Capitolo ventitrè

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La prima volta che Irwin incontrò il padre di James, quasi se la fece sotto dalla paura. James gli aveva già accennato del fatto che forse avrebbe potuto conoscere suo padre per nome, ed Irwin, da tredicenne innamorato, pensò che magari il suo ragazzo si riferisse ad un attore o a qualche personaggio famoso. Non al dio degli Inferi.

James non sembrava molto emozionato di far conoscere ad Irwin i suoi genitori, ma Irwin lo riteneva un passo importante per la loro relazione, e siccome James tendeva a cercare di accontentare sempre il suo piccolo, eccoli lì, davanti casa sua, pronti per entrare.

«Uhm, senti, principino, non devi farlo per forza, eh.» aveva provato a dissuaderlo ancora una volta, non ottenendo però il risultato sperato.

Il tredicenne Irwin aveva scosso la testa con convinzione. «Assolutamente no. Per poter continuare la nostra relazione per me è fondamentale sapere chi siano i tuoi genitori.»

James aveva roteato gli occhi. «Mia mamma è una strega oscura, proprio come me. Mentre mio padre...» si era mordicchiato il labbro in modo nervoso. «Be', probabilmente lo conosci già di nome.»

Irwin gli aveva sorriso. «Bene, allora...» Aveva bussato, felice come non mai di conoscere finalmente i genitori del suo ragazzo, e sorrise felice nel vedere un uomo molto alto aprirgli la porta.

Lui era senza dubbio il padre di James: aveva gli occhi blu, anche se non sembravano dolci come quelli di James, e i capelli castani li portava lunghi fino alle spalle. Era vestito interamente di nero e i suoi occhi erano contornati da una matita dello stesso colore dei vestiti. Irwin non sapeva ancora chi fosse, ma già gli faceva paura.

«E così, tu sei il fidanzato di mio figlio, uhm?» aveva detto il dio, accigliato in un modo esattamente identico a quello che avrebbe fatto tanti anni dopo, quando qualcuno avrebbe chiamato suo figlio "un traditore". «Io sono Ade, il dio degli Inferi.» Ed Irwin svenne.

"Quindi?" Domandò il dio, impaziente

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"Quindi?" Domandò il dio, impaziente. "Voglio sapere chi devo distruggere."

James sbuffò, avvicinandosi al padre. "Ne abbiamo già parlato: non distruggerai nessuno, sei qui solo per aiutarci con i mostri mentre io cerco i miei poteri."

Ade fece il broncio. "Una mutilazione?"

"No."

"Un graffiettino piccino piccino?" Lo supplicò, continuando a non ottenere risultati.

"Padre." Lo ammonì James, stufo.

"Uffa, sei così noioso." Sbuffò il dio. A quel punto i suoi occhi si fissarono in quelli verdi di Irwin, che deglutì. "Chi non muore si rivede!" Esclamò. Poi ci ripensò. "Be', nella mia condizione, ti avrei visto comunque." E si mise a ridere per la sua stessa battuta.

Irwin rimase immobile e, a pensarci, forse fu meglio così perché se si fosse mosso avrebbe sicuramente fatto d'istinto un passo indietro. Ade non era mai stato d'intralcio per la loro relazione, assolutamente, ed Irwin diceva sempre a James di adorare suo padre. Eppure, per qualche motivo, la strega bianca preferiva sempre che fosse James ad andare da lui e non il contrario.

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