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GARETH

  Guardo la splendida sala in marmo rilucere sotto le candele e lo sfavillio dei nuovi lampadari che ho fatto fondere per l'occasione. È mia, e rispecchia quello che sarà il mio regno.

Un intreccio dorato di foglie d'edera come la sottile corona che porto tra i capelli mossi, si snoda sopra di me.

   Oro per sfoggiare la ricchezza, bianco per le mie foreste sempre innevate e nero... be', quello è per la mia anima. Tutti e tre danzano insieme agli invitati in uno scambio di coppie e un ritmato alternarsi di dita sfiorate.

Un ballo in maschera, questa è l'occasione che ho scelto per tornare al centro dell'interesse.

Me, il mio regno e la mia successione.

   Questo sarà il miglior ballo in maschera dei quattro regni. Il migliore che questi insulsi principi e conti mai vedranno.

   Gli abiti delle dame di corte danzano come fiori al vento sopra al pavimento nero, un nero così scuro e brillante. Mai visto. Nero più della notte senza stelle e del sangue rappreso. È così che l'ho richiesto, in modo i tessuti vengano inghiottiti nella sua voragine, e con loro  chi non è meritevole della mia attenzione. Un risucchio lento, doloroso e inesorabile.

   Un preludio di ciò che lo attende nelle segrete... Un lento annientamento, doloroso e inesorabile.

   Il calpestio delle danze mi richiama. Sbatto le palpebre e mi appoggio alla balaustra levigata. Studio il movimento circolare delle ampie gonne, le maschere degli invitati che li fanno assomigliare ad animali selvaggi. Fin quando Lioniel, quinto conte in linea di successione per il regno del sud, fa il suo ingresso assieme al cugino e a quella serpe della sua favorita dall'abito succinto color veleno.

   Selene, così si chiama.

   Lioniel crede che sia talmente bella da fare invidia alla mia di corte. All'intera corte! Con quei suoi occhi scuri e sottili, il naso e gli zigomi alti e i capelli setosi. Non sa però che questa sera lui tornerà a casa con la coda tra le gambe. Tornerà implorando suo padre di cedergli più denaro e rimpiangendo quella bettola di palazzo che si ritrova, e soprattutto le ragazze di cui si circonda.

Arrido alla strepitosa coincidenza: sulla sua faccia spicca una maschera da mastino. Perché Lioniel è proprio come un cane, un cane che aspetta le percosse del padrone. E io sono il suo padrone, e sono pronto a percuoterlo.

   Il ciambellano annuncia il suo arrivo alla sala, le danze si interrompono per il solito inchino di benvenuto per poi riprendere incalzanti. La musica dell'orchestra arriva fino all'alta cupola serpeggiando tra i loggiati in cui attendo la mia accompagnatrice.

   «Gareth, sono appena arrivati i conti del sud.» Joy compare dalle scale e si china in una riverenza un po' impacciata. Non è a suo agio in questi panni formali.

Il petto è stretto nell'abito elegante cucito dal sarto di palazzo. Un corpetto e una blusa blu come i suoi occhi. Per lui ho fatto creare una bella maschera da corvo con piume nere tendenti al blu oltremare, un colore che a mio avviso si sposa perfettamente con il suo temperamento e la pelle scura.

   «Grazie, ho visto. Chiama Mynthae e dille di muoversi. Prima che Lioniel si vanti di quella sua serpe. Gli faremo vedere quanto sono belle le nostre di donne.»

   Joy china di nuovo il capo per poi sparire alle mie spalle, verso gli alloggi. Io quindi torno a studiare Lioniel, quella sua capigliatura tanto scarmigliata e accesa da sembrare innaturale. Tende un braccio a Selene e, con il cugino alle calcagna, segue il perimetro della sala. Si tiene ben lontano dalle danze che osserva privo di interesse, al contrario di quanto fa con l'intera sala.

Sangue e Petali d'ArdesiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora