James stava dormendo meravigliosamente. Del tipo, un sonno senza sogni come non gli capitava da tempo e- ovviamente qualcuno doveva interromperlo, bussando alla sua porta.
Per i primi tre minuti ignorò bellamente quel suono, pensando che fosse un uccello alla sua finestra, ma fu costretto ad alzarsi quando il bussare si fece più insistente.
Sbadigliò e, per un instante, pensò che forse era il salvatore che gli dei finalmente gli avevano mandato per liberarsi di tutto quel circo in cui stava vivendo ultimamente. Aprì la porta e no. Non era sicuramente il suo salvatore.
Irwin era in piedi, di fronte a lui. Indossava il suo pigiama bianco e i suoi capelli ricci erano scompigliati. C'era qualcosa di strano nella sua postura, solitamente eretta e composta, e quando alzò lo sguardo, James si ritrovò a deglutire, perché i suoi occhi color smeraldo erano più intensi che mai, più accentuati per colpa delle lacrime che vi erano dentro.
"Ciao," disse, la sua voce era bassa e smorzata. Si morse il labbro, deglutendo.
"Ciao," rispose James, completamente stupito. Non sapeva cosa dire. Irwin stava piangendo ed era venuto da lui dopo un'intensa litigata in cui si erano urlati contro schifezze a vicenda. "Cosa... ehm, cosa ci fai qui?" Si maledì per non averlo sentito piangere. Sicuramente il ragazzo stava singhiozzando ripetutamente da molto tempo e James, al contrario di tutte le altre sere, a causa del suo sonno pesante, non se ne era minimamente reso conto.
"Non sapevo dove altro andare." Confessò, lasciando le braccia molli, invece che incrociate al petto come lo erano state nelle precedenti settimane. "Non ce la faccio più. Scusami, per favore." Gli stava chiedendo di perdonarlo, per una stupide lite avvenuta ore prima, chiedendoglielo anche per favore. James avrebbe voluto soffocarsi con un pugno.
Con un braccio gli cinse la vita per avvicinarlo a lui, lasciando che il re posasse la testa nell'incavo tra collo e spalla. Quando il minore emise un singhiozzo sottomesso, James si dimenticò immediatamente del perché fosse arrabbiato con lui. Sembrava così debole e fragile in quel momento, lì, tra le sue braccia, eppure James sapeva che Irwin avrebbe potuto scalare l'Everest ballando la polka e scagliando incantesimi, se avesse voluto. Questo lo distrusse ancora di più.
"Va tutto bene, piccolo, va tutto bene." Lo rassicurò, passandogli sulla schiena la mano con movimenti circolari. "Ti va di raccontarmi cosa è successo?" Domandò, allontanandolo dall'abbraccio per poterlo guardare in faccia.
Irwin annuì debolmente. "Ogni notte sogno la stessa cosa. Sogno lo sguardo di mio zio nel momento in cui l'ho ucciso e poi lui che mi dice sempre la stessa frase." Tirò su col naso. "«Presto anche tu soffrirai.» e poi..." James lo incitò con un gesto a continuare. "E poi, vedo te. Morto, tra le mie braccia. E la cosa peggiore è che ti ho permesso io di morire, James... in pratica ti ho ucciso io: è ciò che mi ripete mio zio nel sogno ed io non so nemmeno perché!"
James deglutì. C'era una differenza tra il sapere che Irwin, un giorno, lo avrebbe ucciso perché quest'ultimo lo minacciava sempre quando era arrabbiato con lui, e il sapere che un giorno Irwin lo avrebbe ucciso davvero perché il re, un veggente, proprio come lui, lo aveva sognato. Era molto da digerire in una sola serata. E non riuscì a immaginare cosa stesse passando il minore negli ultimi tempi: cosa si provava a vedere se stessi uccidere qualcuno di importante? "Non ti preoccupare, piccolo." Lo rassicurò James, riportandolo nell'abbraccio e lasciandogli qualche bacio tra i ricci profumati di vaniglia. "Io sono qui, e tu non mi hai ancora ucciso... nonostante mi minacci sempre di farlo."
Avrebbe voluto suscitare una risata in Irwin, ma riuscì soltanto a fare aumentare il suo pianto. "James, non capisci! Io- sembrava così vero! Mi dispiace, James- io non-..."
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Il Medaglione Di Alvagar
FantasyIn un regno dove la magia è la normalità; fate, druidi, sirene, vampiri, lupi mannari e streghe banchettano insieme senza scatenare una guerra, Irwin Bèchalot, re di Alvagar, reduce dai postumi di una guerra che lo ha diviso dal suo fidanzato, é all...