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LEONOR

La bestia di Gareth ha la meglio su di lui. Si prende i suoi spazi con un urlo che squarcia il brusio. I tratti spigolosi del viso di Gareth spariscono dietro a una montagna di peli neri e la sua stazza guadagna una trentina di centimetri, eretto su due zampe. Inizia attaccando Lioniel e puntando alla sua gola, ma un'altra ondata di energia lo rispedisce a terra. Ha le zanne tanto in mostra che mi ritrovo a pensare di non averle mai viste realmente. Sono lunghe, spaventose. Se azzannasse il conte, il mio lavoro sarebbe finito. Probabilmente anche la promessa di Gareth di farlo soffrire andrebbe in frantumi. Una prima morte indolore, in vista delle prossime meno fortunate, presumo.

Cassian, da bravo cacciatore, ha capito invece che si deve occupare di Selene: recupera l'alabarda e fa fischiare in aria la catena. Gliela lancia, come se volesse catturare la strega, immobilizzarla e non colpirla. Riconosco il movimento di essa: come una corda ondeggia in aria e si arrotola attorno a Selene che non vacilla nemmeno per un istante. Sarebbe dovuta stramazzare a terra, Cas è parecchio forzuto. Tuttavia non l'ha smossa di un millimetro. La strega si è ritrovata le braccia lungo il corpo, strette e impotenti. La sua calma mi fa pensare al peggio, e poco ci vado lontana.

Selena inclina la testa e Cassian le punta la lama affilata dell'alabarda in faccia. «Dilettante.» La catena si rompe e i pezzi volano per tutta la stanza colpendomi le gambe.

   «Attenzione!» grida Trevor, protegge Petunia con un braccio e Joy fa lo stesso con me. La sua schiena mi fa da scudo mentre non penso ad altro che al potere di Selene esploso con una tale facilità da devastarmi.

Non ha mosso un solo muscolo, comincio a pensare che mi stesse prendendo in giro le altre volte. Quelle sue dita... non le servivano per direzionare l'energia.

   «Stai bene?» Joy rilascia l'abbraccio e pezzi di metallo gli piovono dalle spalle.

   Si fissa le mani. Una, due, tre volte. Non crede ai suoi occhi, a dire la verità nemmeno io me ne capacito. «Leonor,» soffia sorpreso e io lo guardo lasciando il resto in disparte, «non... non la sento più.»

   Non sente più la maledizione, è questo che intende. Joy è libero.

   I suoi occhi color nocciola mi cercano. Stralunata, ha un'espressione stralunata.

   Io... prendo coscienza di me, sono la gemella di Aelin. Lo sono veramente.

   «Sono una strega.»

   «Lo sei.»

   Fisso il vuoto davanti a me. La pressione degli sguardi di Trevor e Petunia mi brucia la schiena.

   «Esattamente, quanto era potente Aelin?»

   Gareth vola a poca distanza da noi.

   «Ha imprigionato tutti noi in questo schifo, abbastanza direi» ghigna, il suo stupido orgoglio mi ha appena dato la risposta di cui avevo bisogno.

   «Nor! Posso raccontarti della maledizione.» Una scintilla si accende in Joy.

   «Non è il momento giusto.»

   «Devi ascoltarmi, sei davvero lei. La maledizione di Aelin parlava di qualcuno che avrebbe dovuto perdonare Gareth per essere spezzata.» Già sapevo che l'esito del maleficio dipendeva da me, ma... perdonarlo?

   Una voragine mi si apre in petto. Come potrei perdonarlo per tutto il male che ha fatto?

   «Non ora Joy!» Gareth si rimette sulle zampe, la sua figura per metà umana e metà avvolta nella maledizione si scaglia nuovamente contro Lioniel e nuovamente fallisce.

Sangue e Petali d'ArdesiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora