fermò per un istante, come riflettendo su quello che stava per dire. "Sai... fa davvero strano parlare così seriamente con te. Non siamo fatti per le conversazioni serie."

Jisung ridacchiò, abbassando lo sguardo. "Hai ragione... siamo più bravi a fare stupidi battibecchi."

Hyunjin annuì, appoggiandosi all'indietro sul letto. "Ma ogni tanto ci vuole, no? Anche se, ammettiamolo, è un po' inquietante che io stia dicendo cose sagge."

"Totalmente fuori personaggio," rispose Jisung, il suo sorriso finalmente rilassato.

Hyunjin alzò le spalle, con quella nonchalance che lo caratterizzava. "Non sei solo, Jisung. Non c'è niente di cui vergognarsi o di cui avere paura. Siamo tutti un po' incasinati, ma va bene così." Fece una breve pausa, il suo sguardo amichevole e confortante. "E comunque, sono felice per te e Minho."

Jisung sorrise, sentendo finalmente il suo corpo rilassarsi. Forse, per la prima volta, si sentiva capito. "Grazie, Hyunjin," mormorò, la sua voce piena di gratitudine.

Hyunjin si alzò lentamente, allungando una mano verso Jisung per aiutarlo a sedersi. "Non preoccuparti, ok? Siamo in questo insieme. Sempre."

29/9/2024

Nel collegio ~ minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora