LEONOR
«Vediamo di risolvere la nostra diatriba.» Una scossa mi percuote da capo a piedi mentre Selene fa ritorno trascinando Joy per le orecchie. Il sorrisetto di Lioniel non promette niente di buono. So che non ho fatto nulla di sbagliato, non posso sottostare ai suoi sporchi giochi né permettere che lui ottenga ciò che vuole, tuttavia il fatto che a rimetterci sia sempre Joy mi manda in bestia. Sento le guance accaldarsi e una rabbia scuotermi nuovamente. «Non è mai bello quando non si arriva a un accordo.» Il conte parla come se fosse la cosa più normale del mondo, come se avesse tutte le carte in tavola e fosse lui quello ragionevole tra noi due.
«Non farlo» sibilo. «Non metterlo in mezzo, lui non c'entra niente. È una questione da risolvere tra me e te.» So bene che la questione non può essere risolta, che non cambierà intenzioni. Prendo tempo sperando che la paura che a Joy possa accadere qualcosa sia in qualche modo infondata, almeno questa volta.
Lioniel però sogghigna, abbassando il viso in cerca del calice e riportando il capo indietro nell'atto di bere fino all'ultima goccia del suo vino dolciastro. «Vedi, anche stavolta hai torto» fa pulendo gli angoli della bocca con il pollice. I suoi canini spiccano chiari tra il rossastro denso dell'alcol. «Ogni cosa che riguarda noi due» indica prima me e poi se stesso con l'indice «in realtà riguarda il destino di tutti.»
Una risata gutturale sale lungo la sua gola mentre lui allarga le braccia sollenandole in un gesto teatrale. Vuole sottolineare che il tutti comprende ogni singolo villaggio, ogni ragazzo, ogni donna o uomo. Chiunque si trovi sotto ai raggi di questa luna fioca che trapela dalle finestrelle. Il futuro di ognuno di loro dipende da noi, dipende da me.
«Adesso, cerchiamo di appianare il diverbio.» Lioniel inclina la testa e guarda oltre me. Selene è immobile sulla soglia della sala. Torno a rivolgere alla strega la mia attenzione, quel suo lungo e ampio abito sminuisce la sua figura snella e imbrunisce la sua carnagione. Il giallo non è il suo colore. Lioniel ha davvero dei gusti pessimi, penso arricciando il naso, poi incrocio lo sguardo di Joy.
«Selene, procedi.» La voce neutra del conte mi giunge alle spalle.
Sono due semplici parole, non hanno un contesto preciso. Avrebbero potuto implicare qualsiasi cosa, qualsiasi decisione o azione. Invece, si rivelano complici di una sentenza.
Il gelo mi corre nelle vene quando Selene calcia via Joy.
Una forza disumana lo scaraventa dall'altra parte della stanza, contro il tavolo e la credenza; frantuma ogni calice presente sugli scaffali, il vino schizza in tutte le direzioni e di lui resta un cumulo di peli che fatica a ritrovare il respiro.
«Joy!» L'urlo mi esce prima ancora che possa fermarlo, raschia la mia gola. Faccio per correre in suo aiuto quando qualcosa mi ancora sul posto. A nulla serve divincolarmi, Lioniel mi tiene immobile con un solo braccio.
Maledizione, è questa la forza di un primo nato?
Da sotto una cascata di cristallo Joy trova la forza di sollevare il suo lungo muso. Mi è difficile distinguere dove il vino bagna la sua pelliccia e dove invece è il sangue a macchiarla.
Selene tende un braccio e la tortura di poco prima riprende: le sue dita stringono l'aria invisibile sottraendola a Joy, rinchiudendolo in una bolla che preme sul suo corpo.
«Smettila.»
Lioniel mi strattona contro di sé. «Mostrami la tua magia.» La risatina che produce mi fa dubitare riguardo all'attendibilità delle sue parole. Non penso sia questo ciò a cui mira, lui... «Coraggio, cacciatrice, mostrami che ho ragione.» Lui vuole altro; vuole che mostri a me stessa la magia di Aelin. Allora non avrei scappatoie.
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Sangue e Petali d'Ardesia
Fantasy"«Sei il mio giglio nero. Impuro, raro e... bellissimo.»" Leonor è una cacciatrice in cerca di vendetta. La chiamano "la Sopravvissuta" perché è uscita quasi indenne da un conflitto che non ha lasciato superstiti. Come un marchio indelebile sulla...